Flora. Il nuovo ristorante del Grand Hotel Flora
Nella settimana che ha visto partire la Rinascente col nuovo suggestivo store in via del Tritone, Roma si riscopre due volte in più meta gourmet, e proprio nel cuore della città. La prima tappa ci porta tra i ricordi della Dolce Vita romana, in via Veneto, dove il Marriott Grand Hotel Flora annuncia un nuovo progetto di ristorazione, affidato allo chef Raffaele De Mase. L’idea? Rilanciare la struttura sotto il profilo gastronomico – perché possa diventare tavola di riferimento per il pubblico capitolino, al di là dell’offerta per gli ospiti dell’hotel – ha coinvolto Maurizio Cortese, e la sua agenzia Cortese Way, chiamato a curare la consulenza dalla Salvatore Naldi Group, proprietaria dell’albergo. E così il rinnovamento è partito dal restyling degli spazi, affidato all’architetto Stefano Mantovani con l’intervento mirato del light designer Filippo Cannata, mentre in cucina si puntava a ricalibrare la linea con l’arrivo del napoletano Raffaele De Mase, da molti anni a Roma, tra Heinz Beck e Michele Gioia. Cucina mediterranea, dunque, e grande materia prima, esaltata da un utilizzo oculato degli ingredienti, accostati nel segno di un equilibrio di gusto e consistenze che vuole stupire con semplicità.
La cucina di Raffaele De Mase
Anche quando l’abbinamento è inconsueto, come nel Calamaro con piedino di maialino, zucca e lime o con le Animelle, crema di riso allo zafferano e asparagi. Due i menu degustazione, quello del territorio (5 portate, 60 euro), tra pollo e peperoni e guancia di vitello con spuma di ricotta, edamame e salsa alla menta, e il menu dello chef (6 portate, 80 euro), che gioca con i piatti in carta. In sala la restaurant manager è Antonella Scardella, che ha curato una carta dei vini con tante referenze nazionali e una bella selezione di etichette da Francia e Germania. L’obiettivo, anche in questo caso, è quello di giocare con un pubblico che vuole lasciarsi conquistare dall’originalità, più che dalle etichette di facile appeal, troppo spesso proposte alla clientela internazionale, a scapito delle meritevoli produzioni di nicchia della Penisola. Ai dolci, invece, presiede il giovanissimo pastry chef francese Baptiste Foronda, in piena sintonia con la filosofia di cucina; quindi impostazione classica, ottima materia prima, ingredienti accostati con semplicità (solo apparente, però). Anche la zona bar è stata ripensata per l’occasione, e dispone di un dehors utilizzabile tutto l’anno. Qui sarà la carta dei drink a farla da padrona, con cocktail che spaziano dai classici ai signature del Flora, il Midnight Witch (a base vodka e liquore Strega) e il Beetonic, insolito twist sul gin tonic con aria di rapa rossa, crosta di burro e sale alle erbe. Il ristorante, a disposizione degli ospiti, aprirà al pubblico a pranzo e cena, e per l’aperitivo al bar, dove si potrà consumare anche un pasto veloce, tra insalate, burger, club sandwich e zuppe.
Penna d’Oca a piazza del Popolo
Intanto, in soft opening, è già operativa la cucina della Penna d’Oca di via della Penna, a pochi metri da piazza del Popolo. L’insegna, già nota in passato al pubblico capitolino, si presenta ora in veste completamente rinnovata, ristrutturata all’interno e guidata dall’estro dello chef Massimiliano Valenti, da Erba (Como), classe 1974 e un curriculum importante alle spalle. Nel suo passato esperienze a Villa Serbelloni (Bellagio) e all’Antico Borgo di Annone, dove tramite Ettore Bocchia si appassiona alla cucina di Ferran Adrià, che ne influenzerà per sempre l’approccio. E poi numerosi viaggi, da New York alla California, in giro per gli Stati Uniti, prima di rientrare in Europa, a Montecarlo, sempre al lavoro per il gruppo di ristorazione italiana della famiglia Ruggeri. Poi di nuovo in Italia, con diverse esperienze tra Nord e Centro, e uno stop temporaneo dovuto a vicende personali. Ora, il suo percorso riparte da Piazza del Popolo, dove lavora al menu dalla scorsa estate, all’insegna, anche in questo caso, di una semplicità studiata, grazie alla valorizzazione di ottime materie prime esaltate dalla padronanza tecnica acquisita in tanti anni di cucina. Sul risultato finale influisce anche la passione per l’Oriente, e per la cucina thailandese in particolare, che determina anche l’utilizzo di ingredienti insoliti, sempre però ricondotti nell’ambito di una proposta mediterranea, come nell’Agrodolce piccante e affumicato di polpo rosticciato e peperone, con cime di rapa e tosazu o nel dessert di grande complessità tecnica Mangosfera: guscio ivoire al mango acerbo, cuore di mango, morbido al cioccolato bianco e cocco, gel di papaya e lime, meringa tropicale e infuso di latte di cocco. In sala una trentina di coperti, considerando anche il dehors in veranda, aperto tutto l’anno.
Flora - Roma - Marriott Grand Hotel Flora, Via Veneto, 191 - 0648992642 – www.florarestaurant.it
Penna d’Oca - Roma - Via della Penna, 53 - 063202898 - www.ristorantepennadoca.it