Robot in cucina
Tutto ha inizio a Napoli con RoDyMan, il robot di tipologia AI (Intelligenza Artificiale) entrato lo scorso maggio 2016 in piena fase di sviluppo e pronto a passare da prototipo a robot finito e funzionante in pochi mesi. Un pizzaiolo 2.0 ideato da Prisma Lab, squadra di ricercatori dell'Università di Federico II di Napoli, una macchina in grado di registrare movimenti e tecniche di un pizzaiolo in carne e ossa e riprodurle grazie a una telecamera con sensori a raggi infrarossi. L'obiettivo? Sviluppare nella macchina la sensibilità tattile per contribuire ad altri importanti settori come quello medico. Ma quello dell'università di Napoli è solo uno dei tanti progetti in questo campo: sempre più tipologie di androidi infatti vengono messe a punto da diversi gruppi di ricerca, per capire come agevolare (?) il lavoro dell'uomo. E fra tutti, è il settore della ristorazione a essere più coinvolto.
Esperimenti dall'estero: il lavoro nel fast food
Uno degli ultimi esperimenti è partito in California, a Pasadena, in una catena di fast food che ha “assunto” Flippy, automa con braccio meccanizzato di topologia AI sviluppato da Miso Robotics insieme al gruppo Cali, proprietario della catena CaliBurger. Flippy cuoce la carne e la inserisce fra le fette di pane, realizzando hamburger da vero professionista: oltre a posizionare gli ingredienti sulla piastra infatti, il robot è in grado di monitorarne temperature e livello di cottura. Nel momento in cui la carne è quasi pronta, Flippy richiama l'attenzione di un cuoco in carne e ossa che può così preparare insalata, salse e altri condimenti per il panino. Ma non solo cotture: l'androide può essere utilizzato – come ha spiegato in una nota David Zito, ceo di Miso Robotics – anche per tagliare le verdure e impiattare. Fotocamere, sensori e un software di apprendimento automatico per localizzare gli ingredienti in cucina senza bisogno di continue configurazioni: queste le caratteristiche del suo funzionamento. Attualmente è ancora in fase sperimentale ma una volta pronto, Flippy arriverà in altri 50 locali della catena entro i prossimi due anni.
Dubbi e riflessioni a margine
Come sempre in questi casi, sono tanti i dubbi e le criticità emerse fra gli addetti ai lavori. Soprattutto quando si tratta di cucina, di lavori da sempre stati artigianali, frutto della manodopera e della creatività e sensibilità dell'uomo, lo scetticismo da parte del pubblico è inevitabile e anche comprensibile. Un tema tanto caldo e attuale, quello della robotizzazione del lavoro, che è stato recentemente approfondito in un e-book, Professione Robot(edizioni Informant), a cura del giornalista algherese Claudio Simbula. Nel testo, l'autore descrive 31 lavori che gli automi svolgeranno al posto dell'uomo nel prossimo futuro, descrivendo la realtà “del mondo che verrà, che vediamo nascere già oggi”. Ma gli obiettivi presentati dai gruppi di ricerca, non per ultimo Miso Robotics, sono ben lontani dalla sostituzione degli esseri umani: ottimizzazione del lavoro e standardizzazione della qualità dei prodotti sono gli scopi ultimi degli esperimenti. Una standardizzazione che non rinuncia però alla personalizzazione da parte degli artigiani in carne e ossa. Flippy si propone infatti come assistente cuoco (e non sostituto), un valido aiuto per affiancare gli chef nelle linee produttive, soprattutto durante gli orari di punta.
a cura di Michela Becchi