Hanno avuto ieri 11 giugno il via libera definitivo, infatti, una serie di iniziative e manifestazioni che - rispettando rigorosamente le prescrizioni della Fase 3 - puntano a ripopolare strade e piazze in tutta la città, dal centro alla periferia. L’iniziativa nasce dai Ristoratori Toscana guidati da Pasquale Naccari (Il Vecchio e il Mare) che da giorni sta postando sui social video in cui alla straripante “movida” dei quartieri più vitali di Milano, Napoli e Roma, contrapponeva il buio desolante delle desolate strade fiorentine, rive di movimento dopo l’abbandono forzato da parte dei turisti che da sempre le affogano. “Perché aspettare il ritorno del turismo? - si chiede Naccari - È proprio adesso il momento di riprenderci in mano la nostra splendida città, di godercela e di ripensare - semmai - a un turismo più umano e consapevole. erto, la gente ha ancora paura, forse più qui che altrove, ma è ora di ricominciare a vivere la città. Non posiamo rassegnarci”.
Sintonia con il Comune di Firenze
E così è stato. Grazie alla sensibilità del sindaco Dario Nardella e del suo segretario Iacopo Vicini, e anche all’impegno dell’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e del responsabile del Bilancio, Commercio e Attività Produttive, Federico Gianassi, che hanno dato sostegno e patrocinio. Sono stati approvate una serie di iniziative, dopo che era stata già sospesa la Ztl serale per permettere ai cittadini di arrivare in centro in auto e parcheggiare, aumentata la concessione gratuita di spazi all’aperto e sospesa la relativa tassa per il periodo Covid. Ma vediamo le iniziative, tutte a costo zero per la città e autofinanziate.
Adotta un artista
Nasce dall’iniziativa di Ristoratori Toscana e dell’associazione Palco d’Autore di Eskimo, rappresentata da Francesco Cofone. Obbiettivo: portare l’arte, spettacoli, concerti nelle piazze e nelle strade di Firenze per incentivare i cittadini a uscire di casa. L’associazione individua gli artisti disponibili e i ristoratori vedono come e dove organizzare le performances. L’accordo nasce dalla considerazione comune che è necessaria la solidarietà e la collaborazione tra le diverse categorie per non lasciare indietro nessuno e per dare prospettive e possibilità al più ampio numero di lavoratori. Tra questi, quelli dello spettacolo sono decisamente i più penalizzati con l’azzeramento di ogni data nei diversi cartelloni. Una boccata d’ossigeno, dunque, per musicisti, attori e mimi che possono tornare ad avere contatti con il pubblico e tentare di mettere in tasca qualche soldo. A finanziare le attività ci pensano sia i ristoratori, singoli o in rete tra loro - a seconda delle situazioni - e gli stessi artisti possono puntare anche alla solidarietà degli spettatori. Le iniziative partono dalla prossima settimana.
Tutti in villa, separatamente
“Vedo che in questi giorni, tante persone, molti giovani, scelgono alternative alla città per ritrovarsi - racconta Naccari - Per esempio, affittano delle ville sule colline, pagano il lavoro di uno chef e “noleggiano” il dj, per fare feste private. Ma questo non è socializzare, non significa vivere la città: è solo una quarantena allargata, un distanziamento più selettivo! Non solo non risolve l’eventuale problema dei distanziamenti, anzi, ma soprattutto porta ad abbandonare la città con i suoi spazi naturali di socializzazione e condivisione. Queste iniziative puntano proprio a presentare la nostra Firenze come un luogo per noi, per chi ci vive, un luogo di curiosità, di incontro e di socialità, nel nome dell’arte, di cui Firenze da sempre si nutre”.
RipartiAmo Firenze
Insieme all’architetto Fabrizio Gola, i Ristoratori Toscana hanno coinvolto il Comune a patrocinare e sostenere anche manifestazioni più ampie che puntano a modificare proprio l’uso della città. In questo si inseriscono la Settimana della Moda (in programma per metà luglio), con grandi spazi dedicati a sfilate di moda e con strade e piazze “rivestite” dagli stessi stilisti per ridare visibilità e dignità a una delle attività produttive fiorentine che rappresentano un marchio importante del capoluogo toscano, all’insegna del Bello.
Poi, la Settimana dello Sport: anche questa - nel mese di luglio - sarà organizzata in tutta sicurezza e in ampi spazi aperti e per ripopolare aree della città abbandonate in questi giorni dai cittadini. Tutto questo in stretta collaborazione con i gestori dei locali limitrofi agli eventi e gestito attraverso un’app dedicata che indica e segnala i calendari delle diverse attività e i luoghi in modo che il più ampio numero di persona possa seguirli e raggiungerli.
Mobilità e problemi
La Zona a Traffico Limitato, dicevamo, è sospesa in questa fase di ripartenza dopo il lockdown, quindi si potrà raggiungere il centro cittadino in auto. Ma dove parcheggiare? A questo proposito, per agevolare mobilità e parcheggi, i ristoratori hanno stipulato una convenzione con le autorimesse cittadine che tagliano del 50% i prezzi di parcheggio. “Abbiamo proposto una convenzione anche ai tassisti - spiega Naccari - Ma la categoria si è dimostrata molto chiusa e non disponibile. Avremmo pagato noi 5 euro per i clienti che avessero chiamato un’auto pubblica per raggiungere i nostri locali: certo, non è molto, ma è anche vero che poi le stesse persone avrebbero speso altri soldi per tornare a casa in taxi, avremmo creato movimento e magari invogliato anche a un uso minore della auto private a beneficio dei servizi pubblici. Ma niente da fare!”.
Cena Sociale per San Giovanni
Tutte le iniziative sono auto-finanziate dai soggetti che le organizzano. “Certo, se il Comune vorrà, potrà contribuire ai compensi degli artisti coinvolti con i soldi destinati alla Cultura” spiega Naccari che annuncia anche una grande Cena Sociale per San Giovanni, il 24 giugno: il ricavato viene data in beneficenza. “Dobbiamo vivere questo momento come una spinta per il ritorno alla normalità, dobbiamo provarci. Ci sono locali piccoli con pochi tavoli, che con musica e spettacoli potrebbero sensibilizzare a uscire e a sostare anche le persone che continuano ad avere paura della situazione sanitaria. Nessuno sa se tornerà o meno l’emergenza virus, ma adesso comunque non si usano più i 150mila letti in terapia intensiva e quindi la normalità va assaporata di nuovo. Non si può vivere nel terrore”.
a cura di Stefano Polacchi