Filippo La Mantia. Oste e cuoco a Venezia
È sempre più abituale vederli con le valige in mano. E questo perché i cuochi alla guida di una grande cucina devono saper contare su una squadra capace di procedere in autonomia, e pure disporre di solide doti organizzative. Cuoco imprenditore Filippo La Mantia lo è sempre stato. Non semplicemente uomo di cucina – e del resto il suo background è diverso – ma anche buon comunicatore di se stesso (lui si definisce, non a caso, 'oste e cuoco') e della sua idea di ristorazione, che ha messo radici a Milano, in piazza Risorgimento, dopo una lunga frequentazione con Roma. Nel bel locale milanese, La Mantia ha fatto dell'accoglienza un punto di forza, che insieme a una cucina rassicurante coccola gli ospiti sempre numerosi alla sua tavola. Dal 6 aprile, però, si confronterà con un'esperienza ancora diversa, e in un contesto decisamente meno mondano della piazza meneghina, perché sarà lui a firmare l'offerta gastronomica del nuovo spazio di ristorazione ospitato dalla Fondazione Giorgio Cini, sull'isola di San Giorgio.
San Giorgio Café a Venezia con La Mantia
Sbarca dunque in Laguna, lo chef siciliano, per collaborare con un'istituzione culturale prestigiosa che finora ha custodito la bellezza defilata di San Giorgio Maggiore, e adesso punta a fare dell'isola non solo un luogo da visitare, ma anche da vivere. Il cibo sarà strumento di questa evoluzione, protagonista al San Giorgio Caffè con Filippo La Mantia, caffetteria e bistrot progettato da Ilaria D'Uva, che già gestisce i servizi d'accoglienza e le visite guidate in Fondazione, e ha messo a frutto la sua esperienza nel settore a beneficio di un ristorante da museo unico nel suo genere. In prima battuta perché il San Giorgio Caffè sarà l'unico luogo di ristoro sull'isola, e sarà in grado di offrire agli ospiti una vista suggestiva sulla darsena e Riva degli Schiavoni. Agli 80 coperti della sala interna, infatti, si aggiungono i 50 posti nel dehors, accanto alle mura benedettine della Fondazione, direttamente affacciato sul bacino di San Marco giusto di rimpetto alla cattedrale. E lo spazio vivrà per tutta la giornata, sommando più anime per garantire un'accoglienza che spazia dal servizio della colazione (dalle 10 del mattino) all'aperitivo, con cucina aperta no stop dalla tarda mattinata (e servizio take away), e possibilità di cenare sull'isola il venerdì e sabato, o su richiesta per eventi speciali. Giorno di chiusura, il mercoledì.
La cucina di Filippo La Mantia in Laguna
L'imprinting gastronomico è quello di Filippo La Mantia, alla prima prova con la ristorazione museale a seguire l'esempio di colleghi illustri (a Milano, tra le new entry del “settore”, segnaliamo Fabio Pisani e Alessandro Negrini per Aimo e Nadia alle Gallerie d'Italia con Voce). La base, com'è consuetudine dello chef siciliano, sarà la qualità della materia prima, con i prodotti dell'orto e della cantina dei monaci benedettini di San Giorgio, e più in generale la valorizzazione delle risorse veneziane. E l'altrettanto usuale attitudine all'ospitalità rilassata: “Mi piace l’idea di poter ricreare a San Giorgio un’atmosfera di altri tempi, quelli in cui il cuoco offriva prodotti di stagione e l’oste ti accoglieva recitando il menu; così come desidero proporre un ambiente rilassato dove gli ospiti si possano sentire come a casa. Mi piacciono le nuove sfide, mi piace rimettermi in discussione, sempre e comunque, mi piace incontrare gente attraverso il cibo”.
Il valore dell'ospitalità
Persone che arriveranno da tutto il mondo per visitare la Fondazione, a cui La Mantia si prefigge di offrire un menu “accattivante e tradizionale”, giocando con la sua tradizione e quella di Venezia, prendendo spunto dalle ricette della cucina regionale, con il cuore sempre rivolto a Palermo. In funzione della stagionalità degli ingredienti, la carta sarà agile e la cucina flessibile alla disponibilità del mercato. Non mancheranno mai gli spaghetti al pomodoro, e quello con le vongole. Ma anche un piatto storico come Risi e Bisi – riso e piselli – che si lega alla tradizione commerciale dei veneziani con l'Oriente. E lo chef sembra già perfettamente calato nella parte: “L’accoglienza, l’arte e il cibo sono gli elementi che meglio rappresentano gli italiani in tutto il mondo. Ma spero che a parlare saranno i fatti, non i racconti”.
Fondazione Cino: cultura e cibo per nutrire i sensi
Del resto la Fondazione Cini non nasconde la soddisfazione per il traguardo raggiunto, un “progetto che ha per noi una valenza strategica fondamentale e corona un processo di miglioramento dei servizi al visitatore avviato 20 anni fa”, sottolinea Pasquale Gagliardi, Segretario della Fondazione. “L’isola non è mai stata così vicina alla sua millenaria vocazione monastica, quello di essere rifugio e nutrimento tanto delle cose dello spirito quanto di quelle dei sensi. Con questa apertura poniamo termine a un inaccettabile paradosso: quello che rendeva impossibile il godimento di un pasto decente nel luogo che vanta il più bel refettorio della storia: il cenacolo di Palladio arricchito dalle Nozze di Cana di Paolo Veronese”. Le prenotazioni online per il ristorante sono già aperte.
San Giorgio Cafè con Filippo La Mantia – Isola di San Giorgio (Venezia) – dal 6 aprile 2019, dalle 10 alle 19 (venerdì e sabato fino alle 22) – www.sangiorgio.cafe