La redazione delle Iene torna sul caso della Filetteria Italiana, catena di ristoranti famosa per la sua proposta di specialità come la carne di struzzo, zebra e bisonte, che però tale non è, almeno quella offerta all'inviata alla nascita dell'inchiesta. A complicare le cose per l'azienda, tuttavia, secondo ciò che veniamo a scoprire nella trasmissione di martedì 4 giugno, sarebbe molto di più, e cioè un buco da quasi 30 milioni di euro. Per capirci qualcosa di più, Veronica Ruggeri è andata direttamente a chiedere spiegazioni all’amministratore della società, Edoardo Maggiori, trovando, però, soltanto un uomo in grande difficoltà davanti alle sue semplici domande.
Il caso della Filetteria Italiana: dove eravamo rimasti
Per entrare nel contesto e capire come si è arrivati a questo punto, vale la pena fare un passo indietro. La vicenda, infatti, comincia con un’inchiesta delle Iene andata in onda il 17 ottobre 2023 e partita dalla denuncia di una ex dipendente della fortunata, fino ad allora, catena di ristoranti, con ben sette insegne a Milano e alcune a Roma, Verona e Torino.
La donna, in quell'occasione, aveva confessato alla giornalista che le tanto decantate carni esotiche nel menu dei locali, in realtà erano sempre e soltanto carne di cavallo o di manzo. Un’ipotesi, all'inizio quella della donna, che viene però confermata dai risultati delle analisi fatte dal’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna su tre tagli di carne venduti da più ristoranti della catena.
Le Iene tornano da Roberto Maggiori...
Come d’abitudine, l’inviata in cerca di risposte, vuole toccare con mano, e quindi prenota in uno dei locali della Filetteria Italiana. Dopo aver ordinato il suo piatto, pone i suoi dubbi al responsabile del locale e chiede di parlare con il fondatore della catena Edoardo Maggiori, 31 anni, nel marzo 2022 inserito da Forbes Italia tra i 100 imprenditori under 30 più talentuosi in Italia. Sul momento l’amministratore risponde soltanto che avrebbe verificato l’accusa. Ma i Nas, nel frattempo, prelevavano alcuni dei campioni di carne servita ad alcuni commensali.
Il crollo di un castello di carta?
Da qui, la situazione sprofonda: per Maggiori, probabilmente cresciuto troppo in un momento difficile, quello del Covid, dopo i grandi numeri fatti, iniziano le difficoltà economico-finanziarie. Vengono contratti debiti che diventano elevati, e l’imprenditore inizia una procedura legale, per cercare di limitare gli effetti negativi della crisi e salvaguardare tutti coloro che si implicati nella crisi medesima.
L’iniziativa, peraltro, avrebbe potuto anche funzionare, visto che i ristoranti comunque continuavano a marciare. E probabilmente Maggiori ce l’avrebbe fatta, se i ristoranti non fossero stati creati su un bluff. Quello portato a galla Le Iene proprio nella trasmissione di martedì 17 ottobre. È vero, all'epoca mancavano ancora di tutte le verifiche, ma quel servizio impatta troppo negativamente sulla fiducia del consumatore che, in quei ristoranti inizia a non andare più, facendo crollare ricavi e fatturato e portando alla chiusura di molti punti vendita. Il tutto in pochi mesi. Una vera batosta.
L'inchiesta si allarga
Il problema vero, però, secondo l’inchiesta delle Iene arrivata ieri sera alla terza puntata, più che la carne, sembrerebbe essere piuttosto un buco da 30 milioni, costituito da stipendi e contributi non pagati, così come le tasse e gli affitti, e... ultima notizia scoperta dalla giornalista, una potenziale truffa nella vendita dei ristoranti.
Nelle carte del tribunale c'è tutto: sì, perché nel frattempo la società ha portato i libri a Palazzo di Giustizia per cercare di salvarsi dal fallimento, versione diversa da quella che sostengono i malevoli, secondo cui la mossa sarebbe stata fatta per prendere tempo nei confronti dei creditori. Infatti, il tribunale mentre analizza la situazione blocca tutto, decreti ingiuntivi, pignoramenti e soprattutto gli sfratti visto che gli affitti non vengono pagati da mesi. Ma finché il tribunale non decide, coloro i quali hanno affittato i propri locali a Maggiori, non possono cacciarlo, rimanendo appesi e dovendo pagare gli affitti di tasca propria.
Vendere i locali pieni di debiti a ignari inquirenti
Altro grosso problema evidenziato dalla giornalista nella trasmissione di ieri sera, è che Maggiori sembra che stia cercando di vendere i locali non suoi con annessi e connessi inclusi. Un'azione molto controversa, visto che se i proprietari dei muri gli hanno dato lo sfratto, pare difficile che gli permettano di avere ancora a che fare con i loro locali. Il timore, è piuttosto che si possa trattare di un altro trucco per intascarsi qualche centinaia di migliaia di euro, lasciando poi il malcapitato acquirente con una quantità di debiti e pure sfrattato.
La redazione cerca di contattare nuovamente Maggiori per capire esattamente se le cose stanno così e, se sì, quali ristoranti stia cercando di vendere. Ed effettivamente... Le telecamere colgono l'imprenditore con una acquirente alla quale, non sapendo di essere ripreso, spiega com’è il locale, come è fatto e quale sarebbe la cifra per acquistarlo.
Maggiori, l'imprenditore "confuso"
Ma, ecco, che subito fuori Maggiori vede delinearsi il suo peggior incubo: Veronica Ruggeri con il suo microfono. Imbarazzato e preoccupato di questa nuova incursione, l’imprenditore risponde alle domande della giornalista in maniera vaga e molto confusa. Fino a che, mentre i due sono seduti, passa il proprietario proprio del locale che Maggiori stava cercando di vendere, spiegando chiaramente che non può farlo, visto che il locale è il suo. Il servizio finisce così. Ma è sicuro che da Maggiori, Le Iene ritorneranno ancora.