C'è chi gioca a riconoscere i visitatori illustri della Cittadella – immortalati da centinaia di fotografi - chi scommette sul padiglione più visitato, chi arriva ad Expo con la curiosità di verificare l'esito dei lavori completati a tempo di record. Poi ci sono le cucine etniche di tutto il mondo, il gotha dell'alta cucina, i temporary restaurant che invadono la città, le cene con vista e le ambiziose riprogettazioni urbanistiche. Expo 2015 è cominciata mantenendo le aspettative che le premesse degli scorsi mesi facevano presagire: grande fermento, folla di visitatori, turbinio di chef che si contendono il palcoscenico, attenzione mediatica ai massimi livelli. Tanto è l'entusiasmo che si rischia di scordare qualcosa sul percorso.
Come il progetto del Refettorio Ambrosiano, che lo scorso autunno era stato presentato ufficialmente con il patrocinio di Expo 2015, il sostegno del Comune di Milano e del Ministero dell'Ambiente. Promosso dalla Diocesi di Milano e dalla Caritas Ambrosiana, il progetto sfruttava un'intuizione di Massimo Bottura, coadiuvato nella direzione artistica da Davide Rampello (già curatore del Padiglione Zero), e mirava a dotare la città di Expo di uno spazio solidale dove mettere in pratica i buoni propositi della manifestazione.
Il Refettorio Ambrosiano. Tutto pronto per l'apertura
In questi mesi i lavori (a cura del Politecnico di Milano) sono andati avanti e hanno trasformato il vecchio teatro della parrocchia di San Martino in Greco, nel quartiere omonimo alla periferia nord est di Milano, in una mensa accogliente (e bella, da vedere e da vivere) da 96 posti, pronti ad accogliere le persone in difficoltà, garantendogli un pasto d'eccezione. Durante il servizio del pranzo lo spazio accoglierà gli studenti, funzionando da vera e propria mensa universitaria, mentre la sera il Refettorio aprirà le porte ai più bisognosi per tradurre in concreto le spinte solidali in un contesto che unisca cultura, arte e grande cucina. Perché dalla cucina del Refettorio usciranno i piatti ideati da quaranta importanti chef internazionali che si alterneranno alla guida della brigata per realizzare un pasto d'autore con gli avanzi di Expo.
In un quadro generale preoccupante, che riassume in un valore di quasi nove miliardi di euro lo spreco alimentare degli italiani solo all'interno delle mura domestiche, il surplus alimentare dei padiglioni di Expo sarà utilizzato nel piano rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza alimentare: così scarti e eccedenze ispireranno piatti creativi, nutrimento per il corpo e lo spirito, raggiungendo l'obiettivo dell'iniziativa.
Lo spazio e le collaborazioni importanti
Gli chef, 20 italiani e altrettanti colleghi stranieri, si avvicenderanno in cucina nel corso dei mesi di Expo, mentre la mensa sarà allestita con dodici grandi tavoli progettati da note firme del design italiano (Piero Lissoni, Aldo Cibic, Gaetano Pesce, Italo Rota, Patricia Urquiola, per citarne alcuni). All'ingresso troverà spazio una panetteria, alle pareti quattro opere d'arte – di Mimmo Paladino, Maurizio Nannucci, Enzo Cucchi, Carlo Benvenuto, Giueppe Penone - che omaggiano la tradizione dei refettori monastici decorati da grandi artisti durante il Rinascimento (si veda il celeberrimo Cenacolo leonardesco in Santa Maria della Grazie). Al progetto hanno aderito anche i più noti marchi italiani: Alessi, Artemide,ÂÂ Eataly, Kartell, KME Group,ÂÂ Lavazza,ÂÂ Riva1920, Sanpellegrino. Data di apertura prevista per la fine di maggio.
Poi, al termine di Expo, la struttura continuerà a svolgere la sua funzione di aggregazione e ricovero, in uno dei quartieri più multietnici della città.
Refettorio Ambrosiano | Teatro della Parrocchia di San Martino, piazza Greco, Milano