“Mai avremmo pensato di dover scrivere un messaggio di questo tipo, in un momento di grande dolore per la famiglia di Giulia e il nostro pensiero va a lei, una creatura di 22 anni, che aveva tutta la vita davanti e tanti sogni da realizzare”. L’omicidio di Giulia Cecchettin ha portato inaspettate conseguenze per il ristorante La Cicogna a Torreglia. In passato l’insegna è appartenuta ai genitori di Filippo Turetta, l'ex fidanzato che ha ucciso la ventiduenne, per poi gettare il corpo in una scarpata e darsi alla fuga. Una circostanza che ha scatenato una valanga di insulti – con tanto di minacce – sulle pagine social del ristorante, e contro gli attuali titolari. I quali hanno scritto una nota per specificare la loro più totale estraneità all'intera vicenda: “Ci teniamo a chiarire che il ristorante è gestito dalla famiglia Fesio dal 2011, e nulla abbiamo a che fare con la famiglia Turetta”.
Gli insulti all'ex ristorante dei Turetta
Sono state tantissime le offese ricevute online, al punto che i Fesio hanno dovuto specificare che “ogni altro messaggio diffamatorio verrà segnalato alle autorità competenti”. Una shitstorm senza logica e quanto mai inappropriata, considerando il momento delicato e il trauma appena subito dalla famiglia di Giulia, uno spazio intimo che i ristoratori non avrebbero mai voluto invadere, come hanno scritto nella nota. Purtroppo, però, la situazione era diventata ingestibile e un post di chiarimento era d’obbligo.
“Mai avremmo voluto scrivere queste parole ma noi viviamo del nostro lavoro e trovarci in questa situazione, di disdette tavoli e insultati senza alcun motivo è una cosa grave, e ognuno dovrebbe prendersi la responsabilità di ciò che scrive”, aggiungono i Fesio, che specificano di aver ricevuto diverse disdette nell’ultimo weekend (18-19 novembre) per questa infondata teoria del legame con i Turetta. “Rispettare il dolore delle famiglie distrutte dovrebbe essere alla base del vivere civile ma ormai si è perso il senso del rispetto”. E ancora, “non siamo noi a doverci vergognare ma chi, in un momento tragico, si permette dietro una tastiera di insultare gratuitamente senza conoscere la reale situazione”.