Parte da Nola la nuova sfida di Enzo Bastelli: pizzaiolo social, appassionato sperimentatore degli impasti, già volto di Ieri, oggi e domani e poi attivo (e apprezzato) nel Casertano, dove aveva avviato il suo percorso imprenditoriale indipendente, aprirà un nuovo locale. Si chiamerà Basta, come la sua ultima avventura napoletana: non un imperativo, of course, ma un chiaro riferimento a un cognome che si tronca e diventa, fatalmente, un brand. Seicento metri quadri su tre livelli in via San Massimo, un impatto (soprattutto all’esterno) molto “green”. All’interno anche una sala privè dedicata alle degustazioni. Per un totale di quasi duecento coperti: 100 nelle sale interne, 70 nel rooftop, 16 nella sala esclusiva. Venticinque collaboratori, tra cucina e sala.
I tempi? «Apriremo a maggio», anticipa Bastelli. «Ho l’ansia a mille, si tratta di un progetto importante. Avevo da tempo l’idea di investire nei paesi vesuviani, Nola è un centro interessante e in netta crescita da un punto di vista culinario». Come testimoniano gli stellati Rear e Re Santi e Leoni, ma anche il gettonatissimo giapponese Shinko Sushi: realtà che vanno consolidandosi nel firmamento di una cittadina di poco più di 33 mila abitanti, dove ha non casualmente aperto una pizzeria, lo scorso febbraio, anche Errico Porzio.
Enzo Bastelli apre una pizzeria a Nola
Classe 1990, napoletano doc, Bastelli è ripartito dunque da una Srls di cui è amministratore e da un corposo investimento economico e, dice, «da un concept nuovo, in cui si strizza l’occhio al lusso senza tuttavia perdere di vista l’origine popolare del prodotto pizza. Io parto da quella classica - che poi tanto classica non è, in virtù di una crosticina più consistente – per lasciarmi contaminare dalle pizze su padellino torinese e dalle schiacciate toscane: non sono un oltranzista della tonda, credo che bisogni accettare le trasformazioni».
Al punto che in menu – udite udite – Bastelli proporrà anche la chiacchieratissima versione con l’ananas, che ha già ravvivato il dibattito cittadino – a Napoli – dopo le uscite provocatorie di Gino Sorbillo. «La faremo, ma con una attenta strutturazione degli ingredienti”, anticipa Enzo. In una stanza “blindata” (lì no, non ci saranno contaminazioni) si lavorerà inoltre a una linea di prodotto senza glutine.
Come si mangia da Basta a Nola
Nel menu ci sarà la pizza Tributo alla mia terra, con ragù napoletano, carpaccio di manzo, pesto di uva passa e pinoli, con una grattata di pecorino romano. Pizze, quelle di Bastelli, che sono spesso piatti elaborati: Allardiamoci è un gioco di parole che evoca un imperativo categorico. Fritta e ripassata al forno, la pizza sarà insaporita da crema di pomodoro camone, semidry gialli, nduja, lardo, aria di prezzemolo e formaggio nero del Montale. Sulla Mica tanto ortolana (qui si giocherà molto con i nomi, lo avrete intuito) ecco invece provola, vellutata di zucca delica, croccante di cavolo nero, ricotta agli agrumi, e alici del cantabrico. E ancora: la Parmigggiana (rigorosamente con due ‘g’) avrà provola, pepe, ciuffi di crema di parmigiana di melanzane, chips di melanzane, basilico cristallizzato e salsa di parmigiano, echi dal lontano est – invece – nella Genovese orientale, dove la contaminazione si traduce in un condimento fatto da tataki di manzo, cipolla caramellata, mirepoix marinato in salsa di soia, pomodorini semidry rossi e polvere di levistico. E tra le novità di Basta anche i menu speciali firmati dagli chef («Tutti di primo piano», assicura Bastelli), uno ogni mese: percorsi del gusto che allontanano dalla pizza della tradizione. Ma del resto tutto si trasforma, annota Bastelli: un peccato non approfittarne.