Enoteche: asporto consentito dopo le 18 dal nuovo Dpcm
“Con la massima soddisfazione e legittimo orgoglio accogliamo la soppressione, nel primo DPCM firmato ieri 2 marzo dal Presidente del Consiglio Draghi, dell’iniqua disposizione che obbligava gli enotecari Italiani a non poter vendere al dettaglio le bottiglie di vino dopo le ore 18.” Sono parole di sollievo quelle che accolgono lo scampato pericolo di veder protrarre il divieto di lavorare dopo le 18 per le enoteche italiane, a seguito dell’ufficializzazione del primo Dpcm del governo Draghi, in vigore dal prossimo 6 marzo (e fino al 6 aprile). A pronunciarle, in qualità di Presidente dell’Associazione delle enoteche italiana Vinarius, è Andrea Terraneo, che poco più di un mese fa indirizzava all’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte una lettera accorata per denunciare l’anomalia del provvedimento presente nel Dpcm in scadenza, che vieta alle enoteche la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica dalle ore 18, lasciando invece la libertà di farlo a tutti gli altri negozi commerciali.
L’anomalia dei codici Ateco
Il corto circuito - come spesso accaduto nell’ultimo anno all’atto di sancire limitazioni, divieti e ristori - era stato generato dall’utilizzo poco coerente dei codici Ateco (nello specifico, il 47.25, che riguarda anche le enoteche) per comminare le restrizioni d’orario. “La battaglia che Vinarius ha iniziato e portato avanti in ogni sede e a favore dei suoi associati e di tutte le Enoteche Italiane – dichiara ora Terraneo - ha visto premiati gli sforzi profusi per cancellare quello che fin dall’inizio ci era parso un equivoco. Un ringraziamento doveroso va ora all’On Dara e al Sen. Centinaio i quali hanno prodotto l’interrogazione parlamentare prima alla Camera e poi al Senato e un altrettanto doveroso grazie va al Ministro Giorgetti e al Presidente del Consiglio Draghi per aver accolto le nostre istanze e portato ad una positiva risoluzione del problema”.
Per i bar il divieto resta
Il nuovo Dpcm, dunque, oltre a concedere respiro alle enoteche duramente colpite dall’impossibilità di lavorare alla mescita dopo le 18 (e costrette a fermare il servizio sul posto in zona arancione e rossa, al pari di bar e ristoranti), ristabilisce anche la parità di condizioni a livello commerciale tra supermercati e negozi al dettaglio, con le enoteche autorizzate alla vendita da asporto delle bottiglie fino alle 22. Diversa, invece, la sorte dei bar (codice Ateco 56.3), per cui resta valido il divieto di asporto dopo le 18. Le enoteche italiane, dal canto loro, stanno rispondendo alla crisi adottando strategie mirate soprattutto al delivery, come ci hanno raccontato i protagonisti del settore qualche settimana fa.