Stop alle gabbie
19 associazioni italiane, tra cui Lav e Legambiente, insieme ad altre 130 realtà europee hanno già raccolto 130mila firme per mettere fine all’uso delle gabbie negli allevamenti. La campagna “End the cage age” deve raggiungere il milione di firme a livello europeo per poter chiedere una nuova legge a Bruxelles. Nel sito messo online per questo scopo si legge:“Gli animali allevati in gabbia sono soggetti a enormi sofferenze perché sono severamente limitati nei loro movimenti e viene loro impedito di esprimere quasi tutti i comportamenti naturali. Centinaia di milioni di animali vivono questo incubo in allevamenti di tutta Europa. Le scrofe sono costrette ad allattare i loro piccoli in gabbia; conigli e quaglie trascorrono l’intera vita in gabbie di batteria; vitelli molto giovani sono rinchiusi in box individuali; molte galline sono ancora in gabbia e anatre e oche sono ingabbiate per essere alimentate forzatamente per produrre foie gras. Insieme possiamo liberare l'Europa da queste gabbie”. Un appello che vuole andare oltre, almeno per quanto riguarda le galline, alla Direttiva 1999/74/CE che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole, e che prevede gabbie più ampie rispetto a quelle in batteria (con uno spazio minimo di 750 cm cubi di superficie) e arricchimenti ambientali. Ma questo ha qualche effetto sulla qualità delle uova? Assolutamente sì, sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale.
I vantaggi delle uova da galline allevate a terra
C'è da fare una premessa: le gabbie, specie quelle anguste, sono veicolo di infezioni e malattie, e di conseguenza gli animali allevati in gabbia spesso vengono trattati con antibiotici (con tutte le conseguenze del caso). Ma se questo non bastasse dal punto di vista nutrizionale la possibilità per la gallina di razzolare libera, magari in grandi spazi all’aperto, si traduce in una quantità più alta di antiossidanti e grassi nobili. E dal punto di vista organolettico? Nella nostra ultima degustazione di uova, per il mensile di maggio scorso, abbiamo appurato come il metodo di allevamento cambia radicalmente odori e aromi: ci è infatti capitato di percepire sentori freschi e genuini, con richiami vegetali, campagnoli ed erbacei. Tutte sensazioni piacevoli dovute a metodi di allevamento virtuosi e con attenzione al menu delle galline. La prova provata che il benessere animale e l’alimentazione fanno davvero la differenza. E dunque, che si tratti di galline, di conigli, di quaglie o maiali, le parole chiave per avere un prodotto di qualità sono sempre benessere animale, ambiente, alimentazione. Non c'è ombra di dubbio, basta che questo non ricada esclusivamente sulle spalle (e sul portafoglio) degli allevatori.
Per firmare la petizione: https://ciwf-int.endthecageage.eu/it-IT/live
a cura di Annalisa Zordan