Rinasce elBulli?
Ha fatto gridare al ritorno insperato di elBulli l’ultimo annuncio che Ferran Adrià ha voluto condividere col mondo qualche giorno fa. E certo è comprensibile la soddisfazione per l’opportunità di concretizzare un progetto che ormai si protrae da 5 anni, sin da quando, nel 2014, lo chef catalano maturò per la prima volta l’idea di riaprire al pubblico il mitico spazio di Cala Montjoi: dove fino all’estate 2011 si era consumata una delle esperienze più fantasmagoriche degli ultimi 20 anni della ristorazione moderna, sarebbe sorta una Fondazione, omonima, che ne raccogliesse l’eredità, invitando tutti a condividere i traguardi della ricerca gastronomica, godendo di uno spazio all’avanguardia immerso nel parco di Cabo de Creus. Proprio la particolare collocazione geografica, all’interno di un’area protetta tutelata da leggi severe, è stata la causa di un continuo slittamento del progetto: a Roses, la cittadella della Fondazione el Bulli avrebbe dovuto vedere la luce già nel 2014, dopo un’accurata ristrutturazione degli spazi già esistenti e la costruzione di un vero e proprio parco gastronomico, dotata di percorso museale, laboratorio di ricerca e ristorante.
In attesa dei permessi
Ma i permessi hanno tardato ad arrivare, l’opposizione degli ecologisti ha bloccato il cantiere per più di tre anni, e solo l’estate scorsa, a luglio 2017 (esattamente 6 anni dopo la chiusura definitiva di elBulli), Adrià otteneva il via libera della Commissione Urbanistica di Girona. A patto però di ridimensionare il progetto, e le ambizioni, impattando il meno possibile sul profilo della costa, e quindi limitandosi a ripensare gli spazi originali, senza modificare i volumi dell’edificio preesistente, con diverse sale allestite sotto terra. Tasso scenografico e interattivo assicurato. Dunque tutto sistemato? Non allora, considerando che l’annunciata apertura del elBulli 1846 – come si chiamerà il nuovo polo – all’inizio del 2018 non è mai avvenuta. Solo qualche giorno fa, infatti, con quasi un anno ulteriore di ritardo sugli ultimi aggiornamenti, è arrivato il permesso definitivo del Comune di Girona.
elBulli 1846. Appuntamento al 2019
E in occasione dell’inaugurazione della mostra sulla cucina di Picasso a Barcellona (che coinvolge da vicino lo chef), Adrià ha annunciato la data - definitiva? – di apertura di elBulli 1846, operativo a partire dal 2019 inoltrato, tra l’estate e l’autunno del prossimo anno. Ancora oltre 12 mesi d’attesa, dunque, ma stavolta la speranza tangibile che il food lab progettato dallo chef possa vedere davvero la luce ha sollecitato gli animi dei nostalgici di elBulli. Anche se, e Ferran lo precisa, non si tratterà di un ristorante, ma di un centro creativo concentrato sulla sperimentazione, seppur aperto al pubblico (200 visitatori al giorno il limite consentito), dove si potrà anche mangiare.
Aspettando Condividere
Quella che negli ultimi anni è stata l’evoluzione del pensiero di Adrià, in realtà, è ampiamente testimoniata dai progetti, molteplici, che lo chef e il suo team hanno continuato a portare avanti, dall’impegno con l’opera enciclopedica dedicata a scandagliare l’universo gastronomico (il lavoro in più volumi Bullipedia) alla crescita del gruppo di ristorazione che saldamente Ferran dirige con suo fratello Albert a Barcellona, con l’esperienza di Enigma a chiudere il cerchio di un pensiero che continua a restare ambizioso. Mentre proprio tra pochi giorni, il 9 giugno, debutterà a Torino Condividere, il ristorante nella Nuvola che Lavazza ha affidato alla consulenza di Adrià, sotto la direzione di Federico Zanasi: dello chef catalano, lo dice l’insegna, lo spazio torinese mostrerà la voglia di mettersi in gioco con una cucina votata all’incontro, con la voglia di divertirsi e far divertire. E certo c’è da aspettarsi belle sorprese anche per lo spazio che (ri)sorgerà sulla Costa Brava. I festeggiamenti sono rinviati di un anno. Intanto si parlerà, e molto, del grande Ferran nel numero di agosto del Gambero Rosso magazine. Se non siete più abituati alle edicole, abbonatevi perché è da non perdere.
a cura di Livia Montagnoli