Dal whisky al gin
La fama (e la storia) delle distillerie di whisky la fa decisamente da padrona quando si tratta di descrivere la tradizione distillatoria per eccellenza della Scozia. Eppure anche il gin vuole la sua parte. Non tanto perché circa il 70% della produzione di gin made in UK, contrariamente alle aspettative, proviene proprio dalle lands scozzesi. Sul dato pesa infatti il trasferimento in Scozia degli stabilimenti produttivi di due colossi (inglesi, entrambi Diageo) del settore come Gordon's e Tanqueray, che da soli assorbono buona parte delle richieste di mercato (per contro, Hendrick's, l'altro grosso nome di riferimento è nato e cresciuto in Scozia, a partire dal 1999 per iniziativa del gruppo William Grant & Sons, già produttore di whisky). Piuttosto perché un tempo anche il Nord del Regno Unito vantava una buona disponibilità di ginepro, tanto da alimentare un fitto rapporto commerciale con i porti olandesi, dove l'ingrediente veniva esportato per produrre il jenever, l'antenato del gin. Era il XVIII secolo, e il porto scozzese di Leith divenne la porta d'accesso per la diffusione di jenever olandese in tutto il Paese, in uno scambio incrociato che cementò la fama del prodotto.
La riscoperta del gin scozzese
Col tempo il ginepro scozzese ha finito per scomparire, fatta eccezione per qualche terreno che oggi i nuovi produttori di scottish gin hanno messo a coltura, alimentando un mercato che è letteralmente esploso negli ultimi anni, di pari passo con il fervore internazionale che spinge in avanti la gin-mania. E infatti le distillerie si sono moltiplicate, dando vita a una rete fiorente di realtà talvolta molto apprezzate per la qualità del prodotto, alcune particolarmente brave nel cogliere l'identità di territori molto diversi tra loro per varietà di microclimi ed ecosistemi, attraverso la selezione mirata di botaniche che coprono un ampio spettro aromatico. Proprio nella capitale scozzese (dove guarda caso oggi, 1 dicembre, va in scena la prima edizione del Gin Lounge Festival) è maturata una delle esperienze più riuscite in tal senso, quella di Edinburgh Gin. Di proprietà del gruppo Spencerfield, la distilleria è nata nel 2010 nella zona ovest della città; e oggi sono diversi i prodotti (comprese partite di gin in edizione limitata e una variante, il Seaside gin, che annovera tra le botaniche un'alga marina scozzese) ideati nello stabilimento di Leith, sotto la guida dal mastro distillatore David Wilkinson, anche lui in arrivo dal mondo del whisky.
Una distilleria nel cuore di Edimburgo
L'impegno è valso alla distilleria diversi riconoscimenti, ma a fare notizia nelle ultime settimane è l'ambizioso progetto che contribuirà a implementare la produzione del 200%. Non semplicemente una soluzione per rispondere alla domanda crescente, ma un'opportunità per mettersi in vetrina proprio nel cuore del centro storico di Edimburgo (e infatti sono ancora al vaglio i permessi per costruire a ridosso del nucleo antico della città), con la realizzazione di una nuova distilleria che costerà milioni di sterline. L'idea, che vedrà all'opera nell'area di East Market Street diversi studi d'architettura di fama, è quella di accogliere più di 100mila visitatori ogni anno in uno spazio che non sarà destinato solo alla produzione, ma pure a degustazioni e visite guidate per raccontare il mondo del gin. Sul rooftop si coltiveranno le botaniche impiegate in distillazione, mentre chi vorrà potrà studiare con i mastri distillatori il proprio gin personalizzato.
a cura di Livia Montagnoli