Tornare a viaggiare. L’importanza strategica del turismo
Sarà un 1 Maggio casalingo, proprio come il weekend di Pasqua che abbiamo vissuto qualche settimana fa. L’emergenza sanitaria ci ha costretto a ripensare le nostre abitudini, a mettere in dubbio certezze e a rivalutare piccole cose che davamo per scontate. Come una festa dei lavoratori trascorsa con gli amici, o in famiglia, all’aria aperta, per godere di una bella giornata di primavera. A tutto si fa l’abitudine, ma quando sarà possibile recuperare anche solo un po’ della nostra normalità, con la consapevolezza che la ripartenza dovrà essere quanto più possibile graduale, sarà necessario fare fronte comune per sostenerci l’un l’altro. Non tanto per campanilismo, ma per affrontare gli ostacoli che la convivenza con la pandemia continuerà a proporci per molti mesi a venire. Il settore del turismo, risorsa primaria dell’economia italiana, sconterà la crisi più a lungo di tanti altri comparti (persino il Ceo di TripAdvisor fa sapere di essersi visto costretto a licenziare quasi mille dipendenti, un quarto di tutta la sua forza lavoro). In questa direzione si muove l’azione che il Governo sta concertando per sostenerne la ripresa entro i confini nazionali: il Presidente Conte ha ribadito l’impegno dell’esecutivo anche in occasione dell’ultima informativa tenuta alla Camera dei Deputati in data 30 aprile, sottolineando la necessità di prevedere agevolazioni fiscali e aiuti economici per le imprese turistiche, favorendo al contempo le famiglie che sceglieranno di prenotare le proprie vacanze in strutture italiane (quando e come sarà possibile, però, è tutto da capire) con un bonus in denaro. Per affrontare con tanto spirito di sacrificio e lucidità di gestione la Fase 2, le imprese devono restare in vita, e dopo mesi di chiusura l’evenienza è tutt’altro che scontata.
La crisi dell’agriturismo
A scontare la cancellazione dal calendario primaverile 2020 delle gite fuoriporta e dei weekend di relax in campagna, per esempio, sono stati soprattutto gli agriturismi, che anche questo 1 maggio resteranno serrati. Con il Presidente di Agroturist e gli operatori di un comparto che conta 23600 strutture in tutto il Paese, dando lavoro a 100mila addetti, abbiamo fatto il punto della situazione qualche giorno fa: i mesi di maggio e giugno sono normalmente tra i più proficui per il settore, che in questo periodo dell’anno raggiunge il sold out con gli ospiti stranieri. Uno scenario che ora è solo un ricordo, e perdite stimate per circa 600/700 milioni di euro (parzialmente recuperabili se si riuscirà a catturare l'interesse degli ospiti italiani). Prima della crisi, in crescita costante nel triennio 2016-2018, il comparto aveva raggiunto la cifra record di 13,4 milioni di pernottamenti all'anno, contribuendo per il 3,1% alla composizione delle presenze complessive del turismo italiano (429 milioni di notti totali) e per il 9% a quelle del turismo extralberghiero (149 milioni di notti). Con una presenza prevalentemente straniera, che negli ultimi anni ha sostenuto la domanda con il 59% dei pernottamenti, grazie a turisti provenienti soprattutto da Germania, Paesi Bassi, Francia e Stati Uniti. Ed è ormai certo che per tutto il periodo estivo, e forse per l’intero 2020, non si potrà contare su una ripresa, seppur parziale, dei flussi turistici internazionali verso l’Italia. A questo bisogna aggiungere il venir meno dei progetti formativi e delle visite scolastiche nei circa 1500 agriturismi italiani che lavorano anche come fattorie didattiche. Attività che in primavera risultano particolarmente rilevanti anche da un punto di vista economico, il cui stop determina per il comparto agrituristica una perdita di volume d'affari pari a oltre 21 milioni di euro.
Nella speranza di poter accedere a liquidità a fondo perduto (al vaglio dell’esecutivo per una cifra pari a 15 miliardi di euro per le piccole imprese, come annunciato da Conte nell’informativa di cui sopra), dunque, il settore si attrezza per sopravvivere.
Gli Agribond per gli agriturismi in Puglia
Così nasce, in Puglia, la campagna di Coldiretti per l'acquisto di Agribond, esemplati sull’ormai celebre e diffuso modello dei dining bond ideati per sostenere la ristorazione (l’ultima ad aver lanciato la propria piattaforma è Fipe, con i ristobond acquistabili su Buooono, mentre anche gli hotel si stanno organizzando in tal senso, a partire dalla piattaforma internazionale Buy now, stay later). Analoghe sono le modalità di acquisto e fruizione: gli agriturismi coinvolti, riuniti nella rete Terranostra Puglia, possono presentare la propria offerta sul sito di Campagna Amica, stabilendo valore e termini d’uso del voucher, che prevede un vantaggio economico per chi lo acquista. Il cliente, dal canto suo, si impegna a pagare subito per un servizio (pranzi, pernottamenti, pacchetti completi) di cui potrà usufruire solo dopo la riapertura dell’attività. Accettando di assumere un rischio in virtù di un patto di fiducia con la struttura, memore magari dell’ultima scampagnata del 1 maggio vissuta in agriturismo. In Puglia sono 876 le strutture agrituristiche completamente ferme dall’inizio della crisi, mentre altre hanno continuato a lavorare come aziende agricole per la produzione e vendita di cibo, risentendo comunque di perdite cospicue. Gli agribond per il soggiorno in struttura potranno essere spesi entro il 30 dicembre 2020, o in alternativa utilizzati per acquistare prodotti tipici e per usufruire di pranzi a domicilio, qualora l’agriturismo non dovesse riaprire o gli ospiti fossero impossibilitati a usufruirne (per esempio per il perdurare di limitazioni alla circolazione).
Il valore del turismo in campagna
E per il Presidente di Terranostra Filippo De Miccolis sostenere gli agriturismi potrebbe rivelarsi un efficace sistema di contenimento degli assembramenti sul litorale: “Sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare. Parliamo di strutture con pochi posti letto e ampi spazi all’aperto, dov’è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza”.