Ministri, rappresentanti delle associazioni di categoria, esponenti delle più importanti istituzioni internazionali in ambito agroalimentare – Fao ed Europarlamento – persino l’Arcivescovo Rino Fisichella, insieme per l'inaugurazione di un'area di mungitura nell'azienda agricola Maccarese Spa, diventata per una mattinata la Davos agricola alle porte di Roma. In cui si è parlato di sostenibilità (ma senza prevedere un sistema di mobilità green per raggiungere la sede dell'evento: peccato), imprenditoria etica, agricoltura, sviluppo di un territorio in ottica di going green, collegialità di intenti e prospettive.
Maccarese Spa
La Maccarese Spa non è una azienda agricola come le altre: nata nel 1925 per bonificare oltre 4mila ettari, è passata di mano prima alla Banca Commerciale Italiana e poi all'IRI. Oggi è di proprietà della famiglia Benetton che l'ha acquisita alla soglia del nuovo millennio, ospita anche la sede di Bioversity International, agenzia alimentare patrocinata dalla FAO che si occupa di ricerca agricola e biodiversità e un centro di formazione agro zootecnico nato nel 2018 che offre percorsi di diverso tipo e il cui presidente, Claudio Destro, rilancia l'idea di creare una università di veterinaria nel Lazio: “qui già facciamo tirocini per gli studenti: dobbiamo formare veterinari di grandi animali” spiega.
Di loro ci eravamo occupati 3 anni fa, quando avevan riqualificato il Castello di Maccarese dando vita a un polo gastronomico che accoglie alcune delle più interessanti attività ristorative della zona e diventando un polo di aggregazione. Una delle varie iniziative a tutela dell'ambiente e della comunità. Ma il core business è l'agroalimentare, latte e mandorle soprattutto. “Siamo una società di benefit dal 2000, i nostri pilastri sono inclusività bene comune, tutela del territorio, in tutti i processi abbiamo impostato il lavoro in questa ottica” spiega Andrea Benetton presidente Maccarese Spa, che spiega come lo sviluppo tecnologico sia un fondamentale alleato di questo processo. Una precision farm, in cui salubrità, qualità, nuove tecnologie, fiore all'occhiello della regione – presente con il Governatore Francesco Rocca e l'Assessore regionale al bilancio e agricoltura Giancarlo Righini che ha illustrato i lavori del piano di sviluppo rurale e fatto il punto sulla programmazione 2021-2027 sottolineando come “Tutti i bandi hanno come stella polare la sostenibilità” – oltre che del comune di Fiumicino di cui Maccarese fa parte e di cui il Sindaco Mario Baccini sottolinea le potenzialità.
La sala a giostra
Con l'inaugurazione ufficiale della sala mungitura a giostra, costruita durante il Covid e completata lo scorso anno, si vuole celebrare il binomio tecnologia e sostenibilità. L’avveniristico impianto a giostra in acciaio, dove è continua l’interazione uomo – animale, consente una mungitura più veloce (dunque un minore consumo energetico) e, soprattutto, autonoma e volontaria: è l’animale che si muove portandosi di fronte all’operatore che rimane fermo. Questo riduce lo stress sia degli animali che degli operatori, il cui intervento manuale è ridotto da due robot, uno all’ingresso per la pulizia della mammella degli animali e uno all’uscita, per la disinfezione dei capezzoli. Grazie alle tecnologie avanzate ci sono controlli costanti su quantità e qualità del latte, il livello di attività di ogni capo di bestiame, tempi di riposo e di ingestione per monitorare lo stato di salute degli animali, prevenire patologie e aumentare il grado salubrità e sicurezza del latte prodotto. Il risultato è una maggiore efficienza complessiva del processo produttivo di latte fresco di alta qualità.
Garantire a tutti innovazione e nuove tecnologie
Anche a fronte di grandi numeri, “questa azienda rappresenta un modello” conferma Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, e può diventare un traino per tutto il settore: “la sostenibilità si fa con l'innovazione, ma questa deve essere garantita a tutti, anche alle piccole aziende, che magari si possono consorziare per accedere agli impianti più avanzati o grazie al sostegno di strumenti come i fondi del PNRR, perché nella transizione ecologica il mondo dell'agroalimentare e degli allevamenti sostenibili devono esserne protagonisti”. Non solo: secondo Ciafani è importante cambiare prospettiva: “si dice che l'agricoltura sia uno dei principali responsabili della crisi climatica ma è anche una delle sue prime vittime. L'agricoltura la cambiamo se lavoriamo con gli agricoltori e non contro”. Non è un pensiero isolato: “Il tema della transizione ecologica è il cuore del dibattito in Europa” conferma Paolo De Castro Europarlamentare alla Commissione Agricoltura,“ed è uno sforzo che va fatto con gli agricoltori, devono essere protagonisti di questa innovazione”. Una strada la indica Giancarlo Righini “Ci sono due leve: una economica e l'altra organizzativa. Da una parte la redazione del Piano agricolo regionale 2024, dall'altra un testo unico per l'agricoltura per il primo semestre 2025”.
Cosa ci fa il ministro della Salute in un allevamento?
Un progetto come la giostra di mungitura che migliora il benessere di operatori e animali e la sicurezza alimentare del latte entra perfettamente nell'ottica del One Healt inserito dal Consiglio dei Ministri nel nuovo regolamento di Organizzazione del Ministero della Salute. “È un approccio da perseguire in ogni ambito” spiega il Ministro della Salute Orazio Schillaci nell'illustrare questo nuovo dipartimento “che mette insieme salute umana animale e ambientale”. E questa correlazione tra le cose riguarda anche il nostro agroalimentare: “salubrità, sicurezza e qualità sono legati” e il ruolo di una sana alimentazione - “come il regime di dieta mediterranea” - ha un impatto enorme sulla salute e sulla spesa pubblica. Dunque il benessere animale riguarda anche la salute dei cittadini e quella dell'economia italiana, una sorta di visione olistica che chiama in causa anche gli istituti zootecnici. “Son tanti i tasselli che convergono nei temi del benessere animali”. “La visione One Health è centrale: salute persone animali pianeta possono andare di pari passo. Questo è un orizzonte che dobbiamo praticare velocemente” rilancia Stefano Ciafani.
Il ruolo degli allevamenti nelle emissioni e gli impianti a biometano
“Paradossale la crociata di una parte del mondo ambientalista sui digestori anaerobici” fa ancora Ciafani. “Parliamo di un sistema di economia circolare quasi perfetto, con l'uso delle deiezioni di grandi animali negli impianti di biogas. Non si deve avere paura dell'innovazione tecnologica”. Ma le emissioni degli allevamenti possono essere riutilizzate? non solo la commissione agricoltura ma anche quella ambiente, nel caso delle emissioni. “È stato corretto a livello parlamentare un errore sulla direttiva sulle emissioni industriali” illustra Paolo De Castro “è stato approvato - a livello dell'aula di Atrasburgo - il no all'inserimento dei bovini sulla direttiva emissioni, ora siamo fase di trilogo”.
Proprio all'Europa guarda il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini: “Siamo convinti che sarebbe vincente portare l'esempio del modello italiano a livello europeo, per esempio per quanto riguarda le emissioni, che da noi sono la metà rispetto ad altri Paesi. C’è molta disinformazione: dobbiamo concentrarci sullo spreco di cibo, che impatta per emissioni al 10% quindi più dei cibi prodotti e venduti, piuttosto che sull’inquinamento degli allevamenti e le industrie”. Senza contare la necessità di intervenire sulle infrastrutture, “siamo ancora orientati al trasporto su gomma, dobbiamo spostarci sul trasporto su rotaia - che assicura anche meno emissioni - e marittimo – che per noi è la vera autostrada del futuro. Siamo al 30esimo posto per efficienza per il trasporto dei nostri prodotti, con una perdita di 90miliardi all'anno, 9 miliardi solo sull'agroalimentare”. Non l'unico punto su cui lavorare per Prandini: “dobbiamo farci conoscere e lavorare sulla rappresentanza in Europa, in un’ottica di internazionalizzazione, di valorizzazione dei nostri prodotti che non può essere affidata alle singole regioni ma deve essere delegata al governo. Dobbiamo anche fare uno sforzo sul piano della difesa del marchio, s copiare il modello francese che i 2 o 3 player principali di ogni settore e lavora perché rimangano francesi. L'idea è trasformare Ismea in una cassa depositi e crediti dedicata alle imprese agroalimentari”. E poi, conclude: “dobbiamo riuscire a ottenere una risposta chiara sul rinnovabili e impianti di biogas che sono in scadenza, per avere una tariffa adeguata per le nostre imprese. Gli impianti di biometano sono un'opportunità che deve ricadere sulle aziende agricole, per trasformare il digestato in fertilizzante”.
L'agricoltura sostenibile alleata nella lotta alla fame nel mondo
Un'agricoltura più sostenibile ed efficiente è la sfida anche per superare l'emergenza alimentare globale: entro il 2050 ci si aspetta un aumento vertiginoso della popolazione mondiale “dobbiamo chiederci come garantire cibo per tutti” dice di Presidente della Fao Maurizio Martina “chiederci come cambiare l'alimentazione di queste persone, come trasformare e rendere più sostenibili le diete di interi sistemi, ma occorre avere la capacità di distinguere e capire i sistemi, di fare ragionamenti più complessi: solo chi ha la pancia piena può permettersi il lusso di dire che occorre mangiare in un certo modo, che si devono preferire le proteine vegetali a quelle animali. Oggi la lotta alla fame è una emergenza assoluta, siamo in una fase storica complessa, di policrisi. Dobbiamo fare il doppio delle cose che facevamo nella metà del tempo". Continua sulla modernizzazione: "Servono le innovazioni che ci consentono di produrre meglio consumando meno. Le soluzioni ci sono: questa azienda è la prova che si può fare, che non è solo teoria. Una azienda agricola fa vivere un intero territorio”. “Il grande tema è consentire che il cambiamento di modelli organizzativi e l'adozione di pratiche innovative e tecnologiche, diventino più equi per far sì che anche chi non è ancora pronto a coglierli possa diventarlo in breve. Le politiche pubbliche di ogni paese devono puntare lì, allargare la maglia di chi può prendere questi strumenti e usarli, altrimenti non basta, rimane per pochi. Bisogna chiamare chi per ora non ha partecipato, come i paesi in via di sviluppo”.
L'agricoltura è amica dell'ambiente
A chiudere gli interventi è stato il ministro del MASAF, Francesco Lollobrigida: “rompiamo la dicotomia tra agricoltura e difesa dell'ambiente: i primi ambientalisti sono gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori: preservano ciò che gli è stato tramandato dai loro genitori e lo passano ai loro figli. Difendere la natura significa difendere valori”. Sul PNRR” aggiunge “abbiamo lavorato per un aumento delle risorse sulla zootecnia, ma abbiamo inserito altri fondi per agricoltura per consentire di produrre di più con meno consumo ambiente e più tutela territorio, anche con un fondo sovranità alimentare per aiutare le filiere deboli. La sicurezza alimentare è l’obiettivo di tutti, c’è chi vuole raggiungerla dando cibo a tutti e chi dando buon cibo a tutti” dice, correggendo il tiro rispetto a una dichiarazione di poche settimane fa: “ingiusto che i ricchi debbano mangiare bene e i poveri cibi di basso prezzo e pochi valori nutrizionali, cibi innaturali”.
Continua il NO alla carne coltivata
Chiaro il riferimento di Lollobrigida alla carne coltivata (che qualche tempo fa accusò ingiustamente di rischi per la salute, leggendo male un rapporto dell'OMS), e non è l'unico, vuoi anche per la risaputa ostilità del mondo degli allevatori su questo tema (qualcuno ha ipotizzato perfino un'azione di lobby che frena la ricerca) che pone il mondo agricolo (Coldiretti e Slow Food in testa) contro la carne da laboratorio. Anche in questa circostanza il NO è arrivato forte e chiaro dai partecipanti: Stefano Ciafani commenta: “la sostenibilità non si pratica con la carne sintetica” che Benetton definisce “al di fuori dei meccanismi etici e naturali”, Ettore Prandini accusa: “in Europa ci sono stati membri che hanno un interesse economico a demonizzare la zootecnia: è una strumentalizzazione perché possano arrivare sul mercato cibi alternativi, per questo ringrazio chi firma per bloccare l'inserimento di questi cibi fino a che non ci sia evidenza scientifica” mentre Paolo De Castro commenta: "Il mondo animalista è preoccupato per la rottura tra cibo e natura come nei cibi artificiali”.