Un 2016 in perdita per Eataly
Un risultato “in controtendenza rispetto alle performance degli anni precedenti”. È il Sole 24 Ore a registrare il dato diffuso dalla relazione di bilancio di Eataly, che fotografa l'andamento tutt'altro che positivo dei ricavi dell'ultimo anno: poco meno di 179 milioni di euro nel 2016, contro gli oltre 211 milioni incassati l'anno precedente (una contrazione di fatturato superiore al 15%), complice - sostengono i vertici aziendali - il volano di Expo 2015. Ma pure, si legge ancora nella relazione, “l'incremento della pressione competitiva di nuovi player con una proposta commerciale di qualità”. Un calo fisiologico, paventano da Eataly, che però, al di là del mancato incasso del valore di 32 milioni di euro - considerando principalmente le attività italiane che fanno capo a Francesco Farinetti e alcune partecipate estere, dal momento che Eataly Mondo fa capo a un'altra gestione – fa riflettere soprattutto per la perdita di ricavi utili, stimata in 11 milioni di euro. In casa Eataly, per dir la verità, la preoccupazione è contenuta, o almeno non trapela. Anche perché, sostengono, i correttivi già messi in atto negli ultimi mesi dovrebbero garantire di rientrare già nel 2017 “ai consueti livelli di redditività”.
Eataly. Continua l'espansione nel mondo. Obiettivo: 500 milioni di fatturato
Come? Innanzitutto non arrestando un piano di espansione aggressivo, che in parallelo con la moltiplicazione delle filiali nel mondo (da Mosca alla presenza sempre più solida negli Stati Uniti, alla Danimarca e al Medio Oriente), ha visto e vedrà aprire nuovi punti vendita nelle principali città d'Italia. L'ultima arrivata entro i confini nazionali, a gennaio scorso, è stata Eataly Trieste: un investimento di 2 milioni di euro per rinnovare l'edificio dell'Antico Magazzino Vini. Ma contribuirà anche la maggiore efficienza dei processi: la logistica, i sistemi informativi, l'organizzazione dei punti vendita. Senza dimenticare l'investimento sulla digitalizzazione e la vendita online, su cui Andrea Guerra ha puntato sin dall'assunzione della carica di Presidente del gruppo Proprio Guerra guarda con positività al prossimo snodo, che sulla base degli sforzi “straordinari” compiuti da Eataly nel 2016 dovrebbe segnare il raggiungimento di un traguardo importante: i 500 milioni di euro di fatturato. Considerando anche le prossime inaugurazioni programmate nel mondo, Los Angeles e Stoccolma le più imminenti, poi una crescita al ritmo di 3-5 aperture ogni anno. E intanto si lavora alacremente per arrivare in ottima forma alla quotazione in Borsa, prevista per il 2018. Detto così, ma sono punti di vista, il debito accumulato per sostenere lo sprint, “è modesto”, ribadisce Guerra, che apre all'ingresso di nuovi azionisti desiderosi di scommettere sul brand. Particolarmente solido negli Stati Uniti, dove il fatturato si prepara a raggiungere quello italiano, e pronto a uscire ancor più forte dalla nuova avventura di Fico Eataly World.
Verso Fico. Le guide di Eataly World
La Disneyland del cibo voluta da Oscar Farinetti si appresta a inaugurare il prossimo 4 ottobre (anche se la data ora non è più così certa), e le manovre di avvicinamento si fanno sempre più incalzanti. L'ultima novità riguarda la guide turistiche che accompagneranno i visitatori nel tour del parco, in qualità di “ambasciatori della biodiversità”. Praticamente, all'ingresso gratuito al parco, i visitatori potranno associare diversi pacchetti per muoversi con consapevolezza tra mozzarelle, prosciutti e mulini. Esperienze tematiche che spaziano dal Fico gran tour alla visita dal campo alla forchetta, al percorso Fico e la Natura, per scoprire da vicino le 200 razze animali e le 2000 cultivar vegetali che convivranno nel parco. Ma si potrà usufruire anche di un percorso guidato tra le fabbriche contadine. Ognuno durerà all'incirca un'ora e mezza, avvalendosi delle conoscenze di personale formato per raccontare storia, aneddoti, approfondimenti sul tema a un pubblico eterogeneo. Ad accompagnarlo, infatti, 40 guide selezionate e formate dall'Ascom (e in questa direzione si muove anche l'accordo siglato con l'Associazione Beni italiani patrimonio Unesco, un'alleanza all'insegna della promozione della bellezza italiana, in tutte le sue forme, enogastronomia compresa). Tra i requisiti essenziali la conoscenza delle lingue: inglese, cinese, russo e arabo. Tanto per avere un'idea del pubblico che tutti si aspettano di vedere, numeroso, alle porte di Bologna.
a cura di Livia Montagnoli