Dalla vice presidenza alla presidenza il passo è stato breve. Dino Scanavino, classe 1960, astigiano, imprenditore vitivinicolo e vivaista, guiderà la Cia - Confederazione italiana agricoltori (900 mila imprese) per i prossimi quattro anni. Succede a Giuseppe Politi, dopo un mandato di 10 anni, ed è stato eletto dall'assemblea riunita a Roma. “L'agricoltura è una risorsa strategica per l'economia” queste le sue prime parole “nonostante i segnali positivi che da essa giungono, il reddito degli agricoltori non cresce, perché lo Stato appesantisce il settore con inconcepibili oneri burocratici, mettendoci fuori dalla competitivita' europea. Per questo serve un cambio di passo: la politica investa sul serio sul settore”. Nuova Pac ed Expo 2015, per Scanavino, sono appuntamenti che l'Italia non può mancare. D’altra parte “l’agricoltura è un settore fondamentale: non solo è letteralmente la dispensa dell’Italia, ma rappresenta una risorsa strategica per la ripresa dell’economia. Anche con la crisi, infatti, l’agricoltura sta garantendo occupazione e produttività, spesso in controtendenza rispetto all’andamento generale. Basti pensare che nel 2013 sulla scena agricola sono spuntate 11.485 nuove aziende, pari al 10 per cento delle imprese neonate in Italia, e che oltre il 17 per cento di questa nutrita pattuglia di ‘new entry’ ha un titolare di età inferiore ai 30 anni. Inoltre non si può dimenticare che l’agroalimentare è l’unico comparto che continua a crescere sui mercati stranieri e che oggi cibo e vino ‘made in Italy’ costituiscono il secondo comparto manifatturiero del Paese, dopo quello metalmeccanico, con un fatturato di oltre 130 miliardi di euro e un'incidenza del 15 per cento sul Pil”.
Il primo obiettivo che intende perseguire il nuovo presidente è la semplificazione di un sistema che spesso viene rallentato da una burocrazia farraginosa. “La parola d’ordine, comunque, deve essere sempre semplificare e Agrinsieme ne è un esempio” ha concluso Scanavino, “poiché nasce dalla scelta di lavorare uniti di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, rompendo le logiche della frammentazione. Credo che abbiamo dato un segnale di anticipo sulla politica. Un segnale di concretezza, perché questo patto copre praticamente tutta la filiera agroalimentare e i suoi problemi che finiscono per riflettersi anche su quelli di chi va a fare la spesa. Agrinsieme resta una via obbligata: solo insieme si può far ‘pesare’ di più l’agricoltura e affrontare in maniera adeguata questioni ataviche e nuove sfide del settore”.