Il valore del buon senso
Il mondo della ristorazione e dell'ospitalità italiana, duramente provato da disdette, clienti che scarseggiano e limiti precauzionali imposti delle autorità per arginare la propagazione del Coronavirus, combatte per resistere a una crisi che farà sentire i suoi effetti per molti mesi a venire. Al momento, però, la priorità nazionale è quella di potenziare il contrasto al contagio, e la previsione più probabile è che le misure di contenimento della socialità si intensificheranno nelle prossime ore (giorni), interessando anche aree finora risparmiate dall'allerta massima. Fuor di allarmismo, dunque, sarebbe bene cominciare a distinguere la necessità di non arrendersi alla paura – dunque ben venga sostenere le attività commerciali, la ristorazione, il settore dell'ospitalità, e continuare a vivere – da quella leggerezza dettata da spavalderia che ci fa sentire immuni e sprezzanti delle regole proposte nel bene della collettività. È proprio il rispetto degli altri, e la consapevolezza che ognuno di noi, nel suo piccolo, potrà contribuire alla ripartenza del Paese facilitando le operazioni di prevenzione e contenimento, che deve portarci a utilizzare il buon senso come strumento fondamentale di discrimine tra ciò che è necessario e ciò a cui possiamo temporaneamente rinunciare. In questo senso, riflettiamo su due iniziative di segno apparentemente comune, che pure ci portano e reagire in maniera opposta.
Uniti per Venezia. L'aperitivo gratis in piazza San Marco
Uniti per Venezia è l'iniziativa promossa dall'associazione Piazza San Marco per tutto il mese di marzo 2020: “È dalla Piazza simbolo della città che si è deciso di ripartire: tutti i veneziani e tutti gli ospiti della città sono invitati a ritornare a passeggiare lungo le Procuratie Nuove e Vecchie e in tutta l’Area Marciana e a fermarsi nei Gran Caffè storici e Caffè per prendere un aperitivo: per ogni drink acquistato, uno verrà offerto”, spiega il claim dell'iniziativa che coinvolgerà, tutti i giorni della settimana dalle 17 alle 20, il Gran Caffè Florian, il Gran Caffè Lavena, il Gran Caffè Quadri, il Caffè Aurora, Caffè Chioggia e la Gelateria Al Todaro. Le immagini della città lagunare deserta hanno fatto il giro del mondo: il crollo verticale del turismo in una delle città d'arte italiane più visitate dagli stranieri, già provata dall'acqua alta straordinaria di qualche mese fa, è una delle conseguenze più drammatiche di questo momento difficile. E Venezia non può essere lasciata sola.
Diverso, però, ci sembra l'appello a contravvenire al sopraccitato buon senso: se è giusto non svuotare i ristoranti (di Venezia, come delle altre città d'Italia), è certamente meno prudente incentivare raduni di piazza e assembramenti al banco del bar proprio quando l’unica arma che abbiamo per ridurre l’impatto del contagio è minimizzare le relazioni sociali. La risposta del virologo Roberto Burioni, tra i più ferventi (e mediatici) sostenitori di una quarantena quanto più possibile stringente nelle zone maggiormente colpite (Venezia, ricordiamolo, è in piena Zona Gialla), non si è fatta attendere: “Venezia: aperitivo gratis in piazza per ripartire. Ma lo avete capito che la gente deve stare a casa altrimenti quello che riparte è il virus?”, Twitta polemico il professore.
I ristoranti di Milano donano 100mila euro
È invece decisamente lodevole l'iniziativa di un'altra associazione costituitasi per contrastare la psicosi da Coronavirus. A Milano, l'Unione dei Brand della Ristorazione Italiana si è costituita lo scorso 24 febbraio a partire da un'idea di Antonio Civita (Panino Giusto) e Vincenzo Ferrieri (CioccolatItaliani), raccogliendo poi attestati di stima in tutta Italia. L'obiettivo? Dare un segnale di presenza e supporto ai cittadini, ma nel rispetto delle indicazioni diffuse dagli Enti competenti in tema di contenimento della diffusione del Covid-19. In una settimana di attività, contando proprio sulle insegne (oltre 100 quelle aderenti) rimaste aperte a Milano, l'Unione ha raccolto 100mila euro, già donati a Croce Rossa e Anpas per aiutarle a contrastare il virus. Le due Associazioni hanno destinato la donazione all'acquisto di apparecchiature e materiali sanitari. Di cui c'è estremo bisogno.
In conclusione, fermo restando l'appoggio a chi continua a lavorare con professionalità in un momento di grande contrazione dei consumi fuori casa (non negatevi il piacere di una buona cena di conforto con tutte le precauzioni del caso!), limitare gli assembramenti e le occasioni di socialità non indispensabili ci sembra in questa specifica fase auspicabile. Lo sanno bene tutti coloro che negli ultimi giorni si sono trovati a fare scelte difficili, annullando manifestazioni ed eventi di risonanza internazionale e grande importanza strategica per l'economia del Paese. Non ultimo, Vinitaly. Ci aspettano alcune settimane di buon senso, l’unica strada possibile