Il gelato di È Buono, gelateria solidale
Al bando i semilavorati industriali, largo a frutta di stagione, latte biologico, ingredienti certificati da produttori che operano nel rispetto dell’ambiente e dell’etica del lavoro, meglio ancora se intervenendo in situazioni critiche, per esempio riavviando terreni confiscati alle mafie. Di meriti intrinsechi agli standard del prodotto proposto al consumatore, il gelato di È Buono ne ha tanti. Ma la bontà del lavoro avviato dall’associazione Agevolando in collaborazione con l’associazione consulta diocesana di Genova si misura anche in termini di inclusione sociale. Il successo della catena di gelaterie che, partendo dal capoluogo ligure, oggi sono presenti anche a Bologna e Verona, si basa infatti sulla voglia di riscatto di giovani che hanno trascorso la prima parte della propria vita in situazioni difficili, vivendo in affido o in comunità (ci sono loro dietro alla nascita dell’associazione nazionale Agevolando).
Il gelato buono. Come cresce il progetto
Dunque siamo davanti a un progetto solidale che ha saputo trasformarsi in impresa in attivo, poggiandosi su una rete di relazioni sociali e con l’obiettivo ultimo di portare sul mercato un prodotto di qualità. Buono, come recita l’insegna. Poco più di un mese fa, la gelateria sociale ideata da Fabio Gerosa ha inaugurato la sua terza bottega a Genova, zona Marassi, a due passi dallo stadio Luigi Ferraris. Il primo negozio in città aveva aperto nel 2016, in San Fruttuoso; poi, nell’estate 2017, era arrivata la gelateria di Nervi, fronte mare, sulla passeggiata Anita Garibaldi, nello spazio messo a disposizione da Amiu e riqualificato dalla cooperativa, sempre con lo stesso obiettivo: offrire opportunità formative e lavorative ai ragazzi già ospiti di comunità per minori, in cerca di un’occupazione in grado di garantirgli un futuro indipendente al raggiungimento della maggiore età (quando tutte le fragilità dei ragazzi si rivelano allo scadere dei percorsi di tutela che li proteggono in comunità).
Il gelato buono, qual è. Formazione e prodotti di qualità
E infatti da subito il progetto si è nutrito di un solido percorso di formazione, che chiama tutti i ragazzi tra i 17 e i 30 anni coinvolti nell’attività a frequentare corsi professionali per gelatieri, così da renderli autonomi (e competenti!), e incoraggiarli ad avviare a propria volta gelaterie in franchising. Nella formazione è stata coinvolta dall’inizio la Carpigiani Gelato University, che ha messo a disposizione i suoi maestri gelatieri. Poi, ai ragazzi è garantita la possibilità di svolgere stage e tirocini, prima di scendere in campo in prima persona. Così sono nati anche i laboratori di Bologna (2017) e Verona (2018, con il contributo di Fondazione San Zeno) mentre il terzo negozio genovese conferma una presenza sempre più solida in città, sempre all’insegna di uno standard di produzione che ha guadagnato l’apprezzamento del pubblico. Ci sono i gusti classici – stracciatella, pistacchio, fragola naturale, limone – e le creazioni più originali, come la crema del marinaio con salsa Porto e cioccolato fondente, la Nonna Catalina (banana e dulce de leche), il San Fruttuoso (ricotta con basilico, miele e scorzette di limone semicandite), mora e salvia. E pure i gelati vegani: mandorla, gianduia, cioccolato, sorbetti alla frutta.
Il franchising sociale
L’impresa resta no profit: tutti gli utili prodotti dall’attività commerciale sono reinvestiti interamente per lo sviluppo e il miglioramento dell’organizzazione stessa, al fine di aumentare il numero di posti di lavoro per i giovani coinvolti. E il progetto alimenta a propria volta altre buone pratiche, promuovendo lo sviluppo delle imprese sociali da cui acquista prodotti e materie prime. L’obiettivo è favorire sempre più un circuito etico (rispettoso dell’ambiente e delle persone) e sociale della produzione. È buono, dunque, non solo è un progetto di cooperazione, ma anche un incubatore d’impresa, che guarda al futuro professionale dei ragazzi. A quando la prossima apertura?
È Buono - Genova – www.ebuono.org