Alimentari, trattorie antiche e forni. Dove mangiare all’Esquilino, il quartiere di Roma che non ha dimenticato il Novecento

18 Apr 2024, 11:22 | a cura di
Spesso offuscata dalla fama di zona multietnica, l’altra faccia del rione Esquilino è quella composta da botteghe e ristoranti centenari, capaci di raccontare l’ultimo secolo della Capitale meglio di un libro di storia.

Durante l’Impero Romano era sede di un castrum delle guardie a cavallo (Equites Singulares Augusti): da qui il nome, Esquilino, che era anche uno dei sette colli di Roma antica, il più alto. Confine della città storica – il limite erano le Mura Serviane, visibili nella Stazione Termini – con le zone di sepoltura e discarica, fu sede di giardini e ville residenziali fino al tardo Impero, con gli Horti Maecenatis, di proprietà del ricco consigliere di Augusto. E ancora, territorio monastico nel Medioevo, quartiere di ville nel Seicento, dopo l’annessione di Roma al Regno d'Italia l’Esquilino cambia completamente volto: la città si espande e il rione assume l’aspetto regale che ha oggi, con i palazzi umbertini pensati per la nuova borghesia (e i portici che omaggiano i Savoia).

Piazza Vittorio

Complice l'ingrandirsi della Stazione Termini, negli anni '80 del Novecento prende forma l'immagine multietnica di piazza Vittorio. Il rione cambia ancora una volta, avanzano i negozi dei commercianti cinesi, aprono le macellerie halal, le botteghe di spezie indiane e i minimarket bengalesi. Tra contrasti, abbandono e poi, di nuovo, crescita e gentrificazione (oggi le celebrità del cinema e della cultura capitolina abitano qui) il quartiere è un mosaico che, paradossalmente, conserva ancora intatti molti luoghi nodali della sua storia novecentesca: l’ex Caserma Sani ospita da una parte il Mercato Esquilino e dall’altra l’Università La Sapienza; qui sono ancora attivi alcuni dei più importanti teatri della città: il Teatro dell’Opera, l’Ambra Jovinelli, il Brancaccio. Qui sono vive molte delle insegne storiche di Roma, ristoranti e botteghe dove si è fatta – letteralmente - la storia d’Italia.

I locali storici

Le botteghe, i caffè, i ristoranti, dopo un secolo non sono più solo luoghi di commercio. Quelle mura diventano il condensato di vite intere e di un’epoca, soprattutto di un secolo complicato come il Novecento. Claudio Bordi, della Coloreria Bordi di via dello Statuto, qualche anno fa raccontò a La Repubblica che suo nonno, in una botola nel retrobottega, nascose 17 persone durante un rastrellamento nazista del 1943. Stessa testimonianza raccolta al Biscottificio Cipriani, dove ricordano come i vari tunnel che partono dalle cantine delle case e arrivano fino al Colosseo abbiano celato – potenza salvifica di una città stratificata nei millenni – tanti romani minacciati dalla vicinanza di via Tasso, dove c’era il Comando delle SS. Da Fassi, lo abbiamo raccontato qui, dal ’44 al ‘46 la Croce Rossa americana requisì il Palazzo del Freddo di via Principe Eugenio per rifocillare le truppe alleate. E aneddoti del genere, a visitare le insegne che raccontiamo in questo itinerario, se ne scoprono a profusione.

La Matriciana dal 1870

Un luogo leggendario, nato come trattoria nell’anno di Porta Pia e della presa di Roma. Nel decennio successivo, con la costruzione del Teatro Costanzi (quello che diventerà il Teatro dell’Opera), diventa il centro di ritrovo dei più grandi nomi della lirica, del ballo e dell’arte novecentesca, dalla Callas alla Fracci. Gli arredi sono quelli degli anni Trenta, il fascino amplificato dal fatto che accomodandosi a questi tavoli, circondati dalla storia, si possa ancora apprezzare un'ottima cucina romana.

La Matriciana dal 1870 - via del Viminale, 44 - Roma - www.lamatriciana.it

Hotel e Ristorante Massimo D’Azeglio

Complice la vicinanza con la Stazione Termini, inaugurata qualche anno prima - sarà riprogettata poi nel 1950 - e con il Teatro Costanzi/ dell’Opera, dal 1878 questa insegna è stata amata da reali, artisti, musicisti e letterati provenienti da ogni parte del mondo. Mascagni, Giolitti, Pasolini, Coppi, non si contano i clienti illustri che si sono avvicendati in questi ambienti. Da cinque generazioni sempre nelle mani della famiglia Bettoja, di origine piemontese, che ha saputo conservare arredi, opere d’arte e un’atmosfera irripetibile altrove.

Hotel e Ristorante Massimo D'Azeglio - via Cavour, 14 - Roma - ristorantemassimodazeglio.it

Antica Pizzeria Ricci

Detta anche Est! Est! Est! questa insegna è stata aperta nel 1888 come bottiglieria dal Cavalier Ambrogio Ricci; più tardi, ai primi del Novecento, con l’arrivo dell’elettricità, diventa pizzeria. Conserva gli arredi originali in legno degli anni ’20 e un’atmosfera un po’ fané; anche la pizza è d’altri tempi, come il menu, tra crostini alla cardinale (pane, fiordilatte, prosciutto crudo e funghi champignon) e amatriciana flambé ripassata nella forma di Pecorino Romano, che para faccia ancora molta presa sul pubblico internazionale.

Antica Pizzeria Ricci - via Genova, 32 - Roma - facebook.com/AnticaPizzeriaFratelliRicci

Premiata Pasticceria Cipriani dal 1906

Le scatole di latta, i decori floreali, le forme antiche dei biscotti, dagli oswego ai vittorio: la famiglia Cipriani è alla quarta generazione di pasticceri, con una produzione artigianale che si allarga anche a torte, crostate e fette biscottate. Oggi è Luca, pronipote del fondatore Pietro, a tenere alto il testimone dell’insegna e, con essa, la memoria artigiana del quartiere.

Premiata Pasticceria Cipriani dal 1906 - via C. Botta, 21 – Roma - pasticceriacipriani.com

Alimentari Grassi

Ha superato i 100 anni da un po', senza clamori, la bottega di quartiere di Annalisa e Flavio Grassi, titolari attuali dell'alimentari aperto quattro generazioni fa dal bisnonno. Due vetrine, l'insegna non c'è - «Qui ci conoscono tutti come Flavio e Annalisa» dicono - e un assortimento evoluto, per niente fermo nel tempo, che annovera vini ben scelti, pasta artigianale, burro della Val Pusteria, conserve ittiche di Cetara. Tanta cortesia.

Alimentari Grassi - via A. Poliziano, 19 - Roma - 06 70453924

Regoli

La famiglia Regoli è uno dei nomi simbolo della pasticceria romana dal 1916. La bottega dell’Esquilino è punto di attrazione per i golosi in arrivo nella Capitale da tutto il mondo. Il profumo dei dolci annuncia le proposte in banco, a partire dai famosissimi maritozzi, qui da sempre disponibili con la panna montata o nella versione più tradizionale dei quaresimali. E poi ventagli, profiteroles, fagottini, crostate, un repertorio tradizionale tenuto in vita con tenacia da Carlo Regoli e dai suoi familiari.

Regoli - via dello Statuto, 60 - Roma - www.pasticceriaregoli.com

Fassi dal 1880

La più antica gelateria della città – e una delle più antiche d’Italia -  è stata fondata nel 1880 da Giacomo Fassi, ma si è spostata nella sede attuale, il famoso Palazzo del Freddo, nel 1928. In un secolo qui è successo di tutto: avanguardisti nelle tecnologie già dagli esordi (il Telegelato, grazie al ghiaccio secco, rese spedibile il gelato in tutto il mondo), l’insegna è stata acquisita da una società coreana nel 2014. Oggi mantiene saldamente il suo fascino con gli arredi d’epoca, le macchine storiche e alcune produzioni originali, come i semifreddi e i sampietrini, sotto la guida di Andrea Fassi, che ha contribuito all’internazionalizzazione e all’espansione del marchio.

Fassi dal 1880 - via Principe Eugenio, 65-67 – Roma - www.gelateriafassi.com

Panella

Nella via Merulana del Pasticciaccio di Gadda, del Teatro Brancaccio e del Palazzo Brancaccio con il suo splendido Spazio Field, da quasi un secolo campeggia l’insegna di Panella, anno di apertura 1929. Sotto la guida di Maria Grazia Panella, coadiuvata da Tiziana Bufacchi, il panificio originario è diventato una grande azienda, con progetti di più sedi, una collaborazione in atto con Chef Express, un locale che non si ferma mai, tra colazione, aperitivi, pranzo e cena. Chi ha nostalgia del tempo che fu, entra per uno zabaione o per la pizza con la mortadella.

Panella - l'arte del pane - via Merulana, 54 - Roma - www.panella-roma.com

Ciamei

Sul vialone che collega l'Esquilino a San Giovanni campeggiano l’insegna anni '50 e il profumo di caffè: Ciamei è una torrefazione con un secolo alle spalle. Nata negli anni '2o come Caffè Magda, è Giusto Ciamei a darle il nome di famiglia nel 1959. Quattro le miscele da acquistare, arabica e robusta, che vengono macinate al momento. Gli interni non hanno aspetto d'epoca, banco e sala spaziosi per fermarsi a colazione o a merenda. Sugli scaffali vini e specialità alimentari.

Ciamei - via E. Filiberto, 57 - Roma - www.ciamei.com

 

Dagnino

Nel 1955 apre la prima pasticceria siciliana di Roma: i dipinti di Alfonso Amorelli e Herta Schaeffer su specchi e pannelli, le sculture di Giovanni Maria Manganelli, tutto mantiene il suo fascino originario, in una cornice che già di per sé è originale, la Galleria di via Vittorio Emanuele Orlando. Ai tavolini interni ed esterni è possibile gustare cannoli, arancine, torroni, frutta martorana. Qualcosa è migliorabile, ma l’atmosfera è davvero impagabile.

Dagnino - via Vittorio Emanuele Orlando, 75 - Roma - www.dagnino.com

Forno Roscioli Esquilino

Il cognome è imponente, ricorda la storia di una delle famiglie del pane di Roma, partita dalle Marche negli anni ’50 con il capostipite Franco. Qui all’Esquilino è Pietro Roscioli che, una volta messosi in proprio, nel 1986 apre il suo panificio, in una traversa di piazza Vittorio, in un locale che produce pane dal 1870. Oggi al timone c’è il figlio Andrea, che gestisce una produzione molto ampia tra salato e dolce. Punti di forza il pane con fichi, noci e uvetta – cavallo di battaglia del locale – e la pizza alla pala, stesa lunghissima in forni profondi due metri, un’opera d’arte. Per i feticisti del genere, occhio alle pizzette rosse, buonissime.

Forno Roscioli Esquilino - via Buonarroti, 46/48 - Roma - facebook.com/FornoRoscioliEsquilino

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