FUD. Il successo di un format territoriale di qualità
Togliere la pietra lavica etnea e sostituirla con la pietra di Billiemi, il marmo dalle venature grigiastre che si estrae a pochi chilometri da Palermo. Poi, con uno sforzo di immaginazione di cui accontentarsi fino alla fine di luglio (la data prevista per l’apertura nel capoluogo siciliano), pensare di arrivare a pochi passi dal Teatro Massimo di Palermo, accomodarsi nel grande spazio all’aperto per godere del clima invidiabile della città e ordinare un Cis Burger o un Ors Che Bab. Nessuno svarione grammaticale, gli estimatori di FUD ne avranno immediatamente riconosciuto lo stile.
La bottega sicula che ha saputo ritagliarsi uno spazio di rilievo nel panorama gastronomico catanese - tanto da diventare modello per la ristorazione veloce di qualità che sa rispettare il territorio valorizzando una rete di piccoli produttori locali ancora sottovalutata - è sbocciata negli ultimi anni con una proposta che strizza l’occhio alla tradizione del cibo di strada tanto importante a queste latitudini, proprio nel cuore pulsante di Catania, in via Santa Filomena.
Il ruolo della bottega. La rete di eccellenze siciliane
L’anno scorso, a sugellare il successo di pubblico, è arrivato il premio del Gambero Rosso come migliore realtà street food della Sicilia, oggi l’azienda conta 50 dipendenti, scommettendo su una formazione rigorosa del personale e privilegiando la specificità del territorio pur presentandola al cliente in chiave originale e divertita. Trasformandosi, di fatto, in un’importante vetrina per l’agroalimentare isolano di qualità: “Siamo il miglior cliente dei produttori d’eccellenza siciliani, molti di loro per metà del mese lavorano esclusivamente per noi. Così, pur mantenendo un rapporto qualità/prezzo conveniente per il cliente (grazie anche all’ottimizzazione di tempi e spazi), siamo riusciti a smuovere un intero comparto. E tutti ci seguono con entusiasmo e serietà”. Non ha dubbi Andrea Graziano, ideatore e proprietario dell’azienda, mentre ci spiega il fulcro della filosofia FUD, quei valori che a breve porteranno all’attesa espansione dell’azienda.
A Palermo precisamente, dove il cantiere per il completamento del nuovo locale (più grande del fratello catanese e con uno spazio panoramico open air) è ancora aperto, nuovamente affidato ad Andrè Thomas Balla, l’architetto francese che ha firmato l’originale, aggiudicandosi un riconoscimento per l’interior design al concorso Bar e Ristoranti d’autore.
FUD Palermo. Cosa si mangerà
Format che vince, non si cambia, ma si adatta alla tradizione gastronomica palermitana, accogliendo in squadra nuovi artigiani d’eccellenza. L’allestimento degli interni privilegerà così il rapporto con i materiali locali, mentre i fornitori saranno quelli di sempre – una squadra di una cinquantina di produttori, dalla bufala ragusana al suino nero dei Nebrodi – con qualche interessante new entry: le uova biologiche in arrivo dall’azienda Bosco Ficuzza, la provola delle Madonie, l’azienda Manna di Giulio Gelardi, l’antica macelleria di Emanuele Cottone, un nome noto a Palermo che è garanzia di carne di qualità.
Anche con lui, lo staff di FUD sta studiando le novità del menu, che si arricchirà di suggestioni locali, come il Meusa Dog, un hot dog a base di milza, l’ingrediente che ha reso celebre nel mondo la tradizione di strada palermitana e i suoi ambulanti ben prima del fenomeno di tendenza esploso in tutta Italia. Si preannuncia interessante anche il matrimonio tra panelle e mortadella d’asino di Chiaramonte Gulfi (nel ragusano) che finiranno nel Panel Bred insieme a un mix di verdure selvatiche.
Un modello imprenditoriale per la Sicilia
FUD Palermo sarà aperto 7 giorni su 7 a pranzo e cena e darà lavoro a 35 nuovi dipendenti (oltre ai ragazzi in arrivo da Catania per formare le nuove leve), confermando l’ottimo stato di salute dell’azienda, ormai a pieno titolo modello di imprenditoria virtuosa in grado di oltrepassare gli ostacoli di una realtà isolana tutt’altro che facile. D’altronde i curricula pervenuti sono stati circa tremila e le richieste di franchising ben quaranta: “E allora abbiamo pensato: perché non aprire in prima persona su una nuova importante piazza, assicurando il rispetto dei nostri standard qualitativi?” ci dice Graziano. E prima di salutarci ci concede un’altra piccola (succulenta) anticipazione: presto FUD raddoppierà anche a Catania. Proprio di fronte alla casa base nei prossimi mesi arriverà un cocktail bar (con proposta gastronomica) dedicato all’arte della miscelazione in stile FUD, uno spazio off dove presentare al pubblico le proposte non entrate in carta e originali drink alla catanese. Ne riparleremo presto.
a cura di Livia Montagnoli