Quanta carne di squalo consumiamo senza saperlo? Circa 0.2 kg l’anno pro capite secondo la Fao, e parliamo solo dell’Italia. È il tema centrale del documentario dei fratelli italiani Andrea e Marco Spinelli, che vuole fare luce sul commercio di questo prodotto, spesso etichettato con nomi ingannevoli.
Il commercio di carne di squalo in Italia
Vitello di mare, gattuccio… sono alcune delle diciture con cui viene venduto lo squalo, un pesce che spesso ingeriamo senza consapevolezza, soprattutto noi italiani, considerando che tra il 2009 e il 2021 il paese è stato il terzo maggiore importatore mondiale di carne di squalo, per un totale di circa 98mila tonnellate. Shark Preyed (Lo Squalo Predato), il documentario dei fratelli Spinelli disponibile dal 2025 (non è ancora nota la piattaforma), è il frutto di anni di ricerche e riprese: Andrea è un biologo marino, Marco un fotografo e documentarista, e insieme i due hanno viaggiato tra Italia e Spagna per osservare la pesca e offrire un’istantanea della crisi ambientale legata a questa pratica.
Tutta colpa di Spielberg
Partiamo dai numeri. Fino a 100 milioni di squali vengono uccisi ogni anno, dato che mette a rischio il 36% della popolazione mondiale. Le conseguenze, naturalmente, ricadono sull’intero ecosistema marino. Dimentichiamo l’immagine dello squalo killer del film di Spielberg del 1975: nel documentario questi animali vengono ritratti non più come nemici dell’uomo, ma esseri fondamentali per il mantenimento della biodiversità. Il vecchio detto «pesce grosso mangia pesce piccolo» è quanto mai vero: trovandosi in cima alla catena alimentare, lo squalo si nutre di pesci di medie e piccole dimensioni, che a loro volta mangiano organismi animali e vegetali più piccoli. Evitando così una riproduzione fuori controllo, ma non solo: questi predatori si occupano anche di eliminare gli esemplari malati e garantire delle nuove generazioni sane e forti. Amici, più che nemici: vittime e non carnefici. Animali che ora si trovano in pericolo, un rischio di cui nessuno è a conoscenza ma che il documentario si impegnerà a rendere noto.