Strada in salita per la Doc Interregionale Pinot Grigio. “Nulla è deciso” è stato il commento del vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello. Un commento che fa cadere le certezze di chi la dava già per scontata. Ricordiamo, infatti, che l’obiettivo fortemente voluto dal Consorzio Vini di Venezia era di arrivare al nuovo disciplinare (comprensivo di nome e unico consorzio di rappresentanza) entro la prossima vendemmia. Obiettivo che sembrava condiviso anche dagli altri Consorzi: il Trentino dopo le prime perplessità aveva adeguato le rese di produzione a quelle venete (180 quintali per ettaro), il Friuli, invece, nella persona del presidente del Consorzio Pietro Biscontin due mesi fa aveva dichiarato a Tre Bicchieri “Stiamo procedendo a passi veloci per arrivare al più presto a tutelare il prodotto. Se vogliamo avere la meglio sul mercato, dobbiamo essere uniti. Ora si tratta solo di definire le piccole cose”.
La frenata del Friuli Venezia Giulia
Cosa è successo nel frattempo? A Vinitaly, di fronte a un soddisfatto Zaia in vena di annunci, Bolzonello ha invitato a rallentare, dicendo che di fatto è circolata solo una bozza di disciplinare (anzi per la precisione sette) sui cui ragionare, ma che bisogna ancora accordarsi su governante e quantitativi. Tutto da rifare, quindi? Di sicuro c’è un documento, stilato dai friulani e firmato da 47 aziende e 37 enotecnici, in cui si esprimono una serie di perplessità relative al progetto. I motivi sono ascrivibili al timore di un offuscamento delle altre doc. Ma non solo. Il nuovo disciplinare prevede massimali di produzione per ettaro superiori a quelle dell’attuale Igt. Infine non convince la rinuncia all'indicazione geografica tipica “Venezia Giulia” che caratterizza le produzione delle quattro provincie del Friuli. Tutti temi che si approfondiranno nel Tavolo di negoziazione previsto per questo mese. “Non ci opponiamo alla doc interregionale” commenta Robert Princic, presidente del Consorzio del Collio “ma ci sono varie cose da rivedere. E soprattutto, prima di lavorare ad un progetto che inevitabilmente stravolgerà il territorio, dobbiamo in parallelo lavorare sui nostri progetti regionali e consolidarli”. Il riferimento è alla doc Friuli che, dopo anni di aggiustamenti e ripensamenti, dovrebbe diventare realtà nei prossimi mesi, contribuendo, così, a creare un vero e proprio brand territoriale. Di tutto il resto si parlerà dopo.
a cura di Loredana Sottile