Nel regno delle olive ascolane una vecchia pasticceria prepara un diplomatico strepitoso

15 Giu 2024, 08:14 | a cura di
La scoperta di un dolce antico, il diplomatico, rivisitato e realizzato con l'anisetta nella città delle olive ascolane. Un dolce da gustare freddo e che sa emozionare

Non è mai stato un dolce particolarmente amato dal nostro palato che (purtroppo?) privilegia il salato. Forse anche perché è sempre stato una pasta (nel senso di pastarella) "antica", un classico che ricordava sì le domeniche casalinghe in cui i pranzi finivano col vassoio di pasticceria tradizionale, ma insomma lo abbiamo sempre un po' snobbato (anche se forse questo suo essere antico è anche uno dei motivi del suo successo pop). Quando, nel cuore di Ascoli Piceno, nella suggestiva via del Trivio dove la scena è divisa tra il Teatro Ventidio Basso e lo splendido chiostro di San Francesco che ospita anche una parte del Caffè BoccaScena, ci hanno proposto il diplomatico, abbiamo storto il naso. In realtà non lo abbiamo proprio assaggiato. Ma ne abbiamo acquistato un "cabaret" da portare agli amici al rientro dal viaggio.

Il Diplomatico di BoccaScena e dietro il Cappello del prete

Un diplomatico in riva al mare

Rientrati alla base, ci siamo incontrati con gli amici in uno stabilimento in riva al mare sulla costa laziale. Avevamo il "cabaret" di diplomatici (e di cappelli del prete alla crema) che abbiamo chiesto al barista di tenerci in frigo. Sbicchierata, insalata di mare e fritturina. Poi ci ricordiamo delle paste che avevamo quasi scordato in frigo. Così recuperiamo il vassoio e lo portiamo al tavolo con gli amici. «Scusate, ma abbiamo portato delle pastarelle un po' classicone... Sentiamo come sono, le abbiamo prese ad Ascoli. Anzi, in Ascoli come dicono là...». Ci siamo giustificati per la scelta che ci sembrava un po' azzardata, specialmente per un fine pranzo in riva al mare. In realtà erano tutti contenti di questa sorpresa dolce. Solo noi eravamo un po' titubanti per l'azzardo di quei diplomatici...

diplomatico all'anisetta Meletti di BoccaScena _ Ascoli Piceno

La sorpresa nell'esplosione dell'Anisetta

Non possiamo esimerci dal primo morso. Strabuzziamo gli occhi... Ci blocchiamo con lo sguardo fisso alle onde, alla schiuma bianca, alla vela che in lontananza dribbla una boa bianca... È come avere una visione. Le prime parole che ci escono sono: «Cavolo! Ma quanto è buono?!». Il profumo e il gusto dell'anisetta ci invade il palato e sterilizza il cervello, lo blocca in un'estasi di gusto totale che dura un istante, ma che sembra non finire mai. Una sorpresa! Nessuno si aspettava l'anisetta (non lo sapevamo) nessuno si aspettava che quel gusto alcolico intrigante e fresco. Anche le donne che si erano tirate indietro per questioni di dieta - essendo ormai giunti alla fatidica prova costume - si incuriosiscono e ci vengono dietro. Prima dividono il diplomatico in tre pezzetti, poi se li sbafano tutti leccandosi le dita... Insomma un successo. Vero. Strepitoso. Non è facile sorprendersi così e rimanere estasiati da una rivelazione, specialmente essendo abituati ad assaggi su assaggi. Non è davvero facile stupirsi. Eppure, quel diplomatico è riuscito a scaraventarci istantaneamente in quell'emozione lì.

Lo storico Caffè Meletti nel centro di Ascoli Piceno

Dal Caffè Meletti a BoccaScena

L'inventore di questo diplomatico all'Anisetta Meletti è Paride Vagnoni. Lui, titolare di Ascolive e di BoccaScena, è un personaggio vero. Possiamo davvero definirlo un figlio del genius loci. Ha cominciato a lavorare da ragazzino, è riuscito ad entrare in banca e a fare carriera, aveva il pallino del cibo ed è riuscito a riportare in vita il Caffè Meletti, lo storico salotto buono nella fantastica piazza del Popolo di Ascoli, dopo un decennio e più di chiusura: a fine '98 lo ha riaperto. Poi ha avviato e rivenduto diversi bar e ristoranti. E ha dato vita a una fabbrica di olive all'ascolana di qualità davvero alta che stanno già conquistando i mercati non solo locali. Giusto per la cronaca, la sua impresa è stata notata da un fondo di investimento straniero che ne ha subito acquistato una bella quota investendo sulle capacità di Paride. Il quale, non sapendo come sfogare la sua vulcanica imprenditorialità e visionarietà, ha dato vita pure a BoccaScena, un caffè pasticceria alle spalle del Caffè Meletti. Ecco, è qui che nasce questo diplomatico innovativo per quanto antico.

Il dehors di BoccaScena nel chiostro di San Francesco ad Ascoli

Il diplomatico nasce in una notte

«Quando presi il Meletti, molti non gradivano l'alchermes rosso, così cominciai a usare quello bianco, che poi era una bagna particolare in cui non c'era neppure l'alchermes. Aveva successo - racconta Paride - Ma era comunque il classico diplomatico. Poi il Caffè Meletti ha cambiato diverse gestioni, essendo legato anche alla gestione della Fondazione Cassa di Risparmio e dunque ai suoi vertici, e io mi sono dedicato alla nuova pasticceria. Quattro anni fa, non riuscivo a dormire pensando a come potessi dare un tocco di territorialità ad alcune preparazioni. Pensavo a quel diplomatico, che per altro mi piaceva pure tanto. E come in un piccolo flash, mi venne in mente Meletti. Che è il nome dello storico caffè, ma anche la famiglia che lo aprì nel 1907. Ora Meletti è un liquorificio che sta a pochi metri dalla mia fabbrica di olive ascolane. Insomma, la mattina andai in pasticceria e dissi subito al mio pasticcere, Peppe Vagnoni (con cui non siamo parenti!) che avevo avuto quell'idea. Lui rimase perplesso. Mi disse che l'anisetta aveva troppo alcol e che diluendola avrebbe perso l'aroma e il gusto. Ma non desistetti e lo invitai a provare. Alla fine, ci riuscì: ha creato una bagna in cui si sente un po' di alcol, ma soprattutto che conserva intatto l'aroma. E nasce il nostro diplomatico». Beh, bella scoperta!

Paride Vagnoni assaggia le sue olive ascolane al tavolo di BoccaScena

Il regno delle olive ascolane

La storia e la vita di Paride è profondamente legata alla sua città. Ne conosce volti e angoli, anche i più nascosti. E ne conosce i gusti e lo spirito. Lui è un vulcano di idee, un visionario, dicevamo, e in questa sua dimensione è supportato e spalleggiato dalla moglie Nives (che è tra l'altro anche una appassionatissima motociclista) la quale anche lei gestiva un ristorantino sempre in centro che era diventato un punto di riferimento importante per la città. Ha messo a punto una pasta fresca alla farina di foglie di olivo: questa la abbiamo provata a Vinitaly e ne abbiamo avuto una impressione splendida. Certo, però, il suo investimento attuale è concentrato sull'oliva ascolana pronta, pre-fritta, e realizzata con la ricetta che utilizzava sua nonna. Paride ha il pallino della qualità e nei suoi prodotti si sente pienamente. Certo, però, è riuscito davvero a sorprenderci. Venire nella città delle olive ascolane per scoprire un diplomatico all'anisetta è incredibile. E ancor più incredibile è l'esserne stati conquistati pur non avendo nessuna particolare simpatia per quella pasta antica. Per fortuna, sono cose che capitano!

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