Il ritorno di Trump fa paura ai ristoratori. La stretta sull'immigrazione danneggia le cucine

22 Gen 2025, 08:57 | a cura di
Il recente licenziamento di alcuni lavoratori a Boston e New York mette in luce la vulnerabilità dei dipendenti della ristorazione

Il neopresidente Donald Trump ha promesso di deportare milioni di immigrati privi di "status legale". L'industria della ristorazione si regge sulle spalle dei lavoratori privi di regolare permesso di soggiorno. Definire precaria la posizione dei lavoratori non documentati e dei ristoranti che li impiegano è riduttivo. Come riportato da Eater, infatti, sono forti i timori riguardo la stretta sull'immigrazione promossa da Trump, e quanto i provvedimenti incideranno sulla sussistenza di molti. Secondo uno studio del Center for Migration Studies del 2022, a New York ci sono quasi 700 mila immigrati privi di documenti, senza contare gli oltre 200 mila immigrati arrivati nella Grande Mela negli ultimi 3 anni. A livello nazionale, secondo una ricerca del centro studi pubblicato nel 2024, ben 8,3 milioni di immigrati senza documenti lavorano negli Stati Uniti, rappresentando il 5,2% della forza lavoro. Di questi, un milione circa lavora nei ristoranti.

Il giuramento di Trump: crackdown sui lavoratori non documentati

Il licenziamento di chi non possiede status regolare si sta già verificando nel settore. A Boston, Tatte Bakery and Cafe, con quasi 30 sedi nella regione (e 20 sedi a Washington, D.C.) ha recentemente licenziato circa 60 dei suoi 2.500 dipendenti. Come riporta il Boston Globe, i licenziamenti sono avvenuti dopo che i dipendenti dello stato del Massachusetts sono stati "segnalati dall'Internal Revenue Service (organo di controllo tributario) per discrepanze nei documenti potenzialmente legate al loro status di immigrati".
A novembre, appena conosciuto l'esito delle elezioni in USA, Tatte ha dato ai lavoratori una settimana di tempo per presentare le carte. Dopo di che, in una lettera ai dipendenti in mancanza della documentazione richiesta, ha scritto «Vi considereremo come dimessi volontariamente. Sebbene sostenere i nostri dipendenti sia una priorità, dobbiamo rispettare la legge». La maggioranza del personale ha rassegnato le dimissioni. Quello che è ancora più preoccupante sono i sistemi di verifica dello status dei lavoratori.

I controlli sul personale

Il sistema di controllo E-Verify, basato sulla Legge per la riforma e il controllo dell'immigrazione approvata dall'amministrazione Reagan, utilizza un database per verificare se un dipendente è autorizzato a lavorare negli Stati Uniti o meno. L'ACLU (organizzazione sindacale non governativa a difesa dei diritti civili e le libertà individuali in Usa) critica il sistema, sottolineando che con 154 milioni di lavoratori è difficile garantire un'accuratezza totale, causando potenziali errori che mettono a rischio gli impieghi.
Nel 2005 il Fulton Fish Market, che rifornisce New York di quasi la metà delle specialità ittiche in commercio, ha traslocato dal Seaport per una nuova sede nel South Bronx. L'edificio a Manhattan è rimasto vuoto per un decennio, fino a quando il prolifico chef Jean-Georges Vongerichten, finanziato dalla Howard Hughes Corporation, ha annunciato un ambizioso progetto di ristorazione in quegli spazi. Nel 2022, dopo una ristrutturazione costata 194,6 milioni di dollari, nei 53 mila metri quadrati dell'ex Seaport, lo chef e i suoi soci hanno aperto 6 ristoranti, 4 bar, una manciata di punti con servizio al banco, e poi gastronomie e luoghi per cene private. A pieno regime, l'ex pescheria, ribattezzata Tin Building (il palazzo di latta), dava lavoro a 700 dipendenti. All'epoca, la Creative Culinary Management Company verificava l'identità dei propri dipendenti con metodi tradizionali. Il Seaport Entertainment Group, che ha rilevato la gestione nel dicembre 2024, verifica i propri dipendenti tramite E-Verify. Alle persone segnalate dal sistema ed escluse dal libro paga del Tin Building, la direzione ha dato un ultimatum sotto Natale: chi era in grado di fornire i permessi entro 10 giorni poteva tornare al lavoro, chi non riusciva, otteneva la liquidazione.

immigranti a new york

Immigrati europei sbarcano a Ellis Island, 1907 - Foto The Everett Collection

Gli esempi del Tin Building e di Tatte destano preoccupazione per il destino degli immigrati nei prossimi anni e riportano alla mente episodi precedenti, come quello del 2019, quando 680 lavoratori sono stati espulsi da diversi allevamenti di pollame del Mississippi; o quando nel 2016, 30 dipendenti sono stati licenziati dalla Vetri Family Restaurants. In quest'ultimo caso, come per il Tin Building, il nuovo proprietario, Urban Outfitters, aveva già attivato E-Verify, quindi in sede di controllo sul personale del ristoratore Marc Vetri, molti dipendenti non hanno superato la verifica e sono stati licenziati. «È uno schifo», ha dichiarato Vetri a Philly Magazine all'epoca. «Ma l'America è così. Mio nonno ha lasciato l'Italia a 17 anni, imbarcandosi su una nave. È arrivato qui illegalmente. Ma ora le circostanze sono diverse. Ci sono immigrati di seconda e terza generazione che hanno messo su famiglia qui, e non c'è ancora una vera strada per loro per diventare legali, anche se costituiscono il tessuto della nostra società».

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram