Dieta Mediterranea. Dalla legge alla scuola
Facile parlare di Dieta Mediterranea, ma oltre al brand c'è di più. Il modello alimentare messo a sistema per la prima volta dal fisiologo Ancel Keys negli anni Cinquanta, stupefatto dai benefici dell'alimentazione quotidiana tra gli abitanti del bacino mediterraneo, è oggi un potente richiamo culturale oltre che gastronomico, ma anche un concetto troppo spesso abusato per invocare presunte genuinità e leggerezza sulle tavole di tutto il mondo. Dalla fine del 2010 la Dieta Mediterranea è tutelata dall'Unesco, patrimonio immateriale dell'umanità, e ora anche l'Italia sembra decisa a valorizzare quell'insieme di sane pratiche alimentari che le appartengono da secoli, per esaltare quello che non è solo un modello alimentare, ma uno stile di vita da imitare. Di questo si è discusso nelle ultime ore in Commissione Agricoltura, riunita dal presidente Roberto Formigoni per analizzare i ddl 313 e 926 in materia, appunto, di dieta mediterranea. Per il momento il dibattito si articola sull'asse Roma-Pavia, coinvolgendo il cardiologo Italo Richichi, che sabato presenterà nella cittadina lombarda il suo progetto per una Scuola Italiana della Dieta Mediterranea (SIDMe), con il supporto dell'Università di Pavia, degli atenei di Milano e della Calabria, e della scuola medica di Salerno.
Formazione e valorizzazione. Gli strumenti dell'Italia
Con il suo team e con l'associazione nazionale di prevenzione cardiovascolare, il professore ha già avviato uno studio comparativo sulle abitudini alimentari di Italia, Spagna, Grecia e Maghreb, ma presto, alle indagini sui prodotti, la scuola affiancherà un vero programma didattico per la formazione di promoter che dovranno muoversi sul territorio per sensibilizzare gli italiani a una corretta alimentazione. Il testo di riferimento sarà il volume sulla Dieta Mediterranea di riferimento scritto da Richichi, che approfondisce caratteristiche e proprietà nutrizionali degli alimenti e restituisce un quadro completo sull'habitat mediterraneo, grazie all'apporto di nutrizionisti, farmacologi, agronomi, produttori. Intanto il professore si batte perché venga approvata la legge che impone la descrizione dei componenti su ogni prodotto in vendita, uno dei punti più dibattuti in Commissione Agricoltura negli ultimi mesi, insieme alla necessità di ribadire con forza il ruolo della Dieta Mediterranea nella vita di ogni italiano, garantendo una corretta e diffusa informazione in materia (che significa anche, per esempio, rivedere il menu di mense scolastiche e servizi di ristorazione collettiva, oltre che promuovere all'estero quella combinazione di cibi tutelati dall'Unesco, ma non sufficientemente protetti dalla nostra legislazione). Anche in collaborazione con i Paesi stranieri “portatori sani” di Dieta Mediterranea.
Mentre è al vaglio l'elaborazione di un marchio concesso dal Ministero dell'Agricoltura solo previa verifica della tutela di valori condivisi.