Gennaio, il mese dei regimi detox, delle buone intenzioni e della dieta del «mai più nella vita un panettone». Anche quest'anno, puntuali come le tasse, arrivano i consigli su come purificarsi dopo le abbuffate natalizie. I giornali ne parlano come se fosse un rito di passaggio obbligatorio, e il Dry January – la rinuncia all’alcol per un mese – si aggancia perfettamente al mantra del depurarsi. Ma siamo proprio sicuri che questo famoso detox abbia senso?
Il termine «detox» suggerisce l'idea che il nostro corpo sia una specie di discarica da ripulire con il giusto mix di tisane e centrifugati, ma quando si chiede alla scienza, la risposta è piuttosto netta: il detox non esiste. Non esiste una definizione scientifica, non esiste un processo specifico che faccia quello che promettono gli influencer su Instagram o i cartelloni pubblicitari delle cliniche chic «Non ci sono evidenze scientifiche veramente precise sul concetto di detox - ci spiega la Dott. Sara Olivieri, dietista esperta di disturbi alimentari - Il nostro corpo è già strutturato per eliminare naturalmente le tossine attraverso fegato, reni, polmoni e pelle. Questi sistemi lavorano ininterrottamente per mantenere l’equilibrio senza bisogno di interventi esterni. Nonostante qualche sovraccarico occasionale, come le abbuffate natalizie, un corpo sano riesce a ripristinare il suo equilibrio in breve tempo. La sensazione di pesantezza o stanchezza che percepiamo è proprio legata al processo stesso che a una reale intossicazione.»
L’ananas brucia i grassi
Dietro al detox c'è anche un mercato multimilionario. Bevande, integratori, programmi di dieta: tutto venduto con l'idea che siamo pieni di impurità. Ma anche la cattiva informazione negli anni ha fatto la sua parte, dando più o meno valore alle proprietà detox appunto di alcuni alimenti «Sfatiamo un mito: il cibo non è una medicina e non possiamo curarci attraverso gli alimenti. Certo, esistono proprietà benefiche in molti cibi, ma spesso in quantità talmente ridotte che gli effetti reali sono minimi, a meno di consumarne porzioni irrealistiche. Per esempio, l’ananas è spesso considerato un alimento detox per eccellenza, ma per ottenere un effetto significativo dovremmo consumarne quantità enormi, cosa chiaramente irrealistica. Lo stesso vale per il resveratrolo nel vino, un antiossidante famoso ma presente in dosi talmente basse che per un impatto reale dovremmo bere centinaia di bottiglie – con ovvi effetti collaterali. È dunque importante sganciarci dall’idea che un alimento possa risolvere problemi complessi o compensare uno stile di vita poco equilibrato.»
Est modus in rebus: esiste una misura nelle cose
La verità, la sappiamo bene tutti, è molto più semplice: il miglior «detox» è uno stile di vita equilibrato tutto l’anno. «Un mio professore diceva sempre: "non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale". Preoccuparci del nostro stile di vita per undici mesi all’anno è molto più efficace che cercare una soluzione illusoria a gennaio.» inoltre «oggi l’occasionalità è diventata mangiare sano, non mangiare al ristorante. Spesso vediamo il pasto equilibrato come un’eccezione rispetto alle nostre abitudini: aperitivi frequenti, delivery e cene fuori sono ormai la norma. Questo ci spinge a vedere il "detox" come un rimedio, quando in realtà basterebbe ripensare alle nostre scelte quotidiane.»
Quindi, meglio concentrarsi meno sul panico post-feste e più sull’equilibrio durante l’anno. Lasciamo perdere i detox e ringraziamo il nostro fegato: è già un eroe sottovalutato, che lavora giorno e notte senza chiedere nulla in cambio. Al massimo, premiamolo con un piatto di verdure al vapore. Ma senza proclami.