È ufficiale: le regole semplificate per l’occupazione di suolo pubblico con dehors e tavolini è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024. Il Parlamento ha approvato “l’emendamento De Priamo”, permettendo così ai titolari di bar e ristoranti di utilizzare, anche per il prossimo anno, gli spazi esterni dei locali senza chiedere l’autorizzazione paesaggistica e culturale. Esulta la Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi) che propone una riforma strutturale sul tema.
La proposta della Fipe
Su tavolini e dehors la federazione vorrebbe una riforma, per favorire un cambiamento di paradigma, da pura occupazione del suolo pubblico a riprogettazione urbana degli spazi esterni. Spiega Matteo Musacci, vicepresidente nazionale di Fipe-Confcommercio: «È arrivato il momento di prendere atto dell’importanza di queste strutture per le nostre città e di evitare atteggiamenti, come avviene in molte amministrazioni comunali italiane, che disincentivano le richieste e le concessioni di suolo pubblico».
A Roma, ad esempio, il Comune ha lavorato a un regolamento che prevede un taglio consistente degli spazi per i tavolini nell’area Unesco della città. Mentre molti comitati di quartiere della Capitale, e non solo, si sono battuti per scongiurare la proroga, arrivando anche a scrivere una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"I dehors migliorano le città"
Per la Fipe, però, i dehors rappresenterebbero un valore aggiunto non solo per le imprese, ma anche per i cittadini e le amministrazioni comunali. Il presidente Lino Stoppani, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato: «Come federazione abbiamo portato avanti la necessità di un regime semplificato per la concessione di aree pubbliche. Tutto nasce nel post Covid, con il distanziamento. Poi abbiamo visto che i dehors sono strumenti per migliorare le città, sono un presidio per la convivialità e la sicurezza. Ma le amministrazioni comunali devono riprendere il controllo del territorio, imponendo un tetto al numero delle aperture».
I numeri della ristorazione
Secondo Stoppani, la ristorazione chiuderà il 2023 con 89,3 miliardi di fatturato e supererà i 90 miliardi nel 2024. Per crescere ancora di più, però, secondo il presidente di Fipe servono politiche mirate sui flussi migratori, con formazione delle persone che andranno a lavorare nel settore della ristorazione. Al momento, ha spiegato Stoppani, nei pubblici esercizi un lavoratore su 4 è straniero.
Fipe propone, inoltre, un’unica regia di governo sulla ristorazione: «Mancano vere politiche di governo sul cibo. Oggi il nostro settore fa riferimento a quattro ministeri diversi».