"Il nuovo decreto sul biologico ammazza il settore e riammette l'uso del glifosato". Il Wwf contro Lollobrigida

21 Ott 2024, 15:18 | a cura di
L'associazione ambientalista denuncia come il Masaf da una parte metta dei limiti inverosimili alla contaminazione accidentale, dall'altra incrementi l'uso dei pesticidi

C'è un «cortocircuito» nella bozza del decreto applicativo Masaf sul comparto del biologico, il cosiddetto decreto Contaminazioni, che sta preoccupando una parte della filiera agricola italiana, tra le più importanti a livello europeo per superfici e per incidenza sul numero di aziende complessive. Una impasse legislativa che rischia di andare contro le imprese. Il nodo principale è quello, contenuto negli articoli 3 e 5, che riguardano la presenza nei prodotti bio di sostanze fitosanitarie non ammesse. La denuncia arriva dal Wwf Italia e dalla rivista mensile Il Salvagente, che hanno tenuto a Roma una conferenza stampa per spiegare come questa norma, se dovesse entrare in vigore a gennaio 2025, potrebbe costringere molte imprese ad abbandonare l'attività nel biologico. La deputata del Pd, Eleonora Evi, membro della Commissione Ambiente, ha presentato venerdì 18 ottobre un'interrogazione al ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sottolineando che molti imprenditori potrebbero vedere ingiustamente declassati i loro prodotti e chiedendo come mai non ci sia più traccia del Piano d'azione nazionale (Pan) sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, scaduto ormai nel 2019.

Vite

Limiti "larghi" per i pesticidi

La bozza del decreto, secondo la denuncia del responsabile agricoltura di Wwf Italia, Franco Ferroni, introduce «limiti inverosimili» di pesticidi per una categoria di imprese che prova a essere virtuosa e rispettosa dell'ambiente. L'articolo 3, in particolare, blocca e sanziona il cibo biologico per la presenza (contaminazione) accidentale in traccia di un pesticida, con concentrazioni di 0,01 milligrammi per kg, avviando già sotto questa soglia una lunga prassi di verifiche e controlli da parte dell'ente di certificazione: «Si tratta di una soglia al di sotto dello zero tecnico - spiega Ferroni - e pertanto è una cosa mai vista prima né in Italia né in Europa. Sembrerebbe un tentativo di marginalizzare il settore biologico in quelle zone dove si pratica l'agricoltura intensiva». Per Riccardo Quintili, direttore del mensile Il Salvagente, si tratta di un regalo alle lobby del cibo convenzionale e di una trappola per l'agricoltura verde.

Ma anche tolleranza per sostanze molto pericolose

Allo stesso tempo, ed è qui che il Wwf Italia parla di norma contraddittoria, incoerente e penalizzante, con l’articolo 5 si concede ai produttori una tolleranza sulla presenza accidentale di pesticidi in quantità maggiori (vale a dire superiori a 0,01 mg/kg). Tra queste sostanze ci sono il boscalid, lo spinosad (considerato tra i responsabili della moria delle api) e il noto glifosato, che sarebbe tollerato fino a 20 volte il limite consentito in alcune colture. «Una tolleranza così alta è paradossale in un decreto che dovrebbe tutelare i produttori biologici», sottolinea Ferroni, ricordando che questo potrebbe creare problemi di concorrenza sleale sul mercato nei confronti del biologico, che sarebbe assimilabile dal punto di vista dei consumatori ai prodotti cosiddetti a residuo zero e simili, che si stanno affermando sul mercato. Dove intervenire, allora? Per dare certezza agli agricoltori biologici e ai consumatori, secondo Wwf Italia, il testo del decreto Contaminazioni va modificato e «semplificato prevedendo la non conformità dei prodotti biologici, solo con una presenza quantificabile superiore a 0,01 mg/kg, di una o più sostanze chimiche non ammesse in agricoltura biologica», dunque eliminando i contenuti degli articoli 3 e 5 della bozza del decreto.

L'interrogazione al ministro Lollobrigida

La deputata Eleonora Evi ha presentato un'interrogazione parlamentare, a risposta scritta, al ministro Lollobrigida. Secondo l'esponente del Pd. l'attuale testo del decreto sarebbe un ostacolo per il lavoro di migliaia di agricoltori bio che rischiano di «subire il declassamento dei loro prodotti, solo perché sono confinanti con coltivazioni convenzionali che, spesso non rispettando neanche le distanze di sicurezza, contaminano i raccolti biologici coi loro pesticidi». Allo stesso tempo, per la deputata, l’articolo 5 della bozza di decreto potrebbe «screditare» un intero settore che gode della fiducia dei consumatori. Al ministro, si chiedono chiarimenti anche sull'adozione del nuovo Piano d'azione sui prodotti fitosanitari e quali soluzione intenda adottare il Masaf per ridurre l'uso dei pesticidi nel settore primario, alla luce del fatto che il comparto è sottoposto a un regolamento Ue e che la bozza del decreto in discussione introdurrebbe una differenziazione per i prodotti made in Italy, creando condizioni di concorrenza rispetto a produzioni straniere. Va ricordato che l'Unione europea, appena un anno fa, ha messo nel cassetto per ora la controversa discussione sulla direttiva Sur, sull'uso dei pesticidi in agricoltura. Sarà questo attuale esecutivo, sempre guidato da Ursula Von der Leyen, a riprendere il confronto, se ci saranno le condizioni.

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