Il decalogo del bambino educato al ristorante, pubblicato un po' di tempo fa, ha fatto molto discutere. Come sempre, ci sono stati i favorevoli, i contrari, chi ha espresso il proprio pensiero con veemenza e chi con garbo. Dal canto nostro, ci siamo sentiti fraintesi (cit. Berlusconi). Lungi dall'essere discriminatori nei confronti dei bambini al ristorante - che, anzi, spesso vengono ahinoi ignorati anche in fase di predisposizione del coperto – rilanciamo con un decalogo destinato ai genitori, o più in generale agli adulti.
I casi di discriminazione nei confronti dei bambini
Ci sono locali che per esasperazione hanno affisso cartelli come quello di Sirani, pizzeria gourmet in provincia di Brescia che recitava: "Dopo le 21 i bambini non sono graditi". Oppure La Fraschetta del Pesce a Roma che riportava all'ingresso: "A causa di episodi spiacevoli dati dalla mancanza di educazione, in questo locale non è gradita la presenza di bambini minori di 5 anni". Questo comportamento è discriminatorio verso i bambini, non i loro genitori. È una questione semantica, di riferimento, presupposizione e implicazione. E allora ribaltiamo la questione ed elenchiamo alcune pratiche di buona educazione per genitori al ristorante.
Decalogo di comportamento al ristorante per genitori maleducati
Ci sono avventori che a volte si comportano in modo sconveniente e fastidioso per il ristoratore e per gli altri clienti. Quando questi hanno famiglia al seguito, la maleducazione diventa modello di comportamento.
1. Le buone maniere a tavola partono da casa. Genitori, nonni, zii, con al seguito figli, nipoti, cuginetti e cani sono tenuti a non disturbare gli altri ospiti al ristorante. Sono pertanto non ammessi al tavolo schiamazzi, cori alpini, urli da stadio o fare scortese. Se nello specifico si tratta di capricci, esuberanza o semplicemente stanchezza del bimbo a seguito, il consiglio è di allontanarsi per fare una passeggiata o distrarre il piccolo con carta e matite, libricini da sfogliare e altri giocattoli portati da casa.
2. Rispettare spazi e suppellettili. I genitori che tengono pulita la tavola danno il buon esempio al resto della famiglia. Quando il pasto è finito, il genitore ben educato ripulisce i grissini mezzi masticati e raccoglie pezzi di cibo caduti per terra. Anche se non si lascerà il tavolo immacolato, il personale apprezzerà il gesto, e i bambini lo copieranno.
3. Trattare il personale di sala con cortesia. Chi è maleducato, supponente e sgarbato con i camerieri sdogana agli occhi dei figli quel comportamento. Un genitore ben educato per attirare l'attenzione del cameriere non schiocca le dita, non chiama a voce alta, non usa epiteti, e non pretende attenzione costante, continua ed esclusiva.
4. Rispettare la comanda. Specie in tavolate numerose, quando arriva il momento di ordinare le pietanze, il genitore ben educato ordinerà per i figli, tenendo conto delle preferenze, cercando di trovare una soluzione che soddisfi i piccoli ospiti ma che al tempo stesso non aggravi il servizio di cucina. Intolleranze, avversioni e allergie andranno comunicate in anticipo, meglio se in fase di prenotazione del tavolo.
5. Giocare col cibo. Vietato strappare via le etichette delle bottiglie, fare palline con la mollica del pane, giocare con noccioli di olive e ciliegie sul tavolo. Questi comportamenti (Assurdi? Li abbiamo visti con i nostri occhi) non fanno altro che invitare i propri figli a fare lo stesso e a creare disordine.
6. Puntualità e buon senso. Rispettare l'orario di prenotazione e mai presentarsi quindici minuti prima della chiusura della cucina: in questo caso si commette una grave mancanza di rispetto per il lavoro altrui. Non si è giustificati se il bambino deve mangiare "giusto una cosetta".
7. Non riarredare il locale. Purtroppo al ristorante ci sono clienti che hanno l'abitudine di spostare autonomamente i tavoli e le sedie per stare più comodi. Spesso la disposizione è studiata, e questo interior design autarchico finisce per intralciare il passaggio del personale fra i tavoli, specie se di mezzo c'è l'ingombrante seggiolone.
8. Ascoltare il personale. Andare al ristorante significa avere un rapporto civile tra chi somministra e serve a tavola, e chi consuma. Sono regole basilari, ma alle volte il canale della comunicazione alla base di questo semplice rapporto si inceppa. Far notare al maître che ci sono tavoli liberi, quando si è stati appena informati che non c'è posto è un classico sintomo di quella mancanza di comunicazione. Questa voce vale per tutti, genitori e non.
9. Galateo basilare. Per non farvi scimmiottare dai figli a tavola, al ristorante è buona educazione non soffiarsi il naso, scrollare a lungo sul cellulare, bere rumorosamente, masticare con la bocca aperta, ridere a bocca piena, dondolarsi sulla sedia, guardare insistentemente gli altri tavoli, e via dicendo. Dare il buon esempio, insomma.
10. Lasciare una buona mancia. Capire per primi di essere stati commensali difficili è metà battaglia vinta. Avete fatto qualche richiesta complicata, la vostra comitiva è stata rumorosa, e i bambini hanno sporcato un po', d’altronde è normale, sono piccoli. Il minimo che i genitori ben educati possono fare è lasciare una mancia un po' più alta per il disturbo arrecato.
Piccola postilla: assodate tutte queste "regole" di buon costume, siamo ben consapevoli che questo mondo non sia affatto a misura di bimbo.