Alta tensione sui dazi annunciati da Donald Trump. Sebbene non ci siano ancora direttive in tal senso, il 47esimo presidente degli Stati Uniti ha tutta l’intenzione di rispettare gli annunci fatti durante la campagna elettorale. E se i primi a pagarne le conseguenze saranno Canada e Messico, anche l’Europa resta nel mirino: «Ci hanno trattato male», ha detto il tycoon, riferendosi ai Paesi del Vecchio Continente e promettendo le tariffe aggiuntive «se non correggeranno gli squilibri commerciali».
La risposta di Lollobrigida
Sul tema è intervenuto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: «Ad oggi il ruolo dell’Italia è evidente a tutti, dobbiamo lavorare con la Ue per tutelare le attività economiche del Vecchio Continente rispetto al rischio di chiusura dei mercati», ha detto a margine della presentazione del Piano per contrastare la diffusione del granchio blu. D’altronde la stessa presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha chiesto lavoro di squadra: «Dobbiamo essere pronti a negoziare, saremo pragmatici, ma difenderemo i nostri principi».
I dazi? Un danno per gli Stati Uniti
Il titolare dell'Agricoltura, che a novembre aveva esultato per l’elezione di Trump («E anche oggi pare che i cittadini non si lascino influenzare dai commentatori, gli attori, i cantanti e da tutti quelli che pensano di imporre le loro ragioni con una insopportabile arroganza. Per quanto su La7 sperassero il contrario vince Trump», scriveva lo scorso 6 novembre sui suoi social) ha provato a vedere la questione da un’altra prospettiva: «Quello che abbiamo provato a spiegare, e dall’altra parte c’è consapevolezza, è che aumentare il prezzo dei prodotti italiani di qualità è un danno che si fa anche al sistema economico di chi dovesse mettere i dazi. Se aumenti il prezzo impedisci a una parte della popolazione di beneficiare di quello che sappiamo fare e del nostro stile di vita. Una delle ragioni del nostro benessere – ha concluso Lollobrigida - della nostra longevità, del fatto che abbiamo dei dati molto inferiori a loro rispetto all'obesità e al sovrappeso, questi dipendono dal nostro stile di vita». Chissà se questa argomentazione basterà a convincere Trump.