Il successo arriva grazie alla sobrietà e un volto che piace tanto a Hollywood. A quasi 80 anni l'attore è a capo di un impero. Danny Trejo ha un curriculum che include pellicole di successo come Desperado, Heat, Dal Tramonto All'alba, Con Air, Boba Fett, Grindhouse, Machete e la serie Badass. L'attore festeggia 55 anni di sobrietà con il lancio di un nuovo libro di ricette per cocktail senza alcol, un brand di tequila zero-proof, e l'inarrestabile espansione del suo impero di ristoranti.
Chi è Danny Trejo
Malgrado il successo sugli schermi di Hollywood, Trejo non sembrava affatto destinato alla celebrità. Classe 1944, nasce e cresce a Echo Park, quartiere di Los Angeles che ottantanni fa non era hipster ne di moda come lo è adesso. Gli anni formativi e i più difficili del liceo invece li passa nella San Fernando Valley, diventa presto dipendente dall'eroina. Entra e esce di prigione, facendo i conti con la libertà condizionata, la libertà vigilata e nel 1968, Trejo raggiunge il suo punto più basso durante la detenzione nel carcere di San Quintino, quando scoppia una rivolta nel giorno del Cinco de Mayo. Il suo coinvolgimento lo porta a scontare mesi in isolamento. Durante questo periodo, sviluppa un talento pugilistico e completa con successo un programma di riabilitazione. Quando finalmente nel 1969 esce, si lascia alle spalle la violenza, il crimine e l'alcol, che l'attore definisce «come un'allergia del corpo unita a un'ossessione della mente». Da lì inizia una lunga e difficile strada della redenzione, un film alla volta.
La carriera d'attore
Mentre parla a un raduno nel 1985, Trejo incontra un produttore che lo invita sul set del film d'azione Runaway Train - A 30 secondi dalla fine, dove gli viene offerto un lavoro da comparsa. Poi, per 350 dollari al giorno allena Eric Roberts, per una scena di pugilato del film. Al regista Andrej Končalovskij piace il viso sfregiato di Trejo e decide di offrirgli un ruolo non poco importante nella pellicola. Da quel momento, Trejo infila un film dopo l'altro, recitando a fianco di alcuni dei più famosi attori di Hollywood, tra cui Johnny Depp, Nicolas Cage, Charles Bronson, George Clooney, John Malkovich, Adrien Brody, Robert De Niro e Antonio Banderas. Con il successo cresce anche in lui il desiderio di aiutare chi ancora è in lotta con le dipendenze.
La svolta senza alcol nata molto prima del trend
Per chi ha intrapreso un percorso di sobrietà, il pensiero di "sostituire" una bevanda alcolica con una dealcolata o con un simulacro a 0% spesso rappresenta una paura, un rischio. Come se avvicinarsi così tanto alla sostanza che crea dipendenza possa innescare una ricaduta. Per questo l'idea di creare drink analcolici è studiata a lungo, ponderata, in tutte le sue impicazioni, compresa la pressione del bere sociale.
In un momento in cui gli alcolici non-alcolici stanno guadagnando popolarità, specie a Los Angeles, grande palcoscenico di questa tendenza, Trejo sta effettivamente capitalizzando su un trend. Ma il suo legame con il movimento no-alcol risale a decenni prima, quando nel suo percorso di dipendenza e recupero, ha piantato il seme che poi ha dato vita a una sfilza di iniziative con al cuore il sostegno per chi intraprende la riabilitazione.
Dopo Hollywood, una fortuna ancora più grande arriva con i ristoranti
Trejo inizia a costruire il suo impero di ristoranti a Los Angeles nel 2016, aprendo Trejo's Tacos (insegna che ora ha cinque sedi a Los Angeles), la cui filosofia è non competere con la vivace scena del cibo messicano tradizionale di Los Angeles, bensì «trovare uno stile e una voce che mi appartenessero, pur rispettando la cultura del cibo messicano di Los Angeles. Con le mie ricette», dice Trejo «prendo ingredienti tradizionali autentici e li mescolo, apportando influenze da altre cucine e sperimentando nuovi sapori.»
Nel 2017 apre Trejo's Donuts & Coffee, dove i gusti delle ciambelle spaziano dalla Maple Pig, glassata con sciroppo d'acero e impreziosita da scaglie di bacon croccante; o la donut Margarita, ricoperta da una glassa al lime e sale Maldon. Tante le scelte, fra breakfast burrito, blend di caffè torrefatti a Los Angeles, donut farcite, zeppoline e perfino una linea di ciambelle vegan.
Trejo's Cantina sulla Cahuenga Boulevard nel cuore di Hollywood, è l'ultimo locale aperto dall'attore. Il menu ha un taglio decisamente losangelino, con specialità vegane ma anche bistecche di carne asada e pollo fritto, più gli immancabili tacos. L'ambiente è spazioso, con patio e opere d'arte di artisti locali, brillanti pareti colorate, e uno shop all'ingresso che vende merch col volto e altri cimeli dell'attore. Il lungo bancone del bar e i confortevoli separé sono per tutti, sia chi beve alcolici e chi no.
La tequila zero-alcol
Parlando degli effetti della tequila, «È una piaga per la comunità latina», dice Trejo. «Ho deciso di produrne una mia, che fosse buona e analcolica. Non è cosa semplice, ma devo dire che il sapore è davvero buono». La marca di tequila zero-alcol, presente nella drink list analcolica della sua Cantina a Hollywood, si chiama Trejo's Spirits Tequila Alternative. È realizzata utilizzando ingredienti naturali, e offre la stessa profondità di sapore e complessità della tequila tradizionale, con un gusto ricco ed erbaceo e un finale morbido e vellutato.
Ma le idee di Trejo non si limitano alla ristorazione e alla tequila zero-alcol. L'attore è anche un prolifico autore. Il libro d'esordio è un compendio di ricette dal titolo Trejo's Tacos del 2020, seguito da un'autobiografia pubblicata l'anno successivo e intitolata, Trejo: My Life of Crime, Redemption, and Hollywood. È invece dell'aprile 2023 l'ultimo volume, pubblicato per festeggiare 55 anni da astemio.
Il libro di ricette no-alcol, non chiamateli mocktail
L'attore dedica il libro Trejo's Cantina: cocktail, snack e incredibili bevande analcoliche dal cuore di Hollywood alla community in fase di recupero dal consumo di alcol, un percorso che non finisce mai, e un universo di cui l'attore fa parte da ben 55 anni. Un centinaio di ricette fra cui nachos, tacos e Danger Dogs, oltre a tanto spazio per cocktail e bevande analcoliche. Basato sulla sua vita a Los Angeles, è un omaggio a Hollywood e alle bettole messicane dell'Eastside e Olvera Street che frequentava da bambino con il padre e gli zii.
Fra le ricette di drink analcolici, insieme a aguas frescas e altri cocktail analcolici a base di frutta, spezie, erbe e infusi, spicca il Red Alert, la cui ricetta prevede di far bollire sciroppo di peperoncino ancho, arrostire peperoncini a fiamma viva, frantumarli e miscelare il tutto con purea di fragole e succo di lime.
Anche se la tendenza dei "mocktail" è in atto da anni, Trejo non ama chiamare i suoi drink come tali. «Anche se ad alcuni piace chiamarli "mocktail", non credo che questa parola renda giustizia alle nuove deliziose creazioni», scrive nel suo libro. «Non si tratta di finti cocktail. Sono assolutamente originali, autenticamente deliziosi e fedeli a se stessi. E non causano i postumi della sbornia.»
Nel capitolo intitolato "I Segreti del Bar Analcolico", Trejo spiega come utilizzare tè e sciroppi per arricchire bevande analcoliche come il Manzana Verde, drink preparato con mela verde, succo di lime fresco, sciroppo di cannella e soda; o il Trejopache, preparato con zucchero di canna, chiodi di garofano, stecche di cannella, camomilla essiccata, succo di lime e zucchero. Interessante anche il Coconut Piña Guava Fresca, a base di succo di guava, latte di cocco e qualche goccia di Tabasco.
«È molto diverso essere non-bevitori oggi», dice Trejo. «Viviamo nell'epoca d'oro delle bevande analcoliche ed è senza dubbio il momento migliore della storia per essere sobri».