Dimenticate i menu tradizionali e anche quelli digitali con QR code che hanno spopolato dopo il Covid: le drink list ora si fanno buffe, bizzarre, creative. Un foglietto illustrativo delle medicine ma anche un cubo di Rubik o un foglio da leggere in controluce: qualsiasi cosa va bene purché sia controcorrente.
Il cubo di Rubik per drink su misura
È la gara al menu più strano, ma siamo ben lontani dal dire addio a quello tradizionale, che continua a essere scelto da moltissimi locali. I cocktail bar degli States, però, si divertono a sperimentare nuove forme accattivanti, per far sentire fin da subito gli ospiti a loro agio e creare la giusta atmosfera. Ma non si tratta solo di pura estetica: molti bartender ritengono che una carta interattiva possa coinvolgere il cliente nell’intero processo, offrendo così a ognuno un’esperienza personalizzata. È quello che succede, per esempio, a Bijou, a Città del Messico, dove a ogni cliente viene lasciato un cubo di Rubik speciale, con facce che offrono caratteristiche aromatiche e gustative diverse. Sistemando i tasselli nel modo che preferisce, il cliente può creare una ricetta su misura per il suo drink, che sarà poi realizzata dai barman.
Il menu bugiardino e con inchiostro speciale
Sempre a Città del Messico, al bar Rayo il team ha trovato una soluzione ancora più curiosa: gli stessi cocktail fanno anche da menu, in versione ridotta “da assaggio”. Bottigliette di vetro contenenti bevande diverse vengono posizionate davanti al cliente, che può bere un sorso di ognuna prima di decidere cosa ordinare. Una prova d’assaggio perfetta per gli indecisi e gli abitudinari. Non mancano esempi simili in Italia: al cocktail e tapas bar Anthill di Napoli il menu assume la forma del bugiardino delle medicine, servito nella scatolina di carta della Tachipirina con tanto di indicazione “Adulti, 90 ml gocce orali, soluzione”. Un’idea firmata Giuseppe Iannotti, che ha scelto di giocare sul senso di familiarità del packaging, privandolo però del suo contesto. Intanto, però, la carta resiste e in molti casi resta la formula migliore: lo sa bene il Gold Bar di Tokyo, che ha scelto di puntare su un menu concettuale chiamato Due Facce, in cui ogni cocktail è pensato per evidenziare le dualità della vita, luce e ombra, forza e debolezza e via dicendo. Metà dei drink, allora, sono segnati con normale inchiostro, mentre i restanti si possono leggere solo ponendo il foglio in controluce.