La trattoria tra Lazio e Abruzzo dove si pranza come la domenica dalla nonna (e si mangiano ravioli giganti)

30 Lug 2024, 13:12 | a cura di
Nella piccola frazione di Carsoli, a 850 metri, in provincia dell’Aquila, si trova un ristorante tutto a gestione familiare che vale il viaggio tra le strade di montagna

Tufo è un paesino di 344 abitanti in provincia dell’Aquila, arroccato tra i monti carseolani. Per arrivarci, la strada in macchina è piena di curve a zig zig che salgono in cima alla montagna. In breve, la percorre solo chi è di lì o chi ha una valida ragione per arrivarci. Da Rossella è uno, se non l’unico, ristorante del paesino abruzzese, eppure, è obbligatorio prenotare almeno una settima prima, altrimenti il posto non si trova (e non è perché lo spazio del locale sia ristretto): tanti vengono da Roma, altri dai paesini limitrofi o dalle coste della regione, perché conoscono Rossella da ormai 20 anni. La cucina è genuina e semplice, con primi piatti di pasta all’uovo, scamorze, formaggi di pecora e ovviamente, arrosticini. Ma vale il viaggio soprattutto per i suoi ravioli giganti, pieni di ricotta e spinaci, da circa 500 grammi l’uno (e una porzione ne conta due).

Ravioli over-size

Poco più di 20 anni fa la signora Rossella ha dato il nome a questo ristorante, ma per un lungo periodo di tempo è passato sotto varie gestioni, fino a quando, qualche anno fa, la figlia Antonella e il cognato Gianni hanno deciso di pendere in mano nuovamente le redini del ristorante. Rosella la si trova spesso in cucina, con le mani che impastano la pasta all’uovo, a chiudere i ravioli o a prepararne il ripieno. Nonostante abbiano cambiato recentemente location (che dista pochi metri dalla precedente), l’ambiente rimane minimal e senza pretese, mentre il servizio è semplice e gentile, come stare a casa dalla nonna. I ravioli, nella loro forma king size e accompagnati dai vari condimenti (sugo semplice, ragù di pecora, funghi e tartufo), sono stati creati così, «apposta per riprodurre le classiche domeniche abruzzesi a pranzo della nonna, dove si metteva tutto a tavola, e oltre che in grande quantità, anche in grande formato. A casa di mia moglie è sempre stato così», spiega Gianni al Gambero.

La cucina oltre i ravioli

Dalle tagliatelle ai maccheronacci, qui la pasta rimane ruvida, spessa e consistente, anche dopo la cottura; oltre ai primi piatti, di cui non bisogna perdere neanche gli gnocchi di patate, fatti rigorosamente a mano da zia Alfonsina, la sorella di Rossella, ci sono le scamorze al coccio con prosciutto o con i funghi, gli arrosticini e la carne alla griglia, curata da Claudio, il cugino di Gianni.

La piacevole sensazione di sentirsi a casa senza stare a casa, inter nos, è il punto forte di questa trattoria, che riporta al cliente il senso di convivialità delle famiglie abruzzesi. Ultimi ma non ultimi, i dessert "da scoprire" di Antonella, golosi e, naturalmente, in porzioni generose. Il servizio è premuroso e familiare, nel senso migliore del termine e in cantina, qualche buona bottiglia, soprattutto locale.

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