Tutto sulla terra e su chi la lavora, in un’ottica di rispetto per l’ambiente e di sinergia uomo-natura. I produttori e i prodotti del mondo sono stati fotografati da Oliviero Toscani per raccontare la storia di Slow Food e il significato di una scelta responsabile nei confronti della terra per il futuro del pianeta. Ecco quindi che Petra, l’azienda maremmana che ha puntato tutto sul rispetto per la terra in cui cresce le sue uve, presenterà domenica 24 novembre una mostra fotografica con tutti gli scatti in cui il celebre fotografo racconta la visione di Carlo Petrini. Una panoramica sull’universo Slow Food, in cui si potranno guardare negli occhi gli uomini e le donne dei presidi e i loro prodotti.
L’esposizione durerà un anno, un anno in cui visitando l’avveniristica struttura in cui si producono i vini con le etichette di cerchi intersecati si potrà spaziare su tutto il territorio nazionale, passando di presidio in presidio e sentirsi al centro di un mondo fatto di tradizione, cultura e rispetto.
Domenica 24 mattina vedrà quindi Carlo Petrini e Oliviero Toscani insieme, dalle 11 alle 13, per presentare il nuovo libro di Petrini “Cibo e Libertà” insieme alla mostra fotografica. Al loro fianco l’impegno di Francesca Moretti a far ancor più di Petra una cantina dove si promuove e lavora nel senso del buono pulito e giusto.
“Il cibo può diventare strumento di liberazione”. Dice Carlo Petrini, “lo sostengo alla luce di una storia, delle tante storie che mi riguardano da vicino, perché parlano dell’avventura di Slow Food e Terra Madre. Un’avventura che ho cercato di ripercorrere basandomi sulle esperienze fatte e sugli incontri avvenuti lungo il cammino, sugli ideali condivisi piuttosto che sull’ideologia. Un viaggio che parte dai miei luoghi e dagli anni '80 per portarci infine a intuire prospettive future ad ampio raggio che guardano addirittura al mondo intero”.
“La fotografia” prosegue Toscani, “è il linguaggio che ho scelto per rappresentare il mondo. I volti sono paesaggi umani ed ognuno di essi ha una particolare bellezza. Insieme possono rappresentare un grande atlante antropologico, una grande fabbrica sociale, un lucido ritratto del tempo. Per raggiungere questo obiettivo occorre tuttavia mettere la macchina fotografica dietro la testa prima ancora che davanti agli occhi. “Razza Umana” è un lavoro di documentazione neverending. È la ricerca dell’anima attraverso gli sguardi umani”.
“Il vino è il futuro che ho scelto per i miei figli” è la conclusione di Vittorio Moretti. “Tornare a lavorare la terra è un desiderio che ho sempre avuto e che sono riuscito a realizzare, in Franciacorta prima e in Toscana poi. Un’impresa che fa vino di qualità è forzatamente un progetto a lungo termine che esclude ogni forma di speculazione di breve respiro. È quindi un’impresa sana che richiede responsabilità e pazienza, ma che sa offrire moltissimo in termini umani. La terra è un bene da custodire ed è anche un solido punto di appoggio sul quale far crescere competenza, affetti e sogni. Per questo il nostro gruppo si chiama Terra Moretti e per questo, in Toscana, abbiamo scelto luoghi antichi ma non alla moda sui quali costruire il nostro futuro e quello della nostra gente”.