Dopo le polemiche (giustificate dall’illegalità dell’iniziativa) sul Prosecco alla spina che spopola nei pub inglesi, dalla Francia arriva una nuova idea (stavolta perfettamente legale) che potrebbe rivoluzionare il mercato vinicolo e il consumo casalingo di vino. Flaconi monouso da 10 cl - in grado di preservare aroma e qualità del prodotto per tre anni - con alcune tra le etichette più importanti di Francia (compresi alcuni Grand Cru Classé) sono oggetto da qualche anno di un progetto promosso da 10-a-vins, impresa francese ideatrice del concept bar-a-vins.
L’ultima iniziativa, che l’azienda punta a finanziare tramite crowdfunding, riguarderebbe la diffusione di una macchina alimentata con i flaconi a vino (sul modello delle capsule di caffè), il cui prototipo – D-Vine – è già stato realizzato dopo quattro anni di ricerche, ma necessiterebbe per il lancio sul mercato di un budget di 15mila euro. La macchina sarebbe in grado di servire in pochi secondi un calice di vino alla giusta temperatura e con un livello di ossigenazione che ne esalti le caratteristiche organolettiche (il lancio sulla piattaforma di crowdfunding francese Ulule la paragona a un “sommelier a domicilio”).
E il progetto ha riscosso un tale successo da raccogliere in poche settimane ben 45mila euro. D-Vine potrebbe quindi presto sbarcare sul mercato - venduto al costo di circa 300 euro – rivestendo grande interesse per il settore della ristorazione.