Gioelli a Tavola. Ornamenti da mangiare e maestri orafi
La cornice è quella della Basilica Palladiana di Vicenza, che da qualche mese si è trasformata grazie all'intervento di Patricia Urquiola per ospitare un museo interamente dedicato al Gioiello. Collezione per intenditori che sa affascinare un gran numero di curiosi, se è vero che in poco tempo l'affluenza dei visitatori si è spinta ben oltre le stime sperate. A qualche ora di macchina da Milano, anche la cittadina veneta ha voluto onorare l'impegno con Expo (e così raccogliere parte dei flussi turistici che si immagina transiteranno per la Penisola alla scoperta delle bellezze d'Italia) dedicando un'esposizione temporanea alle tematiche alimentari, affrontate però con l'originalità che il nuovo museo consentiva di esplorare.
E così la mostra Gioielli in Tavola – dal 16 luglio al 28 agosto – non porta in scena pitture a olio o sculture classiche, ma una raccolta di 150 gioielli realizzati con alimenti o comunque ispirati al cibo per forma e simbologia. Ottenuto il patrocinio di Expo, la rassegna riunisce pezzi firmati da importanti maestri orafi che nel cibo hanno trovato nuova fonte di creatività e sperimentazioni di giovani designer, che spesso si confrontano con oggetti commestibili che diventano ornamento, rivendicando una dimensione estetica.
Se il cibo stimola la creatività
Come già accaduto a Roma - dove negli spazi dei Mercati di Traiano ancora si visita la mostra l'Eleganza del Cibo - anche a Vicenza sfilano sotto gli occhi dei visitatori spaghetti in resina che diventano bracciali (a firma Gaetano Pesce), la collana di Annamaria Zanella realizzata con tappi di vino che ricordano momenti felici, una creazione intrisa di simbolismo come la Mela bucata di James Riviere, ma anche oggetti più prosaici che sfruttano la componente plastica di cristalli di zucchero, pasta, riso, sale o pane con lo spirito del divertissement.
Una mostra che per stessa ammissione delle curatrici affronta la tematica del cibo con una certa leggerezza, ma si propone anche di stimolare una riflessione sui riti della società contemporanea e sul ruolo dell'immaginazione nel prefigurare nuovi scenari per il futuro. Anche, e semplicemente, attraverso un gioiello, come nelle tavole imbandite di Barbara Uderzo che condensano su un anello (una colorata collezione di Blob rings) le esperienze di un banchetto contemporaneo, tra scorfani, macchinette del caffè in miniatura e avanzi di cibo in plastica dura.
Nelle antiche cucine. Dispense e sguatteri di casa de Medici
Tutt'altro spirito – con un occhio di riguardo al passato celebre della cultura gastronomica italiana – quello che informa la mostra Nelle antiche cucine, ospitata nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, tra le residenze più note della potente signoria toscana. Anche in questo caso il patrocinio di Expo evidenzia la volontà di offrire nuovi spunti alla riflessione sulla tematiche alimentare, attingendo però alle testimonianze di una storia meno nota, fatta di cucine di palazzo e dispense, sguatteri, cuochi e servitù immortalati nei quadri del Sei e Settecento italiano.
In mostra le opere che raccontano il successo di un filone di genere che si sofferma compiaciuto sugli interni più popolari, indugiando su particolari che ci rivelano preparazioni di cucina, abitudini alimentari e persino ricette dei secoli scorsi. Completano l'esposizione manuali di cucina e oggetti d'uso dell'epoca. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 25 ottobre.
Gioielli a tavola | Vicenza | Museo del Gioiello, Basilica Palladiana. piazza dei Signori | fino al 28 agosto | www.museodelgioiello.it
Nelle antiche cucine italiane | Poggio a Caiano (PO) | Villa Medicea, piazza dei Medici 14 | fino al 25 ottobre, dal venerdì alla domenica, ingresso gratuito | www.uffizi.firenze.it/mostre/mostra.php?t=559a4f642964452814000055