Cucine da incubo con cibi scaduti e sporcizia. A Roma chiusi 57 locali, anche negli hotel a 5 stelle

30 Ott 2024, 16:43 | a cura di
I Nas chiudono 57 locali in un anno, un numero quasi raddoppiati rispetto 2023. Pesano le gravi carenze igienico-sanitarie

Pizzerie, trattorie turistiche ma anche le cucine di alcuni hotel a cinque stelle. C'è di tutto nel lungo elenco dei locali posti sotto sigillo dai Nas di Roma nel corso dell'ultimo anno. Ad oggi sono infatti ben 57 i ristoranti della Capitale che tra cibi scaduti, scarsa igiene e alimenti non tracciabili sono stati dichiarati fuorilegge. Un numero quasi raddoppiato in un anno, visto che le chiusure sono passate dal 5% del 2023 al 9% del 2024. Ma triplicato rispetto ai risultati del 2022, quando i carabinieri Nucleo Antisofisticazione Sanitaria della città avevano registrato solo il 3%. Il merito è dei controlli intensificati in vista del Giubileo, che da gennaio a oggi hanno portato a 630 ispezioni e 670 verbali di contravvenzione con sanzioni amministrative. Risultato? Oltre di 750 mila euro di multa per i titolari dei locali, anche quelli della movida.

Tra ristoranti e hotel a 5 stelle

Tra le irregolarità più frequenti, come racconta il Corriere della Sera, c'è l'applicazione inadeguata del documento di autocontrollo obbligatorio per le aziende alimentari che porta a carenze strutturali e igienico-sanitarie sia nei ristoranti italiani che in quelli internazionali. «Ci sono irregolarità ovunque,  anche se il dato è sbilanciato verso le cucine etniche molto spesso perché i titolari non conoscono la normativa in questa materia e si affidano a presunti professionisti che commettono errori di vario genere. Ma ci sono stati casi in cui ha fatto comodo agli stessi ristoratori fingere di non conoscere leggi e regolamenti», sottolineano dal comando del Nas della Capitale. 

E infatti tra i locali chiusi non ci sono solo tavole calde e bar. Quest’anno è capitato che anche tanti ristoranti di hotel di lusso, compresi quelli a cinque stelle, fossero colti con le mani nella marmellata in un trend in continua crescita. Basti pensare che nel 2023 erano stati 49 su 845 ispezioni e nel 2022 24 su 798. Le contestazioni più comuni includono le irregolarità nell’applicazione del manuale Haccp, ma anche la gestione inadeguata della temperatura dei frigoriferi in base agli alimenti custoditi negli apparecchi e l’assenza di tracciabilità dei prodotti. Nel mirino, poi, le violazioni delle procedure di autocontrollo con sanzioni anche per alimenti lasciati fuori dal frigorifero. 

Chiusure per 40 mln di euro

Insomma, una serie di comportamenti dai più lievi ai più gravi che porta però indistintamente a sanzioni tutt'altro che leggere. Il valore delle attività di ristorazione chiuse nel 2024 si aggira attorno ai 40 milioni di euro. Una cifra più alta rispetto ai 38 milioni dello scorso anno e quasi raddoppiata se si mette a paragone con i 17 milioni del 2022.Diverso invece il discorso in termini di merci sequestrate. Il loro valore per ora si attesta sui 460mila euro per quest’anno,  ma non include le attività chiuse, come era stato fino allo scorso anno con sequestri per 4 milioni di euro (per 6,2 milioni nel 2022).

Quanto al dove, le infrazioni si riscontrano su tutto il territorio cittadino, in particolare nei quartieri ad alto richiamo turistico. Ci sono però anche casi di carenze abbastanza diffuse in periferia, ad esempio lungo via Casilina. Una zona in cui sono state registrate alcune delle 25 sanzioni penali di quest’anno, più gravi rispetto a quelle amministrative ma inferiori rispetto a quelle registrate  nel 2023.

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