Cucine condivise. Regalate una cena siriana, Mohammed sarà il vostro personal chef

19 Dic 2015, 09:30 | a cura di

Come trasformare uno stato d'emergenza internazionale in una situazione di convivialità e incontro tra culture e religioni... A tavola, ovviamente. E se non trovate il ricettario Cooking a home, provate la cucina di Mohammed Aldebs, che porta in casa vostra i sapori della Siria. 


Storie e ricette in viaggio. Dalla Siria

Si chiama Cooking a home, e per ora è solo in lingua inglese. Non il solito ricettario di proposte per la tavola delle feste, ma una collezione di storie e racconti di vita che ricostruiscono il quadro allarmante di una piaga dei giorni nostri. Ma restituiscono speranza a tutti coloro che non vogliono arrendersi alle ingiustizie, al dolore, all'insensatezza della guerra tra popoli. I rifugiati siriani in prima linea, vittime designate di un esodo di massa che rimbalza sui quotidiani tra foto strazianti, analisi geopolitiche e allarmismo generalizzato, al confine tra odio razziale e rivendicazioni religiose.

E se invece questo Natale tornassimo a fidarci l'uno dell'altro? L'idea di Pilar Puig Cortada da Barcellona, autrice appena 22enne del libro che riunisce le ricette dei rifugiati siriani, è proprio quella di riportare al centro dell'attenzione l'aspetto umano dell'affaire Siria, che rischia altrimenti di trasformarsi nell'ennesimo capro espiatorio di una battaglia culturale, economica (!), sociale, religiosa che squassa la civiltà occidentale.

Sapori di casa. Lontano da casa

C'è la storia di Halima, 30 anni, che ha trovato rifugio temporaneo in un centro di accoglienza ad Amman, Giordania; con lei il marito e cinque figli che non superano i 10 anni d'età. Insieme cercano di ritrovare una normalità familiare che passa attraverso la condivisione della tavola, dei piatti preferiti in casa, come il kousa mahshi, melanzane e zucchine ripiene di carne, verdure, riso (che, in fondo, non ci ricorda una tradizione condivisa nel Sud Italia?). E con loro, sono tanti i siriani che hanno scelto di aprire (cuori) e ricettari di famiglia a chi ha mostrato il desiderio di comprendere – attraverso il cibo - una cultura diversa dalla propria, nel segno di una condivisione che fa bene a tutti, soprattutto quando il rischio di cadere nella trappola del panico è così alto.

L'esodo siriano. L'inizio di una nuova vita

A oggi sono 4 milioni gli esuli siriani che hanno trovato ospitalità nei Paesi limitrofi, ma il bilancio è destinato a crescere, inesorabilmente. Poi ci sono i numeri che sfuggono alle statistiche, chi cerca di confondersi nella folla disposto a rinnegare l'identità pur di approdare in un porto sicuro, lontano dal terrore e dall'odio. E c'è anche chi si spinge più lontano, con l'umiltà di ricominciare una vita nuova, rimboccandosi le maniche, abbandonato il lavoro e le certezze di un tempo.

Mohammed. Un personal chef siriano a Milano

Mohammed Aldebs è uno di loro: 35 anni da Damasco, oggi a Milano con lo status di rifugiato politico. Nella capitale siriana lavorava come chef, alla guida di una grande attività commerciale distrutta dalla guerra. Ora ha deciso di sfruttare il suo talento in cucina per portare gioia agli altri, all'insegna delle specialità mediorientali più golose, eseguite a regola d'arte. E così Mohammed si è riscoperto personal chef: a pranzo e cena, tutto l'anno inclusi i festivi (perché la voglia di fare è tanta!), porta nelle case milanesi i profumi della Siria, dall'hummus di ceci al baba ghanoush, al tabbouleh. Il prezzo? Irrisorio: 15 euro a persona, con la possibilità di regalare un coupon da mettere sotto l'albero. E allora che ne dite di passare un Natale alternativo?

Beteavòn. La cucina sociale kosher

Intanto, sempre a Milano, si segnala anche l'iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, che insieme alla Caritas e all'associazione Beteavòn – la cucina sociale kosher nata nel 2014 per distribuire pasti caldi gratuiti alle persone in difficoltà – supporta il Comune nelle operazioni di assistenza sociale, all'insegna della cooperazione tra realtà religiose e culturali diverse. A cominciare dallo Shabbat, il giorno di riposo ebraico, per arrivare col tempo a distribuire oltre 1000 pasti in un mese, tra i senzatetto di Garibaldi e Cadorna, i rifugiati del memoriale della Shoah e i centri di ascolto Caritas Ambrosiana e del Comune.

 

a cura di Livia Montagnoli

 

 

Cooking a home | di Pilar Puig Cortada, 2015 | Acquista online (l'80% del ricavato è devoluto in beneficenza)

Mohammed personal chef | per informazioni e prenotazioni clicca qui

Beteavòn | Milano | www.beteavon.org/

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