Nel settore dell'alta gastronomia lo conoscono tutti, Steve Plotnicki, il creatore della guida di ristoranti Opinionated About Dining (OAD), che coinvolge migliaia di esperti in tutto il mondo, chiamati a esprimere le loro preferenze poi elaborate tramite un algoritmo che tiene conto dell'esperienza di ognuno dei votanti per dare il giusto peso a ogni recensione. Nel corso degli anni ha trovato il suo spazio tra le molte classifiche, ma nelle ultime ore la sua immagine è oscurata da una bufera scatenata da alcune affermazioni sul conflitto israelo-palestinese. Affermazioni inaccettabili che in un primo momento sono passate quasi inosservate, nella folla di informazioni che riempiono la rete, fino a quando lo statunitense Matt Goulding, creatore con René Rezepi della serie Omnivore (in onda su Apple Tv), le ha notate e ricondivise in diverse storie su Instagram denunciando ciò che definisce, «assolutamente orribile».
Riavvolgiamo il nastro, perché le dichiarazioni risalgono a giugno scorso, quando Plotnicki ha scritto su X «Un milione di vite a Gaza per una a Israele per me è accettabile», a commento di Rohan Talbot che chiedeva come le decine di morti avvenute a Gaza, anche bambini, «per salvare la vita di quattro israeliani». Ebbene sì: «Un milione di vite a Gaza per una di Israele per me è accettabile». Non è l'unico post incriminato: altrove ha commentato con un inaccettabile «cose che passano» la morte di un bambino palestinese di 2 anni. Nel corso del tempo ci sono diverse posizioni simili, dal suo profilo e da quello dell'OAD, come sottolinea ancora Goulding invitando gli utenti a vedere il documentario Foodies per vedere come lavora Plotnicki.
Goulding ha continuato a condividere screenshot di queste affermazioni invitando le persone in qualche modo legate a OAD a dissociarsi da Plotnicki, le cui idee erano in molti casi già note alla comunità gastronomica, decisamente pigra nel prendere posizione. Almeno fino a ora: alcuni collaboratori della guida e ristoranti recensiti si stanno dissociando pubblicamente diffondendo un comunicato in cui prendono le distanze da Plotnicki con gli hashtag #notinournameOAD e #alllivesmatter. Nel corso della. ore sono sempre di più le adesioni e le condivisioni del comunicato, gli articoli e le condanne a Plotnicki.
La replica di Steve Plotnicki
La rivista spagnola Gastro SER ha contattato Steve Plotnicki, che ha spiegato così la sua prima affermazione: «È stata una risposta a un utente di Twitter che si chiedeva se 100 persone fossero morte quando Israele ha salvato un paio di ostaggi. La gente chiedeva quante persone fossero rimaste in buona salute ed è stato allora che ho fatto il mio commento iperbolico. Si trattava di salvare le persone». Riferendosi allo screenshot di Goulding, ha aggiunto: «È stato irresponsabile pubblicarlo fuori da questo contesto. In questo modo, ha inteso danneggiare me, il mio business e le persone che si divertono partecipando all'Oad e i ristoranti che ne beneficiano. Ma non lo giudico per questo, perché ho il diritto di opinione». Infine, ha lanciato una frecciatina: «Inoltre, devo dire che è un concorrente di Oad Travel e questo potrebbe essere parte della sua motivazione».
Insomma: nessuna ritrattazione da parte di Plotnicki, che ha aggiunto: «Se la gente non vuole che i palestinesi muoiano (certamente no), che rinunci a considerare gli ebrei come ostaggi». Il critico di origine polacca, figlio dell'unico scampato all'olocausto della sua famiglia e di una donna di origini Ucarine dice ancora: «Come risultato di questa storia, sono un sionista compromesso, perché gli ebrei hanno bisogno di un luogo sicuro per vivere». Aggiungendo: «Se qualcuno deve saperlo sono gli spagnoli, che hanno espulso i loro ebrei nel 1492. Anche se non desidero alcun danno a nessuno, credo che gli ebrei debbano fare tutto il possibile per proteggersi dai loro nemici».
Abbastanza per non pensare che le affermazioni incriminate siano manipolate o male interpretate.