È una storia già scritta. Una grande impresa lancia un nuovo prodotto sul mercato, scatta l’entusiasmo collettivo, la prova d’assaggio, il dibattito tra palati più o meno esperti. E poi la polemica. Arriva sempre, puntuale come i commenti post-partita, spesso altrettanto incerta. È il turno dei Kinderini, l’ultima novità della Ferrero, che ha scatenato l’indignazione generale su Linkedin per via dell’apporto nutrizionale.
Il cioccolataio “crudista” contro i Kinderini
Il 30 settembre il CEO della Ferrero, Alessandro d’Este, pubblica orgoglioso su Linkedin il lancio del prodotto. “Questi biscotti presentano le espressioni delle nostre emozioni e costituiranno una sorpresa e un gioco per i bimbi di oggi e quelli di ieri, noi tutti”. Punta molto su questo aspetto, d’Este, le relazioni e la condivisione dei sentimenti: “Crediamo che un bambino felice oggi diventerà un adulto migliore in futuro e con tutti i prodotti Kinder cerchiamo di contribuire alla relazione tra genitori e figli e alla condivisione delle emozioni tra gli umani di ogni età”. Un post che non ha tardato a suscitare le reazioni del pubblico, in gran parte preoccupato dalla tabella nutrizionale dei biscotti. “Un bimbo felice oggi diventerà un adulto migliore, purché non sia sovrappeso, a rischio diabete e problemi cardiovascolari a causa dei troppi alimenti con alta concentrazione di grassi” scrive Nicola Salvi, CEO di Grezzo Raw Chocolate, pasticceria e gelateria crudista di Roma (sul cioccolato “crudista” abbiamo le nostre riserve, ma questa è un’altra storia che approfondiremo presto).
Kinderini “veleno” per bambini: le polemiche su Linkedin
“Un prodotto di scarso valore nutritivo da cui i bambini dovrebbero stare lontani se si vogliono far crescere sani” aggiunge ancora Salvi. Certo, la tabella nutrizionale riportata sulla confezione parla chiaro: per 100 grammi di prodotto si trovano 22.2 grassi (di cui 13 acidi grassi saturi), 67.2 carboidrati (di cui 26.8 zuccheri), 5.9 proteine e 0.387 sale. Per un totale di 496 kcal ogni 100 grammi (62 per biscotto). È chiaro che nessun nutrizionista li consiglierebbe su base quotidiana come merenda o colazione per i più piccoli, e certo è che i genitori conoscono meglio di chiunque altro le esigenze dei propri figli, ma è altrettanto evidente che non sia questo il campo d’interesse della Ferrero. Stiamo parlando, del resto, di uno dei gruppi alimentari più potenti al mondo nel settore dei dolciumi, che ha chiuso il bilancio del 2022 con un fatturato di 14 miliardi di euro.
A Salvi fa eco anche Emery Dettin, fondatore dell’azienda di consulenza ED Consultancy, che scrive: “Avanti con l’immondizia definita commestibile, veleno” con tanto di emoticon del teschio. E si lancia anche in un improbabile paragone con Pablo Escobar, che “commercializzava un prodotto all’ingrosso che poteva far male alle persone, ma non mentiva facendo finta di nulla”. Sono tanti i commenti che accusano la Ferrero di trascurare la salute dei bambini, ma c’è anche chi invece apprezza la continua voglia dell’azienda di innovarsi, come Alessio Annunziata della Klarna, società che fornisce servizi finanziari online: “Ancora una volta Ferrero dimostra di essere parte fondamentale dell’infanzia di tanti di noi, creando un legame affettivo che dura nel tempo”. E piovono i “sempre un passo avanti” rivolti all’azienda che, a prescindere dal gusto, si conferma leader del mercato.