Tempi durissimi per il food delivery e non solo in Italia: se nel nostro Paese, infatti, sono già fallite Uber Eats, Getir e Domino's pizza, non va meglio per tutte le altre aziende del settore alle prese con un rosso miliardario e con investitori non più disposti a sostenere il business alla cieca.
Infatti, se i consumatori continuano a trovare il servizio ancora molto comodo, non sembra essere così conveniente né per i lavoratori, di cui si conoscono le battaglie per i salari troppo bassi, né tantomeno così redditizio per gli azionisti, che dai soldi investiti non hanno ancora tratto alcun vantaggio.
Il food delivery non piace più agli investitori
A sottolineare la situazione di profonda crisi, il Financial Times, sul quale si legge che da quando si sono quotati, i colossi del food delivery, da DoorDash, a JustEat, a Delivery Hero (Glovo) e Deliveroo, hanno accumulato perdite per 20,3 miliardi di dollari.
Come spiega il giornale finanziario della City, il cambiamento degli affari è ben visibile dall’andamento dei loro titoli e della quotazione che viaggiano entrambi su livelli lontanissimi rispetto al boom durante la pandemia, quando il consumo dei cibi a domicilio crebbe a dismisura, con le azioni di queste società che toccavano picchi mai visti.
Oggi non è più così e a perdere interesse per il food delivery sono proprio gli investitori che non sono più disposti a sostenere il settore senza che il business «si dimostri sostenibile e in crescita». Parole che mettono le aziende in grande agitazione, già sotto pressione per la competizione dei prezzi e per il sempre maggiore controllo da parte degli enti regolatori e dei gruppi sindacali per le condizioni di lavoro dei rider e l’algoritmo che ne regola l’attività.
Qualche timido segnale positivo
Non mancano comunque i segnali di ottimismo. In aprile Just Eat, Deliveroo e Deliver Hero hanno spiegato tutte di puntare quest’anno un free cash flow positivo, traguardo già raggiunto dalla loro rivale DoorDash. Deliveroo ha ostentato sicurezza dichiarando di «continuare a fare grandi progressi» e di «rimanere fiduciosi nella nostra capacità di realizzare una crescita redditizia».
DoorDash ha affermato di aver «investito miliardi» aggiungendo che «la società dovrebbe fornire redditività nel più breve tempo possibile». Delivery Hero, ha affermato che le perdite operative includono «voci che non sono considerate rilevanti dal punto di vista operativo per misurare lo sviluppo economico dell’azienda». Just Eat Takeaway ha dichiarato di essere lieta «di aver apportato miglioramenti significativi alla nostra performance finanziaria in tutti i nostri segmenti e di essere tornati a un flusso di cassa libero positivo nel 2023».
L'ottimismo non vale per tutti
Insomma, come dire gli investitori possono dormire tra due cuscini. Peccato la situazione meno rosea per un altro nome molto noto del food delivery, la turca Getir chem insieme alla acquisita berlinese Gorillas, invece ha lasciato il mercato tedesco e si appresta a farlo anche con quello europeo. Nonostante, infatti, gli investimenti di centinaia di milioni di euro il modello di business si è rivelato molto poco redditizio. Basti pensare che da un valore iniziale stimato di circa 11 miliardi di euro è passata alla valutazione più recente, che ne stima il valore intorno ai 2,3 miliardi. Una differenza che non fa stare troppo tranquilli.