Capitale mondiale della costruzione e del restauro degli strumenti ad arco, erede di una storia secolare iniziata nel Cinquecento e depositaria di un metodo che si distingue per il loro prestigio, Cremona è una città dalle caratteristiche uniche per qualità e quantità di tradizioni, istituzioni e patrimoni legati alla musica, come spiega il Sindaco Gianluca Galimberti. Dal Teatro Ponchielli al Festival Monteverdi, dall’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino fino a molteplici scuole, centri di formazione, concorsi e festival pop e rock nella zona del parco Po nel periodo estivo, quello di Cremona è un unicum con l’eccellenza del “saper fare liutario”, diventato Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità nel 2012 e rinnovato con il Distretto culturale della liuteria. Si tratta di una rete di differenti professionalità che coniuga tradizione, innovazione e ricerca per accrescere il sapere, migliorare le produzioni ed essere sempre più eccellenza nei network internazionali.
Il “saper fare” qui è altresì legato al buon cibo, e a una cucina che nasce da una ricca filiera zootecnica e agroalimentare con molti prodotti – come il salame Cremona IGP, il Grana Padano e il Provolone Valpadana DOP, la mostarda e il torrone – e innumerevoli iniziative gastronomiche, in primis la Festa del Torrone. Una città lontana dal concetto di metropoli, caratterizzata dall’arte, con perle come la Piazza del Comune col Duomo – detta “la Cappella Sistina della Pianura Padana” – e il Torrazzo, o la Chiesa di San Sigismondo, nata insieme al torrone alla mostarda per il matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. Per il resto Cremona ha ancora una mentalità agricola molto legata alla tradizione.
Marubini ai tre brodi: è il primo emblematico della città. Hanno una forma simile ai cappelletti, mentre il ripieno è a base di un misto di carni arrosto - fatte cuocere lentamente dopo una lunga marinatura - macinate e amalgamate con Grana Padano, uova e noce moscata. Per il ricco brodo, cappello del prete, salame da pentola, gallina.
Mostarda: preparazione antichissima, che deriva dal mosto cotto usato dai romani come conservante cui nel Medio Evo è stata aggiunta la senape. Ideale accompagnamento per bolliti e formaggi, è caratterizzata da frutti interi canditi e olio di senape, e da un sapore fra il dolce e il piccante.
Torta Cremona: la base, di pasta frolla, è rivestita di amarene fresche o confettura di albicocche sul fondo e ricoperta da un impasto morbido realizzato con farina di mandorle, burro, uova e lievito. La sua caratteristica è la decorazione a losanghe, realizzata con zucchero a velo e marmellata.
Tortello cremasco: un’altra pasta ripiena acqua e farina, farcita con cedro candito, amaretti scuri, uvetta, mostaccino (un biscotto secco speziato), qualche mentina, Marsala secco, formaggio grattugiato e noce moscata, e condita generalmente con burro e salvia. Ancora fatta perlopiù a mano, è protagonista di una festa che si svolge tutti gli anni ad agosto, la Tortellata Cremasca.
Torrone e torta Turunina: miele, zucchero, nocciole, mandorle, canditi, albumi, vaniglia e limone per il dolce più caratteristico, cui non a caso è dedicata una kermesse autunnale di giochi, esibizioni e degustazioni, il Festival del Torrone appunto. La torta, creata una trentina di anni fa proprio in questa occasione, è realizzata con burro, zucchero a velo, uova intere, farina di frumento e di mais, lievito, miele e granella di torrone.