«L’esperienza del Vitium è ufficialmente chiusa. Non avrei voluto finisse così. Ma purtroppo non si è creato quell’ecosistema che avrei voluto e, credo, meritato». Le parole che si leggono sul quotidiano locale La Provincia d Cremona, sono quelle dello chef Michele Minchillo che ha preso la drastica decisione di chiudere definitivamente il suo ristorante a Crema. Il motivo? La città non era ancora pronta alla sua cucina e alla sua Cacio e pepe, gamberi e lime, piatto con il quale ha conquistato la sua prima stella Michelin.
Chiude il Vitium dello chef Minchillo
Il ristorante di via Ginnasio (che il Gambero Rosso ha premiato con due forchette), fuori un palazzo antico, dentro loft newyorchese, saluta la città e nemmeno con troppo affetto. Minchillo, pare infatti essere molto deluso da questa esperienza non riuscita, e sembra che nemmeno la stella Michelin riesca a lenire il dispiacere di non essere stato capito. L’allievo dell’Alma, il più autorevole centro di formazione della Cucina Italiana a livello internazionale, quello di Gualtiero Marchesi, per capirsi, foggiano di origine, era sbarcato a Crema nel 2019. Prima era stato alla Palta della chef Isa Mazzocchi, anche lei stellata Michelin, «la responsabile della mia convinzione di essere in grado di spingere, di farcela, di diventare un cuoco. La devo ringraziare tanto», dice quando parla di quella esperienza. Poi al Pont de Ferr di Matias Perdomo e ne arrivava da Dubai e poi New York, dove aveva dato lustro alla sua arte culinaria nel bistellato ristorante Aska di chef Fedrik Berselius a Williamsburg.
Una stella che non brilla più
Nella provincia lombarda, circa tre anni e mezzo dopo aver inaugurato il Vitium e dopo aver tenuto chiuso per il Covid più di un anno, aveva finalmente ottenuto la prima Stella, confermata l’anno successivo. «La stella era in programma, ma non ce l’aspettavamo così presto - raccontava Minchillo in un’intervista di qualche anno fa - Nel novembre 2021 ci hanno inserito in Guida e un anno dopo l’abbiamo presa». Una gran bella soddisfazione per il giovane chef, che porta anche le prenotazioni del ristorante a crescere: del resto uno stellato in città, va provato. «All’inizio i venerdì e i sabati vuoti li abbiamo avuti, non mi vergogno a dirlo. Ma è vero che non è automatico entrare nel mio locale. Qui intorno sono diffidenti. La maggioranza della clientela arriva da fuori città e tanti sono ragazzi sotto i 30 anni», raccontava quando ancora non c'era in vista nessuna chiusura.
Una scalata faticosa, troppo
La scalata, però è molto faticosa, anche se quella Stella è la bussola che lo fa andare avanti: i piatti sono il risultato di un connubio tra le tradizioni della Puglia e le esperienze culinarie italiane e internazionali. La sua cucina è creativa e sperimentale, influenzata soprattutto dalla cucina asiatica, ma con un solido radicamento nelle tradizioni locali. Ingredienti come wasabi, daikon, e miso si mescolano con prodotti tipici pugliesi come burrata e capocollo di Martina Franca. Ogni piatto bilancia la tecnica culinaria moderna con il comfort del cibo casalingo. Il menu offre opzioni variegate, dalle classiche portate alla libertà di scelta.
Il colpo di fulmine non c'è stato
«Per una realtà come Crema, forse è stato un azzardo. Ma vincente», dichiarava ancora a novembre 2022, all’indomani dell’ingresso nell’empireo Michelin. A distanza di circa due anni, però, Michele ha detto basta. E lo ha detto con parole molte dure, peraltro, nei confronti della città e dei cittadini con i quali non si è creato alcun tipo di idillio. Anzi, secondo Minchillo, la conquista della Stella da parte di un under 30 arrivato a Crema quasi per caso potrebbe addirittura aver creato invidia. «Ho dato tutto, so di aver fatto il massimo: puntavo alla seconda Stella, ma evidentemente ho scelto il posto e il momento sbagliati» si legge ancora su La Provincia. Parole che lasciano intendere chiaramente che con Crema lo chef ha definitivamente chiuso i rapporti. Ripartirà con un’altra esperienza? Prima, spiega, deve metabolizzare, deve capire, chiarirsi le idee. Di sicuro, la chiusura di un ristorante stellato è una sconfitta. Ma non solo per lui.