Una porta finestra dai contorni blu acceso, fresca di pittura, nel cuore di Prati, un piccolo bancone, tre o quattro sgabelli e un dehors affacciato su viale delle Milizie. Cosetta (vino e altro) non ha nulla di ordinario. A raccontarlo al Gambero Rosso è Alessandro Gaja, uno dei quattro giovani soci che, senza il supporto di grandi finanziatori, si è lanciato in questa avventura. «Volevamo creare un posto piccolo e conviviale», spiega Gaja, mentre accenna al percorso che l’ha portato qui, dai trascorsi come direttore da Bistrot 64 all’idea di questo locale. Cosetta – come lo definisce Alessandro – è un locale imperfetto, troppo piccolo rispetto all’ordinario, fatto di mobili di recupero e la volontà di quattro giovani ragazzi, tutti con un background tra cibo e vino, di mettersi in proprio.
Il wine bar di 25 metri quadrati
È a luglio 2024 che i giovani soci si imbattono al numero 122 di viale delle Milizie: certo il locale è un po’ troppo piccolo, ma ha qualcosa che stuzzica la creatività dei quattro, e se ne innamorano. Così in fretta, in soli quattro mesi, decidono di aprire Cosetta. Il 7 novembre aprono le serrande del mini-locale di 25 metri quadrati. Il concept è quello di un piccolo bar dove il vino viene scelto su misura o, meglio, su persona: non c’è una carta fissa, ma una selezione che cambia molto spesso, «in base a chi abbiamo di fronte», ci racconta Alessandro. I soci – Alessandro Gaja, Theo Bizzarri e i fratelli Veronica e Nicolò Fanti – tutti tra i 25 e i 32 anni, hanno scelto di lavorare solo con cantine indipendenti e piccoli produttori, in linea con il loro obiettivo: una proposta che metta in primo piano l’artigianalità, dai vini, ai cocktail, alla piccola proposta in cucina.
Nicolò e Theo, i più giovani ma con esperienza nel settore, si occupano della selezione enologica, mentre Veronica, che è già bar manager di Casadante, cura la lista dei cocktail. «Abbiamo creato una serie di drink giocosi, con nomi inventati da noi e prescrizione medica annessa», spiega Alessandro, «come il Cosita, “da prendere due volte al giorno prima dei pasti”, e Sturm and Drang, Gingerino…». Ogni scelta riflette l’intento di rompere con la classica proposta dei locali della zona, offrendo un’alternativa pensata per chi vuole godersi un calice o un drink senza pensare a una lista fissa, ed uscire un po' dalla comfort zone.
Piccolo, imperfetto e conviviale
Cosetta non ha un design patinato: dalle sedie di seconda mano ai tavolini all’esterno, tutto richiama l’atmosfera delle botteghe di quartiere. Le piastrelle anni Settanta e i colori vivaci (verde per le pareti e una porta-finestra blu) donano al locale un aspetto informale e genuino, in linea con la filosofia dei soci. «Abbiamo pitturato tutto noi e utilizzando materiali di recupero, come il bancone, gli sgabelli o le sedie del dehors», dice Alessandro, «A Roma, anche aprire un locale così piccolo ha costi enormi, e la nostra scelta è stata di investire su un progetto che fosse in grado di parlare alla gente, nonostante l’imperfezione». All’esterno, il locale offre venti posti a sedere e, grazie a un grande marciapiede e qualche panchina sotto i grandi alberi del viale, consente di sedersi con un calice e qualche stuzzichino anche quando il locale è pieno. Con l’arrivo della stagione fredda invece, il dehors dispone anche di funghi riscaldanti e un’area coperta.
Tra un bicchiere di vino e una "cosetta" da mangiare
Il menu, affidato a Theo, include proposte semplici e veloci – non disponendo di una vera e propria cucina con i fuochi – che vanno dagli stuzzichini a piatti come hummus, guacamole, pizza (rigorosamente presa dal un forno di quartiere) con mortadella, tartare e verdure fresche che acquistano dal vicino Mercato Trionfale. Ma per chi vuole prendersi solo una "cosetta" da accompagnare a un cocktail o a un calice di vino, ecco lo sdigiunino, come lo ha chiamato scherzosamente Alessandro, un pezzettino di pizza genovese con mozzarella e un buon salume, da mangiare al volo. «La nostra idea è di offrire un’esperienza leggera ma curata, qualcosa che può accompagnare chi lavora in zona e chi vuole gustare un aperitivo lungo», aggiunge Alessandro. Nelle loro intenzioni, Cosetta è anche una piccola enoteca di quartiere, dove è possibile acquistare bottiglie da asporto e godersi un aperitivo anche a casa.
Nonostante le dimensioni ridotte e l’azzardo di aprire all’inizio della stagione invernale (dati i pochi posti all’interno), i quattro soci non sembrano per nulla preoccupati, ma già pensano a fare di Cosetta un vero e proprio brand: «Questo è solo un punto di partenza – afferma Alessandro – ma vogliamo portare avanti il nostro concetto e crescere, e magari in futuro aprire qualcosa di più grande, ma che mantenga le stesse caratteristiche della nostra piccola Cosetta».