Coronavirus: riaperta la Cantina di Vo' dopo giorni di zona rossa

10 Mar 2020, 16:59 | a cura di
Due settimane di isolamento hanno condizionato le attività della cooperativa dei Colli Euganei. Sbloccate le merci e riattivato il punto vendita nonostante la ripartenza sia lenta. L’intervista al direttore generale Alessio Equisetto

L’attesa riapertura dei varchi stradali imposti dalle autorità per far fronte alla diffusione del coronavirus è ossigeno per il paese di Vo' Euganeo. Due interminabili settimane di isolamento e posti di blocco si sono fatti sentire per questa comunità della provincia di Padova, diventata oggetto di studi specifici da parte dell’Università sulla diffusione del Covid-19 (l’unico centro in cui tutti gli abitanti sono stati sottoposti a tampone per due volte). Il passaggio da zona rossa a zona arancione, stabilito dal decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm), è soprattutto un segnale di speranza per gli abitanti e le imprese del territorio. La Cantina sociale dei Colli Euganei è una di queste. Da stamani, le porte dello stabilimento sono state riaperte al pubblico e ai 19 dipendenti, suddivisi tra cantina, imbottigliamento, amministrazione e punto vendita.

cantina colli euganei

cantina colli euganei

La riapertura dopo 15 giorni di isolamento

Alessio Equisetto è il direttore generale e responsabile per l’estero della Cantina di Vo', come è chiamata dai locali: “Per quindici giorni le merci sono rimaste ferme e le attività amministrative e di vendita paralizzate” racconta al Gambero Rosso. La cantina euganea, che conta 600 soci viticoltori, ha potuto salvare le produzioni e controllare ogni giorno l’andamento delle fermentazioni dei vini grazie a una speciale deroga del prefetto, che ha consentito all’enologo e a un suo assistente di entrare nell’edificio, mentre fuori il paese era in piena emergenza da contagio.

Non si può parlare di ritorno alla normalità a Vo' Euganeo, e all’interno della cantina di Via Marconi, piuttosto di una ripartenza lenta e con regole molto severe e stringenti. “Abbiamo ripreso tutti a lavorare, possiamo far ripartire le consegne e i pagamenti. Appena arrivati al lavoro abbiamo fatto una riunione con tutto il personale e siamo tutti motivati a darci da fare per superare questo momento difficile e di crisi, che spero duri il meno possibile”.

Regole severe nello stabilimento

I dipendenti sono obbligati a indossare tutti le mascherine e i guanti in lattice. All’ingresso della struttura occorre sanificare le mani con detergenti specifici: “Qualsiasi ingresso in cantina viene filtrato in un atrio nel quale non possono venire a contatto con noi”, spiega il direttore Equisetto. Il punto vendita dei vini è stato riaperto, al suo ingresso è presente un disinfettante per le mani, e gli addetti hanno precise disposizioni sul numero di clienti che possono accedere contemporaneamente nello stesso locale. “Bisogna rendersi conto” aggiunge “che si tratta di misure importanti, decise dal governo e dalle autorità sanitarie, per la salute di tutti noi e dei nostri concittadini”.

Crollo dell’horeca, tiene la Gdo

Ogni anno, la cooperativa produce circa 4 milioni di bottiglie, di cui tre a marchio proprio, e fattura annualmente 16 milioni di euro, di cui il 25% all’estero e circa 2 milioni di euro grazie alla vendita diretta nei tre punti vendita (di cui uno a Vo'). “Sono state due settimane molto difficili” sottolinea Equisetto “che certamente hanno impattato sui nostri bilanci e lo faranno anche nei prossimi mesi”.

I canali distributivi della cooperativa sono suddivisi tra grande distribuzione e horeca (ristoranti ed enoteche): “Nell’horeca, il contraccolpo è stato immediato, soprattutto nell’area delle terme euganee, che ha in Montegrotto uno dei centri principali, dove abbiamo registrato numerose disdette. Si soffre” racconta il direttore Equisetto “per il calo repentino della clientela nei ristoranti, al punto che alcuni agenti lamentano l’assenza di attività in questo canale specifico. Diverso il discorso nella Gdo perché qui non registriamo disdette sugli ordini da parte delle insegne con cui abbiamo stipulato i contratti”.

Per quanto riguarda le esportazioni, il dg, appena rientrato da un viaggio in Sudamerica, spiega che l’epidemia orientale ed europea di Covid 19 è vista a quelle latitudini più come una normale influenza e non di più: “Nella nostra recente missione, abbiamo concluso degli ordini. Non abbiamo ricevuto, per fortuna, alcuna richiesta di certificazione sanitaria dei nostri prodotti. Il nostro tour è stato positivo. E vorremmo che anche sul fronte interno la situazione possa migliorare al più presto. Noi” conclude “ce la metteremo tutta”.

a cura di Gianluca Atzeni

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