Lontano da Grand Place e dalle famose Gallerie Reali, nella silenziosa ed elegante Rue Royale, Corinthia Brussels è l’indirizzo da segnarsi in agenda durante un viaggio nella capitale belga. Ex Grand Hotel Astoria è, da inizio Novecento, un punto di riferimento storico della città: un elegante e lussuoso edificio della Belle Époque commissionato nel 1910 per decreto reale e progettato dall’architetto Henri Van Dievot. Fu in origine concepito come un palazzo per accogliere ospiti illustri e, infatti, hanno soggiornato qui tra gli altri personaggi dal calibro di Winston Churchill, Salvador Dalì e Andy Warhol.
Corinthia Brussels, the place to be
Oggi, dopo un rinnovo completo durato quattro anni (che, tuttavia, ha egregiamente preservato il piano terra e la facciata originari della struttura grazie a una preziosa collaborazione intrapresa dal gruppo Corinthia Hotels con Urban Brussels, Patrimoine Bruxelles e la Royal Commission), Corinthia Brussels conta 126 camere e suite, una spa, una boutique dove sono vendute opere di artisti locali e due dei ristoranti migliori del Belgio guidati da due delle menti gastronomiche più lungimiranti della nazione, David Martin e Christophe Hardiquest. In poche parole, è the place to be a Bruxelles.
Palais Royal, il regno dello chef David Martin
Palm Court, con la spettacolare vetrata colorata, è il punto di approdo e il cuore del Corinthia Brussels, da cui come arterie dipanano le strade che conducono agli altri locali e ai piani superiori, dove si trovano le camere e le suite dell’hotel. Sulla destra, Palais Royal dello chef francese David Martin (già a capo di La Paix, due stelle Michelin, istituzione culinaria bruxellese) è il nuovo tempio della gastronomia belga. Un ambiente elegante e raffinato dove da inizio a fine pasto si viene coccolati dal giovanissimo e premuroso, ma mai invadente, team di sala che ha come obbiettivo quello di accompagnare il cliente con massime attenzioni e preziosi suggerimenti lungo questo incredibile viaggio culinario.
Un punto di riferimento gastronomico per la città
Il camino e gli affreschi del ristorante sono quelli originali della struttura e sono stati egregiamente conservati. L’atmosfera è intima e rilassante, la musica di sottofondo graziosa. Il menù propone tre formule di degustazione (7, 10 o 12 portate), oltre alle opzioni à la carte con piatti di terra, di mare e dessert. Ai suoi tavoli non si siedono solo gli ospiti dell’hotel, ma anche i bruxelloises: eleganti signore, uomini e donne d’affari, artisti e designer belgi. <<Palais Royal è un punto di riferimento per la cultura culinaria, il relax e la raffinata vita belga, non solo per i turisti ma anche e soprattutto per gli abitanti della città>>, afferma lo chef Martin.
Un mélange unico
Dall’antipasto al dolce, il menù di Palais Royal porta in carta l’eredità culinaria francese dello chef e la mescola con sapori potenti e combinazioni originali appresi durante i suoi numerosi viaggi intorno al mondo, soprattutto in Oriente. Tra i piatti, spiccano la mousse caldo-fredda di cozze con uno zabaione al brodo di carne, la coda di aragosta su salsa di dragoncello e spaghetti di scorzonera, la triglia con l’olio merguez, accompagnata da un’insalata di spinaci e funghi a parte, e la tartelette con pudding di riso e crema alla vaniglia. <<La cucina è forse l’unico posto al mondo dove puoi azzardare e mescolare differenti culture e tradizioni senza che ciò crei danni, anzi. I piatti che proponiamo al Palais Royal rappresentano il mondo di oggi: misto, vario e multiculturale>>, conclude lo chef Martin. Gli accostamenti sono audaci, talvolta contrastanti, i sapori dolci ben si sposano con i gusti più aciduli, la creatività è molto personale, il risultato è una cucina che non si dimentica facilmente.
Le Petit Bon Bon
Oltre a Palais Royal, fa parte della struttura anche Le Petit Bon Bon dello chef Christophe Hardiquest nel cui menù propone piatti tradizionali belgi con un tocco moderno. Con accesso sia dalla strada che dall’hotel, questa vivace e accogliente brasserie è stata progettata dallo studio di interior designer locale We Want More. Sotto la guida di Hardiquest, la cucina è affidata alla venezuelana Andrea Mesa, che aggiunge un tocco sudamericano e femminile ai sapori.