Il contest per innovare il brand Amarelli
Dress the Black è il contest voluto dall'azienda Amarelli, in collaborazione con Talent Garden Cosenza e Rubettino Print, con l'obiettivo di innovare il brand storico, confrontandosi con le idee e le creazioni di giovani designer, grafici, illustratori, artisti. Che dovevano rappresentare un racconto, mantenendo da una parte la riconoscibilità e lo stile tipico dell'azienda di Rossano, dall'altra modificando sia l’aspetto grafico che quello narrativo. 130 i giovani partecipanti, ai quali è stato chiesto di vestire e reinterpretare la tradizionale scatolina di latta Amarellli. Il concorso era infatti finalizzato alla progettazione di una nuova veste grafica della confezione limited edition di liquirizia, ovvero quattro scatoline in metallo e la confezione in cartone che le contiene.
Alla fine solo tre gruppi sono stati selezionati per la final competition, che si è svolta a Rossano a diretto contatto con il management dell’azienda, al termine della quale la giuria - composta dall'AD Fortunato Amarelli, dal Direttore Commerciale e Marketing Margherita Amarelli, da Anna Laura Orrico (Cofounder e Event Manager Talent Garden Cosenza), da Marco Rubbetino (Direttore Generale Rubbettino Print) e dall'architetto Fiorentino Sarro – ha decretato la vittoria del gruppo di designer Controlzeta lab.
Il vincitore
Controlzeta Lab è un laboratorio creativo che si occupa di grafica, design, illustrazione, fumetto e soprattutto di cartoni animati, fondato nel 2014 da tre artisti napoletani Andrea Accennato, Luca Poce e Andrea Moriello. “Ci siamo conosciuti alla Scuola Italiana di Comix di Napoli. Eravamo gli unici tre a seguire il corso di animazione, un settore in cui è molto difficile lavorare da soli: è un lavoro di dettaglio che si compone di molte fasi, soprattutto quando fai un tipo di animazione, come la nostra, che si compone di 12-24 frame al secondo. Così è stato abbastanza naturale iniziare una collaborazione”. Da lì hanno fondato un laboratorio che si occupa principalmente di creare cortometraggi, videoclip musicali e fumetti. E l'anno scorso hanno partecipato al bando emesso da Amarelli. “È stato un segno del destino, veniamo dall'animazione e si richiedeva di costruire un racconto da condensare sulle scatoline di latta, che noi amiamo”. La loro voglia di raccontare storie e di fondere diversi stili illustrativi con la tecnica dell’animazione tradizionale li ha portati alla produzione della confezione limited edition intitolata “La casa sull’albero”.
La nuova confezione limited edition
Ma come approcciarsi per ripensare l'identità di un brand storico? “Il cuore del progetto è l'animazione: abbiamo usato il nostro modo di lavorare, unendo lo stile che ci caratterizza con il background di Amarelli, trattando dunque le scatole di latta come fossero oggetti da collezione”. Per il resto, non avendo avuto direttive rigide, hanno dato libero sfogo alla fantasia. “Attraverso le quattro scatole in metallo e la confezione in cartone che le contiene abbiamo raccontato una piccola storia quasi fosse un libro per bambini”. Non solo, la limited edition è anche una sorta di gioco, in cui le lattine e la scatola che le contiene rappresentano rispettivamente i personaggi e l’ambientazione per immaginare, creare e raccontare delle storie. “È una sorta di teatro portatile, dove ciascuna scatola di latta riporta un personaggio che compie un’azione, e il design su ognuna di essa è stato pensato per completarsi con le immagini della lattine adiacenti”. Il coperchio della scatola Amarelli poi, una volta svuotata delle lattine, diventa il disegno di un bosco, con chiome folte, alberi e piante di liquirizia. “È stata un'esperienza formativa sia dal punto di vista professionale che umano. Amarelli si è rivelata un'azienda seria, disponibile e positiva (internazionale se vogliamo), che ci ha dato la possibilità di trascorrere tre giorni di creative empowerment, affiancati dalla proprietà e dal management, osservando il processo produttivo, visitando il Museo aziendale della Liquirizia, vivendo il territorio di Rossano nel quale l’azienda opera, per perfezionare così le nostre proposte grafiche”. I grandi marchi dell'alimentare italiano – e Amarelli è uno dei principali – rimarranno grandi solo se continueranno a mettersi in discussione, ad avere il coraggio di cambiare e, perché no, a coinvolgere i giovani talenti sì nella produzione, ma anche nella sfida del packaging e della comunicazione.
a cura di Annalisa Zordan