La Cucina Italiana, la storica rivista gastronomica nata nel 1929, è entrata a far parte dell'orbita Condé Nast. A dirigerla sarà l'architetto Ettore Mocchetti, coadiuvato da Anna Prandoni come direttore esecutivo. Impostazione dei contenuti e filosofia rimarranno invariati, tutt'al più saranno aggiunte rubriche tematiche. Dubbi e preoccupazioni su radicali stravolgimenti, quindi, sono fugati con certezza e i lettori possono tirare un sospiro di sollievo. Ovviamente ci saranno delle novità e il numero che uscirà ad aprile 2014 ne offrirà un'idea. L'aspetto grafico sia dell'edizione cartacea che di quella web sarà modificato, non stravolto, in chiave moderna e con l'obiettivo di rendere al massimo dell'efficacia la bellezza del tema trattato: il cibo.
“La rivista va bene, non c'è bisogno di intervenire sui contenuti”, ha spiegato a Gambero Rosso Ettore Mocchetti, “faremo degli abbellimenti grafici e probabilmente inseriremo qualche rubrica, ma è ancora presto per dire qualcosa di certo. In questo momento il brain storming è in atto, stiamo valutando tutte le idee e le possibilità. La cosa che posso dire con certezza è che la filosofia de La Cucina Italiana, caratteristica vincente della rivista, resta invariata. Il cibo fotografato è assolutamente vero, preparato nelle cucine della redazione e immortalato ancora fumante. Le ricette sono fondamentali e saranno uno dei punti di forza”. Bisognerà invece aspettare il numero di aprile per vedere la nuova veste grafica. “Sarà contemporanea. Punteremo sull'emozione e modernizzeremo il visual impact. Precisione e completezza sono gli obiettivi su cui Condé Nast punta da sempre e saranno anche in questo caso le linee guida su cui si baseranno le nostre decisioni. Anche per il web vale lo stesso discorso. Vediamo il cambiamento come un'opportunità. Crediamo molto nelle app destinate a tablet e smartphone, ma devono funzionare ed essere funzionali. Quindi ci prenderemo tutto il tempo necessario per farle nel miglior modo possibile. Ad aprile il lettore non si troverà davanti ad un risultato definitivo, ma ad un primo passo di un work in progress continuo che intende portare costanti innovazioni e migliorie. Stiamo anche lavorando a dei progetti che potrebbero portare ad una partnership con l'Expo 2015. Per ora abbiamo solo intenzione di non limitarci a carta stampata e web, l'intenzione è di organizzare tanti eventi, di essere, insomma, dinamici e moderni”. In piena linea con quello che Condé Nast (e altre mega-case editrici) sta facendo a livello planetario: le vendite non bastano più, la pubblicità non basta più, si passa agli eventi. Le testate non sono solo più tali, ma dispositivi di intrattenimento ed edutainment a tutto tondo. Vedremo.