La rinascita dei Giardini Reali di Venezia
La buona notizia, in una Venezia che vuole lasciarsi alle spalle i drammatici giorni dell'acqua alta straordinaria, è che i Giardini Reali riaprono al pubblico dopo un complesso lavoro di restauro promosso e realizzato da Venice Gardens Foundation, con il sostegno di Assicurazioni Generali. All'inaugurazione ufficiale, oltre al sindaco Luigi Brugnaro, è intervenuto anche il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, in prima linea per sancire il valore di una restituzione importante per la città lagunare, com'è il complesso monumentale dei giardini di fondazione ottocentesca, tanto amati dall'imperatrice Sissi (che provò a revocare l'accesso al pubblico, per goderne privatamente), e avviati verso un declino progressivo nell'ultimo decennio.
Alle spalle di piazza San Marco, sviluppati su una superficie di 5mila metri quadri circondata dall'acqua, i giardini nascono all'interno del progetto di riforma napoleonica dell'Area Marciana, promosso con decreto di Napoleone Bonaparte nel 1807; solo 50 anni più tardi, però, sarà l'imperatore Francesco Giuseppe ad aprirli alla città, nonostante il tentativo di opposizione della sua consorte. Nel 1866 i Savoia ne confermeranno la destinazione pubblica, e dal 1920, con il passaggio dei Giardini Reali al Demanio dello Stato, veneziani e turisti saranno autorizzati a goderne a pieno.
Il restauro dei Giardini Reali
Fino al 2014, quando lo stato di avanzato degrado del complesso ha determinato l'avvio dei lavori di restauro appena completati. L'intervento è costato più di 5 milioni di euro (3 finanziati da Assicurazioni Generali: “In Italia abbiamo bisogno di più mecenati”, ha detto Franceschini), ma ha portato al ripristino dell'intero arredo funzionale e decorativo dei giardini, a cura di Paolo Pejrone (per il verde) e Alberto Torsello (per la parte architettonica), con particolare attenzione per il padiglione neoclassico progettato dall'architetto Lorenzo Santi tra il 1816 e 1817.
E così sono tornati in auge il ponte levatoio con il suo meccanismo storico e la serra a pianta circolare che in realtà è frutto di una ricostruzione filologica della struttura originale, destinata ad accogliere, allora come oggi, la collezione di piante in vaso. Ma il restauro si è concentrato anche sulla demolizione di ruderi in stato di abbandono, sorti nel corso del Novecento (compreso un bunker della Seconda guerra mondiale), e sulla messa a dimora di numerose varietà vegetali – dagli alberi ad alto fusto alle piante rampicanti, passando per i bulbi e la più lunga pergola di glicini mai vista in Italia – che fioriranno in primavera, garantendo ai Giardini Reali un posto tra le attrazioni più visitate della città (mentre nella stessa area prosegue il restauro delle Procuratie Vecchie, che si concluderà nel 2021).
Illy nello storico Padiglione del Caffè
Anche per accogliere i numerosi visitatori del giardino, la storica Cafehaus asburgica progettata dal Santi rivive sotto il vessillo di illy, che curerà l'offerta del nuovo illy Caffè, presentato durante l'inaugurazione da Andrea Illy. Il progetto è stato affidato allo studio Locatelli Partners, che ha riallestito lo spazio omaggiando gli stilemi tipici delle serre storiche, con cui l'edificio originale condivide le ampie vetrate affacciate sul giardino. Il Caffè del parco firmato illy, dunque, si sviluppa su 250 metri quadri, in un ambiente a pianta centrale dominato dal bancone circolare con inserti in ottone. Accensioni di rosso “illy” caratterizzano i tavolini e lo chandelier a 4 cerchi, realizzato con anelli in vetro soffiato che omaggiano l'artigianato veneziano. Il Caffè, già operativo, sarà aperto delle 8 alle 20, con una proposta di piccola pasticceria e lieviti per la colazione, gastronomia per la pausa pranzo, cocktail per l'aperitivo, e le miscele di caffè illy a fare da trait d'union.
foto di Irene Fanizza