Vini d’Italia del Gambero Rosso è arrivata alla trentatreesima edizione. Un traguardo importante specie se guardiamo all’incredibile lavoro di assaggio, schedatura e valutazione che abbiamo fatto in oltre tre decenni. Oltre 300 collaboratori negli anni si sono avvicendati in questa opera ciclopica valutando in questo lasso di tempo circa mezzo milione di etichette, assaggi che costituiscono un patrimonio importantissimo per tracciare una accurata storia dell’enologia italiana contemporanea. Nel mensile di novembre del Gambero Rosso abbiamo deciso di raccontarvi tutti i retroscena, qui le parole dei curatori Marco Sabellico e Gianni Fabrizio e del vice curatore Giuseppe Carrus.
Essere presenti in Guida è già un traguardo
Quest’anno – 33esima edizione! - abbiamo valutato qualcosa come 45mila vini, ma sulla Guida ne troverete circa 22mila: una selezione rigida. Cosa significa? Significa che essere presenti nella pubblicazione è un risultato importante, anche a prescindere dal voto.
Poi, un altro dato è da sottolineare: in ogni regione e in ogni distretto i produttori hanno ormai preso coscienza della complessità del rapporto tra viticoltura e ambiente; sono sempre di più le aziende biologiche e biodinamiche e c’è una generale attenzione al tema ambientale - da noi del Gambero sempre promosso a onor del vero - e che ci vede in prima fila nella creazione di un’Italia del vino sempre più verde e soprattutto sostenibile ecologicamente, economicamente e socialmente.
Trentatré edizioni, per una Guida che è tradotta ogni anno in inglese, tedesco, cinese e giapponese testimoniano che il nostro lavoro riscuote un consenso in Italia e nel mondo che con ogni probabilità non ha eguali.
Essere presenti sulla Guida del Gambero Rosso, avere i Tre Bicchieri del resto è ormai un “benchmark” universale, un riferimento obbligato, che continua a favorire l’affermazione del vino italiano sullo sfidante scacchiere internazionale. A questo aggiungete che ogni anno siamo presenti con oltre 50 eventi nelle città più importanti del pianeta, sui mercati consolidati come su quelli emergenti, a raccontare i piccoli e i grandi vini italiani, i loro artefici, a incontrare consumatori, stampa, sommelier, importatori, traders e distributori.
Il merito di questo progetto e della squadra che lo promuove è aver costruito uno strumento di lavoro cruciale per un settore cruciale dell’economia italiana, che si è guadagnato sul campo una credibilità e un consenso indiscussi a livello mondiale. Sapete che su questo giornale parliamo poco, ma davvero poco di noi. Ma questa volta lasciatecelo dire: siamo davvero orgogliosi; e nelle pagine del mensile di novembre del Gambero Rosso vi raccontiamo qualcosa direttamente dal backstage di questi mesi di lavoro devastanti e straordinari.
Qui le voci dei curatori e del vice curatore, nel magazine trovate anche i contributi di: Stefania Annese, Francesco Beghi, Antonio Boco, Paolo De Cristofaro, Nicola Frasson, Massimo Lanza, Franco Pallini, Nereo Pederzolli, William Pregentelli, Pierpaolo Rastelli, Lorenzo Ruggeri, Paolo Zaccaria.
- nome e cognome: Giuseppe Carrus
- anno nascita: 1976
- luogo nascita: Cagliari
- professione: giornalista
- titolo studio: laurea
- ruolo in guida: vice curatore
- residenza: Cagliari
- Mi sembra ieri che abbiamo presentato la Guida 2019.
- Carrus, capisco, ma sono passati ben otto mesi da Ottobre scorso.
- Sarà, ma sembra proprio che i tempi della guida dei vini scandiscano la mia vita.
È così che arriviamo a Giugno, programma fitto di degustazioni, con una media di 100 vini al giorno, cinque diverse regioni, due le faccio da sempre (Umbria e Sardegna), la Toscana (sempre una grande scuola, come mi disse Sabellico… e fare il Chianti Classico è una delle cose più divertenti che ci sia) e, due new entry, il Trentino (in affiancamento al mitico Nereo Pederzolli) e la Romagna, col mio compagno di merende Antonio Boco. Poi le finali a Roma: stessa media di campioni assaggiati, i migliori da ogni regione, con un panel che cerca di andare oltre un mero punteggio in centesimi ma si confronta, litiga, riassaggia, parla di stili, territori, coerenza e bevibilità. Sì, perché il vino è tutto questo e non si può ridurlo a un numero su scala centesimale… Ed è così che arriva agosto. Molti vanno in ferie, ma Sabellico, Ruggeri, Annese, Pregentelli, il sottoscritto (e Gianni, che ringraziamo, se non assaggia) stanno al chiodo a Roma. Via i calici da vino, largo ai tumbler per i bloody Mary a fine serata lavorativa. Si scrive, si corregge, si edita, si esporta la Guida. Prima un pdf, poi una copia cianografica. E quella firma che dichiara VISTO, SI STAMPI! È metà settembre, un file si trasforma in Vini d’Italia 2020 e il Carrus può finalmente tornare a fare un tuffo al Poetto.
nome: Gianni Fabrizio
- anno di nascita: 1966
- luogo di nascita: Ginevra
- titolo di studio: maturità classica
- professione: degustatore di vino
- ruolo in guida: curatore
- residenza: Torino
Dopo una prima scorpacciata di assaggi - che è difficile evitare se ci si vuol tenere informati e perché no anche un po’ allenati - ormai non più confinata tra la fine dell’inverno e la prima parte della primavera, ma spalmata quasi su l’intero arco dell’anno, arriva lui: il momento di Vini d’Italia. Dopo un primo incontro con i vari collaboratori durante il Vinitaly, dalla seconda settimana di maggio tutti noi siamo pronti a tuffarci in questa nova avventura. Per me quella fase è sempre piacevole perché i ritmi, inizialmente, sono sempre piuttosto blandi e le giornate di assaggio si alternano abitualmente con giornate dedicate alla stesura delle schede o alla visita di aziende nuove. In quei giorni sono sempre rilassato e tranquillo e le scadenze sono ancora lontane. Spesso a fine giornata ho ancora voglia di condividere con amici e colleghi qualche buona bottiglia. Più si va avanti e più i tempi diventano frenetici; dal divertimento si passa alla fatica, certo non quella fisica, ma quella psicologica sì. Rimanere concentrati per ore e ore – spesso più di otto – con pochissimi momenti di riposo che coincidono con i tempi del servizio, si fa sentire a fine giornata. Dopo un paio di settimane a questi ritmi, mettendoci di mezzo anche qualche sabato e domenica di assaggi – ogni anno, da oltre vent’anni, tra inizio di maggio e fine agosto, degusto più di 6mila vini - inizio veramente ad aver voglia di altro. Qualche mattina mi è capitato, verso le 9, di trovarmi già una batteria di Barolo servita al posto del caffè e della brioche a allora se il mio lavoro non mi divertisse più, potrei farmi prendere dallo sconforto e dalla stanchezza. Per fortuna degustare mi diverte e poi le ferie ad agosto sono troppo confusionarie: meglio a novembre!
- nome: Marco Sabellico
- anno di nascita: 1961
- luogo di nascita: Roma
- titolo di studio: maturità classica
- professione: giornalista
- residenza: Roma
Abbiamo appena concluso i lavori della trentatreesima edizione della guida… Per me è stata la trentesima… Oltre 40mila vini degustati… cose da matti. A metà luglio ci si ritrova tutti a Roma, si torna alla casa madre, al quartier generale: ci aspetta l’ultima prova, gli ultimi decisivi 1.500 e più vini tra i quali scegliere i Tre Bicchieri… due settimane di degustazioni condivise, discussioni – a volte animate – costellate di riassaggi e dibattiti infiniti. È come quando una rock band va in studio per registrare un nuovo disco. Noi registriamo in “presa diretta”: lavoriamo tutti insieme in una grande sala, sullo stesso grande tavolo. Non ci sono orari, dalla mattina ti puoi ritrovare alle 2 del mattino seguente con un pacco di fogli corretti in mano e non te ne accorgi nemmeno… Abbiamo i nostri riti, ai quali non rinuncerei mai. Uno di questi è il montaggio dell’impianto hi-fi a inizio lavori (sì, lavoriamo con la musica: dal barocco all’heavy metal, a seconda dei momenti), il bloody mary o il gin tonic delle 19, i pranzi etnici comuni, le cene insieme fuori quando si finisce presto. Le prove, i suoni, gli aggiustamenti per trasformare tutto l'immenso materiale prodotto (22.500 vini e più di 2.500 schede aziendali) in belle pagine. Poi la postproduzione, la limatura dei particolari, i ripensamenti dell’ultimo minuto, le correzioni fino ad un secondo prima di andare in stampa, e alla fine la sospirata firma liberatoria del Visto si Stampi… Poi, ad album finito, il concerto di presentazione (la premiazione dei Tre Bicchieri). E inizia – davvero – il World Tour. Quaranta e più date nel mondo ogni anno. Alla trentatreesima edizione mi sento di dire: siamo la più grande Rock Band del mondo!
a cura dei nostri curatori
disegni di Finnano Fenno
QUESTO È NULLA...
Nel mensile di novembre del Gambero Rosso trovate anche le voci degli altri collaboratori, tutti i premi speciali della Guida Vini d'Italia 2020 e la guida in cifre, con tutti i vini degustati, il numero delle new entry, i Tre Bicchieri sotto i 15 euro e così via.